Lavoro
Stati Generali liberi professionisti, occhio su produttività e casse
Di Giampiero Cinelli
Il confronto con l’Europa è fondamentale ma complesso, soprattutto per un sistema professionale come quello italiano, ricco di specificità e radicato in una tradizione che unisce competenza, valori e tutele a servizio dei cittadini. È questo uno dei passaggi centrali dell’intervento del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, agli Stati Generali della Previdenza dei Liberi Professionisti, promossi dall’AdEPP al Cinema Barberini di Roma.
Calderone ha sottolineato come la collaborazione tra pubblico e privato, per il mondo delle professioni ordinistiche, significhi soprattutto sussidiarietà, un principio che garantisce la fede pubblica e contribuisce all’efficienza della macchina amministrativa. «Quello che abbiamo di fronte è un presente e un futuro in cui bisogna ripensare il ruolo delle casse e delle organizzazioni professionali – ha spiegato –. È tempo di una sinergia profonda tra ordini, rappresentanze e casse, perché il bene ultimo sono gli iscritti».
Il ministro ha inoltre ricordato l’impegno del Governo nel sostenere il lavoro attraverso una manovra definita «coraggiosa», con 2 miliardi di euro destinati a produttività e rinnovo dei contratti. «Aver gestito con oculatezza i conti pubblici – ha aggiunto – permette oggi di restituire risorse agli italiani. Dalla stabilità dei conti nasce la credibilità internazionale del Paese».
Sul fronte previdenziale è intervenuto anche il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, che ha ribadito la posizione della Lega in merito all’aumento dell’età pensionabile previsto dal 2026. «La nostra linea è quella di sterilizzare tutti i tre mesi di incremento – ha dichiarato –. Ci sono visioni diverse con gli alleati, ma stiamo lavorando per trovare la soluzione più adeguata. È importante dare una risposta ai tanti lavoratori, soprattutto a chi, superati i 64 anni, continua a operare in cantieri o in mansioni pesanti».
Durigon ha aggiunto: «Non siamo un Paese appetibile per i giovani, anche per i professionisti: ne abbiamo formati 350.000 che sono andati a lavorare fuori dall’Italia. Per me è un obbrobrio, anche se fortunatamente alcuni ritornano. E noi dobbiamo dare risposte ai giovani e – chiude – invertirl;a” questa tendenza. Le Casse di previdenza sono un’eccellenza, voglio dirlo, perché a volte ve ne è una visione distorta”. E tengo a ribadire che serve un secondo pilastro pensionistico, questione che riguarda le Casse, perché in qualche modo devono espandersi in tal senso, per dare maggiori tutele ai professionisti».





