Politica
Ponte sullo Stretto, la Corte dei Conti boccia il progetto. Meloni: “Invasione di campo dei giudici”
Di Ilaria Donatio
La Corte dei Conti boccia il progetto del Ponte sullo Stretto e scatta lo scontro con il Governo.
I magistrati contabili, al termine di una lunga Camera di Consiglio, hanno deciso di non concedere il visto di legittimità e la registrazione della delibera Cipess approvata ad agosto, che aveva dato il via libera al progetto definitivo dell’opera.
Tecnicamente, anche in presenza del parere negativo della Corte, l’Esecutivo può comunque scegliere di andare avanti. La legge prevede infatti che, nel caso in cui il controllo riguardi un atto governativo, l’amministrazione interessata possa chiedere una deliberazione del Consiglio dei ministri: quest’ultimo può ritenere che l’atto risponda a “interessi pubblici superiori” e disporne comunque l’attuazione.
Sotto la lente dei magistrati sono finite le coperture economiche, l’affidabilità delle stime di traffico, la conformità del progetto alle normative ambientali e antisismiche e la regola europea sul superamento del 50% del costo iniziale.
Tra le eccezioni sollevate durante l’adunanza della Sezione centrale della Corte, la consigliera Carmela Mirabella avrebbe indicato anche quella relativa alla competenza del Cipess, considerato organo “politico”.
In una nota diffusa in serata, la Corte ha precisato che la Sezione di controllo “si è espressa su profili strettamente giuridici della delibera Cipess, senza alcuna valutazione sull’opportunità e sul merito dell’opera”. E ha aggiunto: “Le sentenze e le deliberazioni della Corte non sono sottratte alla critica, ma questa deve svolgersi in un contesto di rispetto per l’operato dei magistrati”.
La replica politica è arrivata immediata.
Per la premier Giorgia Meloni si tratta dell’“ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento”.
“Sul piano tecnico – ha aggiunto – i ministeri e la Presidenza del Consiglio hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi. Per avere un’idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l’avvenuta trasmissione di atti voluminosi tramite link, come se i giudici contabili ignorassero l’esistenza dei computer”.
“La riforma costituzionale della giustizia e quella della Corte dei Conti, entrambe in discussione al Senato, rappresentano la risposta più adeguata a un’intollerabile invadenza, che non fermerà l’azione del Governo”, ha concluso Meloni.
Duro anche il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: “La decisione della Corte dei Conti è un grave danno per il Paese e appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico. In attesa delle motivazioni, chiarisco subito che non mi sono fermato quando dovevo difendere i confini e non mi fermerò ora. Parliamo di un progetto auspicato perfino dall’Europa, che porterà sviluppo e migliaia di posti di lavoro. Siamo determinati a percorrere tutte le strade possibili per far partire i lavori. Andiamo avanti”.
In mattinata, durante un acceso question time alla Camera, Salvini aveva ribadito che “il lavoro svolto sul progetto è stato serio, articolato e trasparente nel rispetto delle norme italiane ed europee”.
“Il ponte farà risparmiare tempo, denaro e salute – aveva aggiunto -. Nessuna violazione, nessun ritiro della delibera Cipess: il mio impegno è fare questo ponte e farlo bene”.





