Esteri
Morto Dick Cheney, il vice di George Bush
Di Ludovico Berna
È morto Dick Cheney, vicepresidente americano durante l’amministrazione Bush dal 2001 al 2009, considerato uno dei principali artefici della politica estera anti-terrorismo del governo. Cheney era a Washington durante gli attacchi dell’11 settembre, la ferita inferta lo convinse che bisognasse vendicarsi e fu tra i sostenitori, almeno stando alle dichiarazioni pubbliche, dell’idea che Saddam Hussein stesse preparando armi di distruzione di massa, notizia diffusa dall’Intelligence poi rivelatasi falsa. Durante le operazioni in Medio Oriente l’esercito americano usò largamente la tortura negli interrogatori, che Cheney fece poco per ostacolare.
La figura di Cheney ha ad ogni modo esercitato grande fascino tra l’opinione pubblica. Da molti visto come un vice tutt’altro che marginale, ma anzi esperto, cinico, calcolatore e con grande influenza su George Bush. Fu infatti rappresentato in un film di successo, “Vice” (L’uomo nell’ombra nella traduzione italiana), lungometraggio del 2018 diretto da Adam McKay, dedicato al vicepresidente di quell’America che ha visto crollare le due torri.
L’ex vicepresidente lascia una moglie e due figlie, una delle quali, Liz, ex parlamentare repubblicana, si è schierata contro Trump nelle ultime presidenziali, considerando il Tycoon inadatto a governare. Cheney non denigrò la presa di posizione della figlia e addirittura dichiarò nel 2024 che avrebbe votato per Kamala Harris.
Dick Cheney nacque il 30 gennaio 1941 a Lincoln, nel Nebraska, ma trascorse gran parte della sua infanzia nel Wyoming, un territorio vasto e poco popolato dell’Ovest degli Stati Uniti. Dopo essere stato ammesso alla Yale University, abbandonò gli studi e successivamente conseguì la laurea in scienze politiche presso l’Università del Wyoming. Durante gli anni dell’università, ottenne diverse esenzioni dal servizio militare nel periodo della guerra del Vietnam. In gioventù, fu arrestato due volte per guida in stato di ebbrezza.
Nel 1964 sposò Lynne Vincent e, cinque anni più tardi, si trasferì a Washington, D.C., dove iniziò la sua carriera politica lavorando al Congresso come stagista. In questo periodo conobbe Donald Rumsfeld, che divenne il suo principale mentore e che in seguito avrebbe ricoperto due volte l’incarico di Segretario della Difesa.
Durante la presidenza di Gerald Ford entrò alla Casa Bianca, dove sostituì proprio Rumsfeld nel ruolo di Capo di Gabinetto. Tuttavia, la campagna per la rielezione di Ford contro Jimmy Carter, da lui coordinata, si concluse con una sconfitta.
Convinto esponente del Partito Repubblicano, si candidò poi alla Camera dei Rappresentanti per lo Stato del Wyoming, vincendo le elezioni nel 1978 e mantenendo il seggio per dieci anni.





