Economia
Bankitalia, Scotti: le stablecoin crescono, serve regolamentazione globale
Di Giampiero Cinelli
Nel corso di un intervento a una conferenza internazionale sui sistemi di pagamento, la vicedirettrice generale della Banca d’Italia, Chiara Scotti, ha posto l’accento sulle sfide poste dal rapido sviluppo delle stablecoin, strumenti che stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante all’interno del mercato delle cripto-attività.
Secondo Scotti, le stablecoin offrono opportunità interessanti: possono ridurre i costi di transazione, rendere i pagamenti più efficienti e favorire l’inclusione finanziaria, soprattutto nei paesi emergenti. Tuttavia, presentano vulnerabilità che non possono essere trascurate, come il rischio di corse agli sportelli digitali, l’interconnessione con il sistema finanziario e la possibilità di un uso illecito.
I dati mostrano un mercato in forte crescita e molto concentrato: a livello globale, le stablecoin valgono circa 300 miliardi di dollari, quasi tutte ancorate al dollaro. I due principali operatori, Tether e Circle, controllano l’80 per cento del settore, mentre quelle legate all’euro restano marginali. Nonostante l’entusiasmo, Scotti ha sottolineato come l’uso prevalente delle stablecoin sia ancora legato al trading di cripto-asset e non ai pagamenti, che costituiscono solo una piccola parte delle transazioni.
Due i nodi principali indicati dalla dirigente di Bankitalia. Il primo riguarda la frammentazione normativa: Stati Uniti ed Europa hanno avviato regolamentazioni specifiche, ma con differenze sostanziali. L’Unione europea, con il regolamento MiCAR, ha introdotto un quadro più ampio e stringente rispetto al modello americano, che resta più limitato. Queste divergenze rischiano di favorire arbitraggi regolamentari e di indebolire la vigilanza.
Il secondo nodo è quello dei modelli di multi-emittenza, nei quali una stessa stablecoin può essere emessa da più soggetti in diverse giurisdizioni. Tale schema, pur ampliando la liquidità globale, può creare rischi legali e di stabilità, specie se le riserve non sono coordinate e facilmente accessibili in caso di crisi.
Scotti ha quindi richiamato la necessità di cooperazione internazionale, regole comuni e salvaguardie precise per evitare che la ricerca di innovazione metta in pericolo stabilità, sovranità monetaria e tutela dei consumatori. Le autorità, ha concluso, devono garantire che lo sviluppo di nuovi strumenti digitali avvenga in un contesto di fiducia e sicurezza, bilanciando apertura al cambiamento e prudenza.





