Ambiente
Ambiente, i materiali scoperti dai tre Nobel utili a ridurre la CO2
Di Giuliana Mastri
L’assegnazione del Premio Nobel per la Chimica 2025 ha riconosciuto la scoperta di una nuova classe di materiali, i Metal Organic Frameworks (MOF), non presenti in natura e destinati a rivoluzionare numerosi settori, come avvenne con la plastica. Così Gianluca Maria Farinola, professore all’Università di Bari Aldo Moro e presidente della Società Chimica Italiana, ha descritto all’AGI il lavoro dei vincitori Susumu Kitagawa, Richard Robson e Omar M. Yaghi.
«I MOF sono strutture porose tridimensionali, simili a costruzioni Lego, formate da atomi metallici (vertici) e molecole organiche (connettori) che si autoassemblano in modo quasi magico», spiega Farinola. Questi materiali presentano cavità uniformi, personalizzabili in forma e dimensione, che li rendono estremamente versatili grazie alla loro capacità di interagire chimicamente in modi diversi.«I MOF non sono solo strutture passive, ma hanno proprietà chimiche attive», sottolinea l’esperto. Tra le applicazioni già in uso, Farinola cita lo stoccaggio dell’idrogeno: «Le loro cavità possono intrappolare gli atomi di idrogeno, superando i problemi di conservazione ad alta pressione e la facilità di fuga del gas».
Un altro esempio è la capacità di estrarre acqua dall’aria, anche in ambienti aridi come i deserti.Le prospettive future sono straordinarie. «I MOF possono funzionare come enzimi artificiali, grazie alle loro cavità che favoriscono reazioni chimiche selettive, rendendo i processi più efficienti, rapidi e sostenibili», afferma Farinola. Tra le applicazioni potenziali, l’esperto indica la rimozione di anidride carbonica, inquinanti atmosferici o microinquinanti nelle acque, come residui di farmaci. Inoltre, i MOF potrebbero migliorare la produzione di farmaci e combustibili.«La forza dei MOF risiede nella loro varietà: con numerosi metalli e un numero virtualmente infinito di molecole organiche, si possono creare materiali con proprietà uniche», conclude Farinola. «Questa versatilità apre una gamma immensa di possibilità, destinata a trasformare la chimica industriale e la sostenibilità ambientale». Le strutture metallo-organiche avrebbero una capacità di assorbimento nettamente superiore rispetto ai sistemi attualmente disponibili.





