Ambiente
Sussidi alla pesca, l’accordo OMC contro le pratiche dannose
Di Giampiero Cinelli
Dopo quasi vent’anni di trattative, è entrato in vigore l’Accordo sui sussidi alla pesca dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), segnando una svolta cruciale nella tutela degli ecosistemi marini e nella lotta contro la pesca illegale.
L’intesa, nota come Fish 1, limita i sussidi pubblici che incentivano pratiche distruttive come la pesca eccessiva, quella condotta in acque internazionali prive di regolamentazione e la cosiddetta IUU fishing (illegal, unreported and unregulated), ossia la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata. In particolare, vieta i finanziamenti agli stock ittici sovrasfruttati, a meno che non siano in corso programmi di ricostituzione delle risorse.
L’obiettivo dell’accordo è ridurre le sovvenzioni dannose, stimate in circa 22 miliardi di dollari l’anno. Per entrare in vigore, l’intesa necessitava della ratifica di almeno due terzi dei membri del WTO — una soglia raggiunta il 15 settembre con 111 adesioni.
L’attuazione del nuovo accordo OMC arriva in parallelo con le recenti ratifiche dell’High Seas Treaty delle Nazioni Unite, che si avvicina al numero minimo di 60 Stati necessario per la sua entrata in vigore. Questo Trattato sull’Alto Mare, siglato nel 2023 e conosciuto anche come Accordo sulla Biodiversità al di fuori della Giurisdizione Nazionale (BBNJ), completerà l’azione di Fish 1 fornendo un quadro legale globale per la creazione di aree marine protette.
«La pesca fornisce cibo, lavoro e benessere, ma non possiamo continuare a finanziare attività che ne minano la sostenibilità a lungo termine», ha dichiarato Manuel Barange, vicedirettore generale della FAO e capo della Divisione Pesca e Acquacoltura.
L’agenzia ONU, che ha sostenuto i negoziati dell’OMC, collaborerà ora con il Fisheries Funding Mechanism, uno strumento creato per offrire assistenza tecnica e rafforzare le capacità dei Paesi in via di sviluppo e meno avanzati nell’attuazione dell’accordo.
Secondo Barange, l’intesa dell’OMC potrà anche rafforzare la cooperazione tra le organizzazioni regionali di gestione della pesca, fondamentali per garantire uno sfruttamento sostenibile delle risorse condivise.
Il WWF ha sottolineato come l’accordo favorisca maggiore trasparenza, responsabilità e collaborazione internazionale, contribuendo agli obiettivi dell’Agenda 2030 (in particolare all’Obiettivo 14.6) e al Quadro globale di Kunming-Montreal sulla biodiversità.
Per sostenere i Paesi in via di sviluppo, è stato istituito il Fondo per la pesca dell’OMC, che ha già ricevuto promesse di contributi per oltre 18 milioni di dollari da diciassette membri. A giugno è stato pubblicato il primo bando per finanziare progetti di attuazione dell’accordo, con scadenza per la presentazione delle domande il 9 ottobre.
L’attenzione ora si concentra su Fish 2, la seconda fase dei negoziati, che dovrà affrontare il tema dei sussidi che alimentano la pesca eccessiva.





