Innovazione
Pagamenti digitali, la banca è nel telefono: i giovani spingono l’istantaneo ma le frodi corrono sui social
Di Cesare Giraldi
(Articolo pubblicato su L’Economista, inserto de Il Riformista)
L’innovazione nei pagamenti non è più una tendenza, è un cambio di specie. Il nuovo rapporto ABI Lab, realizzato con CERTFin e presentato al Salone dei Pagamenti 2025, fotografa un’Italia che ha già cambiato pelle. Nel 2024 il sistema bancario ha registrato oltre 7,5 miliardi di accessi ai servizi di digital banking nel solo comparto retail. Non è più il computer a fare da ponte con la banca, ma lo smartphone, con 406 milioni di operazioni su dispositivi mobili, supera di gran lunga il web, fermo a circa 176 milioni. Quasi due transazioni digitali su tre passano ormai dal telefono.
Il bonifico istantaneo è il simbolo di questo salto. Nell’ultimo anno le operazioni via App sono aumentate del 50,6 per cento. La somma di App e PC supera i 68 milioni di transazioni e rappresenta già il 10 per cento dei bonifici complessivi. In meno di cinque anni l’Italia è passata dal bonifico “entro il giorno successivo” al denaro che cambia conto in pochi secondi, con effetti diretti sulla gestione della liquidità delle imprese e sull’economia quotidiana di famiglie e professionisti.
A trainare sono i giovani. La ricerca ABI Lab–Ipsos rivela che l’89 per cento degli under 30 fa bonifici online e l’81 per cento ha già sperimentato l’istantaneo. L’83 per cento utilizza lo smartphone anche per le operazioni dispositive e non solo per il controllo del saldo. Per loro la banca non è un posto ma un servizio: pagare con lo smartwatch, dividere le spese con gli amici tramite una notifica, accumulare cashback o risparmiare con un salvadanaio digitale sono elementi che pesano quanto – se non più – le commissioni o la solidità dell’istituto. È un cambio di cultura finanziaria. Non sorprende che il 29 per cento dei giovani abbia un conto con una banca interamente digitale, una quota doppia rispetto al resto della popolazione.
La velocità, però, ha un rovescio. La nuova frontiera della frode non è la violazione dei sistemi, ma della fiducia. Il CERTFin segnala che il 99 per cento delle frodi effettive deriva da operazioni autorizzate dal cliente. Il criminale non forza l’home banking: convince la vittima a usarlo. Nel 76 per cento dei casi l’attacco parte da un contatto diretto – una telefonata, un SMS, un messaggio via WhatsApp o social – in cui l’utente crede di parlare con la sua banca e dispone un bonifico verso un conto “mulo”. L’istantaneità dei trasferimenti, paradossalmente, facilita i frodatori: quando il denaro arriva subito, recuperarlo diventa complicatissimo. Due vittime su tre hanno più di 45 anni, ma il fenomeno non risparmia nessuno, perché il punto debole non è la tecnologia ma l’essere umano.
Le banche rispondono con un doppio fronte. Da un lato l’apparato tecnologico: il 96 per cento monitora la rete per intercettare siti clone, il 92 per cento analizza transazioni anomale via internet banking, l’88 per cento usa strumenti di threat intelligence, l’84 per cento controlla anche i flussi su App. Dall’altro l’educazione, perché nessun software può impedire a un correntista di fidarsi della persona sbagliata. Per questo molte campagne puntano a spiegare che nessuna banca chiede codici via telefono, né invita a trasferire denaro per “motivi di sicurezza”.
Dietro le quinte, la macchina bancaria si è alleggerita della carta. Il 96 per cento dei bonifici è digitale, l’85 per cento degli F24 viene gestito in via telematica e il 95 per cento dei documenti è dematerializzato. Nelle Operations l’automazione riduce costi e tempi, mentre una parte crescente del personale si occupa di attività specialistiche e progettuali. Non è solo innovazione tecnologica: è un ridisegno industriale.
Il rapporto lascia una conclusione netta. I pagamenti sono il luogo in cui la banca viene giudicata ogni giorno. È quando un trasferimento parte in tre secondi, o quando un finto operatore convince un cliente a spedirgli i risparmi di una vita, che si misura la distanza tra fiducia e disillusione. La competizione non è più sullo sportello, ma sulla schermata dello smartphone. Chi saprà unire velocità e sicurezza guiderà il mercato. Chi non ci riuscirà resterà un pezzo di passato in un settore che, silenziosamente, si è già spostato altrove.





