Innovazione

PMI italiane ancora indietro sul digitale: solo l’8% usa l’intelligenza artificiale

16
Ottobre 2025
Di Jacopo Bernardini

(Articolo pubblicato su L’Economista, inserto de Il Riformista)
La digitalizzazione delle imprese italiane procede, ma a ritmi ancora disomogenei. Se le grandi aziende hanno ormai integrato piattaforme gestionali, cloud e automazione dei processi, tra le piccole e medie imprese il percorso resta più graduale, frenato da complessità organizzative, carenze di competenze e da una certa diffidenza culturale.

Secondo i dati ISTAT 2024, solo una PMI su quattro può oggi dirsi davvero digitalizzata, e appena l’8% utilizza tecnologie di intelligenza artificiale, contro una media europea del 13,5%. Eppure, negli ultimi dieci anni, il fatturato online delle PMI è quasi triplicato, passando dal 4,8% al 14% del totale: segno che la trasformazione digitale è ormai una condizione necessaria per restare competitivi.

In questo scenario si inserisce l’esperienza di aziende come Bluenext, società di sviluppo software che in un decennio ha costruito una traiettoria di crescita interamente italiana.

Nata nel 2015 dalla fusione di due società attive dagli anni ’80, l’azienda contava allora due sedi, un fatturato di circa dieci milioni di euro e un centinaio di dipendenti. Oggi ha raggiunto i 45 milioni di ricavi, 300 collaboratori e 18 sedi sul territorio nazionale. Una crescita portata avanti da una proprietà interamente familiare.

«Abbiamo sempre reinvestito in una crescita sana – spiega Giacomo Mariotti, amministratore delegato –. Tutto ciò che abbiamo fatto è stato finanziato con ciò che l’azienda stessa ha generato. Ogni scelta è stata fatta per costruire valore, non solo per aumentare i numeri.»

Negli ultimi anni, infatti, Bluenext ha allargato il proprio raggio d’azione, acquisendo realtà attive in settori diversi – dall’HR tech con Elea Software al farmaceutico con Inpharmatic, fino alla gestione documentale – ampliando così una gamma di soluzioni che copre le principali funzioni d’impresa: contabilità, amministrazione, gestione aziendale e risorse umane.

«Acquisiamo per ampliare la nostra offerta. Vogliamo che un’impresa, quando entra in contatto con noi, trovi il più ampio portafoglio di soluzioni digitali possibili», sottolinea Mariotti.

Da realtà concentrata inizialmente sul mondo dei professionisti e dei commercialisti, oggi Bluenext guarda con sempre maggiore attenzione alle PMI e alle imprese medio-grandi, proponendo strumenti pensati per semplificare i processi e rendere più fluida la gestione aziendale.

Sul piano culturale, però, la trasformazione resta la vera sfida. «Oggi, anche da parte degli imprenditori medio-piccoli, non c’è più la resistenza di un tempo, ma esiste ancora l’illusione che basti acquistare un software per essere digitali. Non è così. Non è la tecnologia che digitalizza un’impresa, ma le persone che la fanno funzionare ogni giorno», osserva Mariotti.

Per il manager, la differenza la fa la capacità di integrare la tecnologia nel lavoro quotidiano. «Secondo un recente studio del MIT, la stragrande maggioranza dei progetti di digitalizzazione fallisce: non per limiti tecnici, ma per mancanza di consapevolezza e di impegno organizzativo. Il costo vero non è il software, ma il tempo e le risorse necessarie per renderlo efficace.»

Sul fronte delle politiche pubbliche, riconosce i progressi compiuti ma invita a guardare più lontano. «Gli incentivi sono utili, purché si affianchino a misure strutturali e a un investimento stabile nella formazione. Serve una politica industriale che metta davvero in connessione università, imprese e startup: mondi che oggi, ancora troppo spesso, non si parlano quanto dovrebbero.»

Anche sull’intelligenza artificiale Mariotti mantiene un approccio realistico. «L’integrazione dell’AI deve essere invisibile: deve potenziare le capacità delle persone e delle imprese, senza creare attriti. Nei nostri software cerchiamo di applicarla in modo che chi li usa possa continuare a lavorare come sempre, ma con strumenti più intelligenti e produttivi.»

Guardando avanti, Bluenext punta a consolidare il proprio modello di sviluppo, continuando a crescere in modo organico e attraverso acquisizioni selettive. Un percorso che, nelle intenzioni del gruppo, dovrà contribuire a rendere la trasformazione digitale un processo sempre più accessibile e naturale per il tessuto produttivo italiano.