Economia
Servizi finanziari innovativi, l’Italia prepara il terreno
Di Giampiero Cinelli
Negli ultimi anni la rivoluzione digitale ha trasformato in profondità il nostro rapporto con il denaro. Pagamenti contactless, app che gestiscono risparmi e investimenti, intelligenza artificiale che analizza abitudini e scelte finanziarie: la tecnologia sta riscrivendo il linguaggio della finanza, rendendola più veloce, ma anche più complessa.
Solo nel 2024 i pagamenti da smartphone e smartwatch in Italia sono cresciuti del 61%, raggiungendo un valore record di 56,7 miliardi di euro.
Al Salone dei Pagamenti, appena concluso a Milano, il tema del “Talento Generativo” ha messo in luce la sfida del momento: coniugare innovazione e responsabilità, tecnologia e accessibilità.
In Italia, solo il 45,8% delle persone tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base (dati Eurostat 2025), e il livello di alfabetizzazione finanziaria rimane tra i più bassi d’Europa: appena 10,6 punti su 20, secondo l’ultima indagine Banca d’Italia.
Perché senza una diffusa educazione finanziaria, la modernità resta incompleta.
E mentre l’Europa accelera sul progetto dell’euro digitale, si apre una nuova fase: quella delle regole, della fiducia e della trasparenza. Innovazione, conoscenza e quadro normativo — sono questi i tre assi su cui si gioca il futuro dei servizi finanziari.
«Con la legge Capitali abbiamo dato più poteri a Crasso per oscurare i siti che sollecitano investimenti in Italia senza le dovute autorizzazioni. Ne sono stati chiusi molti, ma ne spuntano di nuovi ogni giorno: serve educare i cittadini a riconoscere chi è legittimo da chi non lo è». Lo ha detto Giulio Centemero, capogruppo della Lega in Commissione Finanze alla Camera, intervenendo a Largo Chigi, il format di Urania TV.
«L’educazione finanziaria – ha aggiunto – va portata sui banchi di scuola, come previsto dalla legge Capitali e dal TUF, ma anche fuori, nella vita quotidiana. È una leva per la crescita dell’economia reale. In Olanda e nei Paesi del Nord si è cominciato vent’anni fa e oggi i cittadini investono di più nelle Pmi nazionali. In Italia, grazie agli strumenti digitali, è possibile farlo anche con piccole somme: bisogna solo raccontarlo meglio».
Centemero ha ricordato anche il lancio del fondo Algebris PMI Tricolore, con la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti, come «un esempio virtuoso di investimento nell’economia reale». «È ora che fondi pensione e casse facciano la loro parte – ha concluso – perché continuare a investire i risparmi degli italiani nei grandi gestori che puntano al Nasdaq non serve: il Paese è qui».
In merito, a Largo Chigi, è intervenuti Mauro Del Barba (Italia Viva), Segretario della Commissione Finanze alla Camera. «Sull’innovazione in campo finanziario sono stati fatti sforzi nella scorsa legislatura, pensiamo alle sandbox. In Italia ci sono resistenze perché siamo un forte sistema bancocentrico, con una tradizione di strumenti finanziari tradizionali, spero ci sia una crescita del fintech nel nostro Paese e noi desideriamo spingerlo liberandolo da lacci e lacciuoli. Uno sviluppo del fintech ci interessa soprattutto perché la finanza è veicolo di competitività. Più il sistema finanziario è digitale e innovativo più c’è rapidità nell’avere finanziamenti e nella raccolta del risparmio. I pericoli ci sono ma la nostra generazione li sovrastima, i giovani sono più in sintonia con la nuova finanza, in grado di capire da soli come comportarsi e poi è il mercato stesso che per via della concorrenza ha interesse alla sicurezza del cliente. Tuttavia ben venga l’educazione finanziaria su cui c’è ampio spazio».
«Gli intermediari finanziari si stanno concentrando molto sull’accessibilità e sull’innovazione, sulla scia del regolamento europeo e delle linee guida Agid. E i risultati ci sono, ecco qualche dato: nel 2019 i prestiti erogati da intermediari presenti unicamente online erano l’8%, nel 2024 il 16%. I crediti per l’acquisto di beni avvenuti online nel 2019 erano il 3%, nel 2024 il 13%. Cresciuti moltissimo anche i micro-finanziamenti a tasso zero, sempre nel digitale. Dunque la sfida per gli operatori è certamente la tecnologia ma è anche cercare una soluzione innovativa che semplifichi la vita. Altra sfida la semplicità, ma coniugata con sicurezza. Tutti elementi che vanno integrati in un’ottica di sostenibilità del credito. L’educazione finanziaria resta ovviamente fondamentale e andrebbe promossa a livello di sistema. Nella scuola ancora non è stata resa ordinaria e il ruolo educativo viene svolto in gran parte da istituti credito e finanziari, che hanno un compito cruciale. Oggi possiamo formare con canali più diretti come webinar, contenuti multimediali e siti web, muovendoci su tre direzioni principali: sicurezza digitale; consapevolezza degli strumenti innovativi controllati; gestione dei dati personali e privacy». Così Giuseppe Piano Mortari, Vicesegretario Generale di Assofin, a Largo Chigi.
Dunque la visione degli addetti ai lavori. Nicola Vicino, Country Manager Italia di Revolut, intervenendo a Largo Chigi, ha detto: «Mettiamo le persone al centro della nostra agenda di sviluppo prodotti – ha aggiunto – e lo facciamo in particolare guardando ai più giovani. Con Revolut Under 18 diamo ai minorenni un modo controllato e sicuro per gestire la paghetta, risparmiare in digitale e vedere giorno per giorno la crescita dei propri interessi. È un nuovo modo per educare le prossime generazioni alla finanza, partendo dal loro linguaggio e dalle loro abitudini. Per noi la tecnologia serve a rendere più semplice e immediata la vita dei nostri utenti. Ogni persona ha bisogni diversi: una coppia adulta che deve gestire le spese di casa, o un ragazzo di 18 anni che divide il conto con gli amici. In entrambi i casi l’obiettivo è offrire un’esperienza personalizzata e accessibile con pochi clic, senza moduli o filiali. È questo il vero cambiamento che la tecnologia sta portando nel mercato finanziario».
La puntata integrale di Largo Chigi





