Economia
La Federal Reserve ha tagliato i tassi, pesa l’instabilità sul lavoro
Di Giampiero Cinelli
La Federal Reserve ha deciso di ridurre i tassi di interesse, preoccupata per l’andamento del mercato del lavoro, sul quale «i rischi sono aumentati».
Tuttavia, in vista di dicembre, una nuova riduzione appare «tutt’altro che scontata»: secondo Jerome Powell, d’ora in avanti la politica monetaria sarà «diversa rispetto alla logica della gestione del rischio» che ha guidato le ultime riunioni. Le sue parole hanno subito raffreddato le aspettative di Wall Street. La reazione dei mercati americani è stata immediata: dopo una giornata inizialmente positiva, gli indici hanno invertito la rotta e chiuso in calo, nonostante la spinta di Nvidia.
Il taglio di un quarto di punto percentuale, il secondo consecutivo, ha messo in luce una Fed divisa. Due membri del comitato hanno infatti espresso voto contrario: uno chiedeva una riduzione più consistente, di mezzo punto; l’altro preferiva mantenere i tassi invariati, anche a causa dello shutdown in corso, che ha interrotto la diffusione dei dati economici e costretto la banca centrale a muoversi con informazioni incomplete.
Con questa decisione, il costo del denaro scende in un intervallo compreso tra il 3,75% e il 4%, tornando per la prima volta dalla fine del 2022 sotto il 2%. Per sostenere il mercato del lavoro, la Fed ha inoltre annunciato che dal primo dicembre sospenderà la riduzione del proprio bilancio, il cosiddetto quantitative tightening, avviato nel 2022 dopo l’acquisto massiccio di titoli per stimolare l’economia durante la pandemia.
«Guardiamo agli annunci di licenziamenti con molta attenzione», ha sottolineato Powell, riconoscendo che lo shutdown potrebbe influenzare la riunione di dicembre. L’assenza di dati ufficiali costringe la Fed a basarsi su rilevazioni private, utili per delineare un quadro generale ma non abbastanza precise da fornire un’analisi dettagliata dell’economia. Una situazione che complica ulteriormente il compito della banca centrale, impegnata a conciliare due obiettivi che spesso si contrappongono: la stabilità dei prezzi e la piena occupazione.
«L’incertezza sull’inflazione è il motivo per cui la Fed resta prudente», ha spiegato Powell, osservando che il mercato del lavoro mostra segnali di raffreddamento. Nonostante ciò, l’economia statunitense dovrebbe crescere dell’1,6% nel corso dell’anno. «Penso che la Fed – ha concluso – abbia fatto finora la cosa giusta».





