Economia

Blue Economy, il mare vale l’11,3% del PIL: al Blue Forum la sfida dello sviluppo integrato

01
Agosto 2025
Di Roberta Busatto

(Articolo pubblicato su L’Economista, inserto de Il Riformista)
Dal 9 all’11 luglio 2025 si è svolto a Roma il 4° Summit Nazionale sull’Economia del Mare – Blue Forum, il più importante appuntamento italiano dedicato alla governance marittima e allo sviluppo della Blue Economy italiana.

Un appuntamento strategico che ha riunito stakeholder pubblici e privati per confrontarsi sulla definizione di strategie di sviluppo integrato del mare come leva economica, sociale e culturale, confermandosi crocevia tra visione strategica, politiche pubbliche e azione concreta, in linea con le priorità italiane ed europee.

L’evento si è aperto ufficialmente il pomeriggio del 9 luglio 2025 presso il Ministero del Made in Italy, alla presenza del Ministro Adolfo Urso, con l’attesa presentazione del XIII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare, a cura di OsserMareCentro Studi Tagliacarne e Unioncamere. I dati raccontano di un settore in netta espansione con 216,7 miliardi di euro di valore aggiunto, pari all’11,3% del PIL, 232.841 imprese e oltre 1 milione di occupati.

Si tratta di numeri in crescita in ogni ambito: il valore aggiunto diretto segna un +15,9%, oltre il doppio della media nazionale (+6,6%). L’occupazione registra un aumento del +7,7%, rispetto all’1,9% della media italiana. Il numero delle imprese cresce del +2% nel biennio 2022–2024, a fronte di un calo del -2,4% a livello generale. E il moltiplicatore economico si conferma a 1,8: per ogni euro investito nella filiera del mare, se ne attivano altri 1,8 nel sistema economico nazionale.

Il tema di questa edizione, “Creare Valore. Il Mare nell’anno del Giubileo”, richiama l’urgenza di trasformare il potenziale della Blue Economy in crescita reale, generando impatti concreti sul piano economico, sociale, ambientale e culturale.

Il mare torna così al centro delle strategie di sviluppo nazionale ed europeo, come spazio di connessionerigenerazione e responsabilità – i tre pilastri al centro del confronto – che rispecchiano tanto le esigenze di crescita dell’Economia del Mare quanto le sue dimensioni valoriali e sociali, in un contesto reso ancora più complesso dall’evoluzione tecnologica (Intelligenza Artificiale, Digital Twin, interconnessioni Spazio-Mare) e dalla congiuntura geopolitica globale.

Concetti che si sono declinati in un’agenda ricca di panel, confronti e proposte concrete, che ha guardato al mare come leva per uno sviluppo inclusivo e competitivo, offrendo un’importante occasione per condividere strategie concrete in vista della nuova pianificazione marittima italiana 2026–2030, contribuendo al rafforzamento della proiezione marittima dell’Italia come Nazione di Mare e attore centrale nel Mediterraneo e in Europa.

«Il Blue Forum si conferma una piattaforma unica in Italia, il luogo dove la voce di tutti gli stakeholder dell’economia del mare trova la sua massima espressione e coordinamento a livello nazionale. Dobbiamo riconoscere al mare la funzione di leva strategica per il futuro dell’Italia e il Summit ha posto nuovamente le basi per un’agenda condivisa che vada oltre la teoria e sia in grado di mobilitare risorse, competenze e riforme strutturali a favore di una blue economy realmente competitiva», ha sottolineato Giovanni Acampora.

Nel corso del Summit, si è svolto per la prima volta un momento di confronto con il neonato Intergruppo Parlamentare per l’Economia del Mare, presieduto dalla senatrice Simona Petrucci, che ha spiegato: «Negli ultimi anni i governi hanno visto il mare come un elemento solo di separazione fra l’Italia e gli altri Stati. Noi, invece, abbiamo individuato nel mare una grande potenzialità. Questo Governo ha istituito il Ministro per il Mare e ora abbiamo 50 politici di estrazione diversa il cui obiettivo è portare all’interno del Parlamento tutte quelle idee utili per redigere proposte in grado di creare sviluppo, economia e abbattere le diseguaglianze».

Il 4° Summit Blue Forum si è chiuso dunque con un messaggio forte: non esiste più un’alternativa al mare come volano per il futuro economico e sociale del Paese. Il tempo delle riflessioni è finito: ora è il momento delle scelte.