Cultura

Giovani e cultura, la sorpresa di GenZ e Alpha: a Roma la ricerca di Guido Guerzoni nell’ambito del Festival è cultura!

16
Ottobre 2025
Di Beatrice Telesio di Toritto

«La cultura è un fattore di inclusione e un moltiplicatore di sviluppo». Con queste parole Chiara Mancini, Vice Direttore Generale dell’ABI, ha aperto la giornata dedicata a GenZ & Alpha, la cultura che non ti aspetti!, l’evento di presentazione della ricerca condotta dal professor Guido Guerzoni dell’Università Bocconi. L’appuntamento si è svolto martedì 14 ottobre a Palazzo Altieri nell’ambito di è cultura!, il Festival promosso da ABI e Acri che, nella settimana dall’11 al 18 ottobre, ha offerto momenti per conoscere, emozionarsi e scoprire la cultura in tutte le sue forme. Mancini ha sottolineato come le banche, insieme all’ABI, vogliano dare un contributo concreto «attraverso iniziative che diffondono conoscenza, valorizzano i talenti e sostengono la crescita sociale e culturale dei territori». Al centro, i giovani, perché – ha ricordato – «le nuove generazioni hanno un ruolo determinante nella costruzione di una cultura partecipata. Viviamo un momento di profondo cambiamento demografico in cui è necessario un vero e proprio patto tra generazioni che passa anche dalla valorizzazione delle identità e delle competenze».

L’indagine ha messo in evidenza come i circa 12 milioni di under 28 italiani non solo leggano, visitino musei e vadano a teatro, ma mostrino una predilezione per esperienze dal vivo che li distingue dalle generazioni precedenti. Nel 2023 oltre il 70% dei giovani sotto i 25 anni è andato al cinema, quasi la metà ha partecipato a un concerto e più del 45% ha visitato almeno un museo. Percentuali significativamente più alte rispetto a quelle degli adulti e che trovano riscontro anche nelle statistiche europee.

«L’obiettivo della ricerca era triplice – ha spiegato Guerzoni – studiare l’offerta culturale, la domanda dei giovani e l’efficacia degli incentivi. Ne è emerso un ritratto in chiaroscuro: i ragazzi sono molto più curiosi e attenti di quanto si pensi, ma prediligono eventi live e festival come reazione al tempo che passano online. Non è vero che siano attratti solo dalla tecnologia: cercano contenuti, esperienze autentiche e significative». Per il docente, il nodo resta quello di costruire ponti tra due mondi che rischiano di restare distanti: «Eventi come questo aiutano a capire che giovani e cultura non sono universi separati. La loro fame di conoscenza è molto più profonda di quanto immaginiamo».

Un terreno che chiama in causa anche i musei. Per Ilaria Miarelli Mariani, Direttrice dei Musei Civici di Roma Capitale, la sfida è abbandonare l’immagine del museo come luogo polveroso, aprendolo a linguaggi diversi e a nuove modalità di fruizione. «Il museo deve diventare parte della vita quotidiana, uno spazio vivo che stimoli la curiosità. Serve contaminare le attività tradizionali, guardare alle esperienze dei musei esteri e sperimentare».

In un contesto come quello romano, dove i flussi turistici si concentrano su pochi grandi attrattori, Mariani richiama l’importanza delle partnership pubblico-privato per valorizzare luoghi meno noti ma altrettanto preziosi: «Non possiamo concentrare tutto sul Colosseo o sui Musei Vaticani. Ci sono scavi, parchi archeologici e musei splendidi che restano vuoti. Un’alleanza intelligente può cambiare questa dinamica».

Anche il linguaggio digitale diventa fondamentale per avvicinare i ragazzi, come testimonia Benedetta Colombo, influencer e divulgatrice culturale. Con Arte Facile ha scelto di portare l’arte a tutti, con un approccio immediato e accessibile: «L’arte deve essere democratica, a portata di chiunque, anche di chi non ha studi specifici. I social non servono a semplificare o a banalizzare, ma ad accendere curiosità».

Colombo ricorda l’incontro con una tredicenne che l’ha fermata per dirle di essersi iscritta al liceo artistico grazie ai suoi contenuti: «Sono episodi che dimostrano come la cultura, se raccontata con i codici giusti, entra davvero nella vita quotidiana delle persone».

In chiusura, il moderatore dell’incontro Guglielmo Gigliotti, redattore de Il Giornale dell’Arte, ha offerto una riflessione sul ruolo dei giovani nella trasformazione culturale. «L’umanità sta cambiando, c’è una mutazione antropologica in atto, cambiano i nostri cervelli e il nostro rapporto con le cose, e questo è cultura», ha osservato. Secondo Gigliotti, eventi come quello organizzato dall’ABI rafforzano il dialogo tra ragazzi e istituzioni «perché pongono al centro dell’attenzione i nodi da sciogliere, i ponti da costruire per unire il continente dei giovani a quello della cultura».

In questo incontro, ha concluso, «si realizza un dialogo di reciproco apprendimento: chi insegna lascia un segno, ma al tempo stesso impara da chi ha di fronte. È una continua dialettica, che è poi la ricerca stessa della felicità».


Riprese e montaggio a cura di Simone Zivillica.