Politica

Flotilla fermata da Israele, polemiche in Italia e sciopero generale

02
Ottobre 2025
Di Ilaria Donatio

La scorsa notte le imbarcazioni della flotilla internazionale dirette verso Gaza sono state intercettate dalla Marina israeliana. A bordo si trovavano decine di attivisti, tra cui una nutrita presenza di italiani. Tutti sono stati fermati e trasferiti in Israele, in attesa del rimpatrio previsto nei prossimi giorni. Secondo i promotori dell’iniziativa, che denunciavano il blocco imposto da Tel Aviv sulla Striscia, l’abbordaggio rappresenta una chiara violazione del diritto internazionale. Le autorità israeliane, invece, hanno parlato di un’operazione necessaria per impedire l’ingresso di materiali “non autorizzati” a Gaza e per garantire la sicurezza dello Stato.

Le reazioni della maggioranza
La vicenda ha avuto immediata eco politica in Italia. Giorgia Meloni ha espresso “profonda preoccupazione” per i cittadini coinvolti ma ha anche ribadito la posizione di equilibrio del governo: solidarietà a chi ha subito l’azione, senza però mettere in discussione l’alleanza con Israele. In Aula, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha riferito assicurando che la diplomazia italiana è al lavoro per il rapido rientro dei connazionali e ha invitato a “non alimentare tensioni” su un tema tanto delicato. Una linea che cerca di tenere insieme la tutela dei cittadini italiani e il legame con Tel Aviv, pur nel crescente imbarazzo di fronte a un’operazione militare che ha suscitato critiche a livello internazionale.

Le opposizioni all’attacco
Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle hanno accusato il governo di timidezza. “Non basta la preoccupazione – ha detto la segretaria Elly Schlein – serve una presa di posizione netta contro la violazione dei diritti umani e la libertà di movimento.” Anche Giuseppe Conte ha parlato di “ambiguità” dell’esecutivo, invitando Meloni a difendere apertamente i cittadini italiani e a pretendere chiarimenti dalle autorità israeliane. Più dura l’Alleanza Verdi-Sinistra, che chiede la sospensione delle forniture militari a Israele e un pronunciamento chiaro in sede europea. Nel complesso, il fronte d’opposizione ha colto l’occasione per evidenziare la difficoltà del governo a bilanciare realpolitik e tutela dei diritti.

Lo sciopero generale di domani
Intanto, sul fronte interno, l’Italia si prepara a una giornata di mobilitazione. Per domani, venerdì 3 ottobre, è stato proclamato uno sciopero generale che coinvolgerà trasporti, scuola e sanità. Le principali sigle sindacali sottolineano come la protesta non sia solo contro il caro vita e i contratti bloccati, ma anche un segnale politico in un autunno che si annuncia segnato da tensioni sociali e conflitti internazionali. Il governo teme che la serrata possa paralizzare città e servizi essenziali, aggravando il clima già acceso.

Salvini contro i sindacati
In questo contesto, le parole di Matteo Salvini hanno acceso ulteriormente il dibattito. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture ha definito lo sciopero “un errore che danneggia soltanto i cittadini, non il governo”. A suo avviso, in un momento come questo “bisognerebbe lavorare di più, non fermare il Paese”. Una dichiarazione che ha suscitato la dura replica dei sindacati, i quali rivendicano il diritto costituzionale allo sciopero e accusano la Lega di voler delegittimare le mobilitazioni sociali. Anche l’opposizione ha reagito, accusando Salvini di “arroganza” e di “non avere alcuna sensibilità per le difficoltà di lavoratori e famiglie”.