Politica

Abi: con la manovra meno ricavi, alle banche costa 9,6 miliardi

05
Novembre 2025
Di Giampiero Cinelli

La Manovra approda al Senato e, insieme all’esame parlamentare, si moltiplicano gli interventi di industriali, associazioni d’impresa e rappresentanti del mondo dei trasporti, tutti intenti a proporre modifiche o miglioramenti al testo. Dal fronte bancario, pur essendo tra i più penalizzati con un gettito aggiuntivo stimato in 9,6 miliardi di euro, i toni restano invece più cauti.

Durante la lunga giornata di audizioni davanti alla Commissione Bilancio del Senato, alle posizioni delle principali associazioni si è aggiunta anche quella del presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, intervenuto da un evento a Bergamo. Orsini ha sottolineato che esiste “un margine per cambiare la Manovra”, in particolare affinché “la misura dell’iper e super ammortamento possa avere una durata triennale”.

Più misurato l’intervento dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), che nei giorni scorsi era stata oggetto di critiche da parte della Lega. Il vicepremier Matteo Salvini ha infatti ribadito la richiesta di “qualcosa in più” alle banche, affermando che un contributo aggiuntivo sarebbe “un bel segnale”.

Nel corso dell’audizione serale, il direttore generale dell’ABI Marco Elio Rottigni ha illustrato gli effetti delle misure fiscali previste nella Manovra: un gettito complessivo di 9,6 miliardi in quattro anni, a cui si aggiungono mancati ricavi per circa 800 milioni di euro fino al 2030, dovuti alla minore liquidità disponibile che, se investita in titoli di Stato, avrebbe potuto generare rendimenti. Un impatto che, ha osservato Rottigni, si inserisce in un contesto di tassi d’interesse in calo e margini di redditività ridotti per gli istituti di credito.

Il direttore generale ha anche ricordato che le banche avrebbero preferito una formula simile a quella adottata lo scorso anno — l’anticipo di liquidità — che avrebbe garantito risorse senza effetti negativi sul patrimonio. Tuttavia, la speranza di un approccio meno gravoso è stata vanificata dall’introduzione di altre misure come l’aumento delle aliquote Irap, il differimento della deducibilità fiscale e lo sblocco delle riserve.

Secondo quanto indicato dal governatore della Banca d’Italia, queste misure non dovrebbero comunque incidere sulla stabilità finanziaria complessiva. Rottigni ha sottolineato che le banche, “ancora una volta, sostengono la situazione generale del Paese” e restano disponibili al dialogo, pur precisando che l’onere ricadrà su tutto il comparto, comprese le realtà di minori dimensioni.

Accanto al tema bancario, al centro del confronto in Senato c’è anche la questione degli affitti brevi. Il vicepresidente nazionale di Fimaa, Maurizio Pezzetta, ha espresso forte preoccupazione per l’aumento della cedolare secca dal 21% al 26%, giudicandolo “una misura che non serve a nessuno”. Pezzetta ha inoltre sottolineato che la carenza di immobili destinati alla locazione a medio e lungo termine non può essere attribuita alla crescita degli affitti turistici, che rappresentano “meno del 2% del totale delle abitazioni italiane”. Il vero problema, ha aggiunto, è quello delle case vuote o sfitte a causa della pressione fiscale, della rigidità contrattuale e dei rischi di morosità.

Nel corso delle audizioni sono intervenute anche Conftrasporto, Confetra, Asstra, Confapi, Alleanza delle Cooperative, Confimi, Conflavoro PMI e Federdistribuzione.

Le associazioni dei trasporti hanno chiesto di rivedere il divieto di compensazione dei crediti d’imposta previsto dalla manovra, definendolo “una misura particolarmente critica per l’autotrasporto merci”. Secondo Conftrasporto, le imprese utilizzano infatti i rimborsi parziali delle accise per compensare i contributi dovuti a Inps e Inail, e il nuovo divieto rischierebbe di paralizzare l’operatività del settore.

Confetra ha proposto di rendere strutturale l’Ires premiale per le imprese virtuose, mentre Asstra ha espresso “preoccupazione per il definanziamento” legato al rinnovo del contratto del trasporto pubblico locale. Confapi e Alleanza Coop hanno invece sollecitato l’introduzione di un pacchetto di misure per sostenere le imprese alle prese con i nuovi dazi.

Questi temi saranno al centro anche delle cosiddette “audizioni ombra” organizzate dal Partito Democratico nelle prossime ore: mercoledì saranno ascoltati i leader di Cisl e Uil, giovedì sarà la volta di Confindustria, mentre martedì 11 interverrà la Cgil.