Salute

Il SSN tra diritto fondamentale e sfide future:un sistema da innovare senza rinunciare ai principi

25
Gennaio 2025
Di Tonino Aceti

Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) rappresenta da sempre il pilastro della tutela della salute in Italia, come sancito dall’art.1 della L.833/78. La salute viene infatti intesa non solo come diritto individuale, ma come bene collettivo di primaria importanza, essenziale per il funzionamento della società e per il progresso economico e democratico del Paese. Tuttavia, se da un lato il SSN ha ottenuto risultati positivi nel corso degli anni, dall’altro oggi si presenta di fronte a sfide complesse che richiedono innovazione e un ripensamento della governance, senza però compromettere i suoi valori fondanti.

Il valore imprescindibile del SSN

L’incipit della legge sull’istituzione del SSN evidenzia il compito straordinario affidato alla Repubblica Italiana: garantire la salute come diritto fondamentale e interesse della collettività. Questo impegno ha permesso di creare un sistema di assistenza sanitaria capace di contribuire significativamente alla coesione sociale e allo sviluppo del Paese. Nonostante le criticità note, il SSN ha sempre operato in funzione di universalità, equità e solidarietà, valori che oggi più che mai devono rimanere al centro di ogni intervento di riforma.

Tra risorse e diritti: il dibattito sui LEA

Recentemente, il documento “Principi per una vera riforma del SSN”, presentato a fine gennaio e firmato da oltre 40 esperti e studiosi dei maggiori centri di ricerca e Atenei nazionali, ha acceso il dibattito su come rendere il sistema sanitario più efficiente e sostenibile. Tra le proposte avanzate emergono due strade per garantire l’equità:

  1. Incrementare le risorse: Allocare un quantitativo adeguato di fondi, personale, infrastrutture e competenze cliniche per rendere effettivamente esigibili i diritti già formalmente riconosciuti.
  2. Ridimensionare i diritti garantiti: Adeguare il perimetro dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) alla reale disponibilità delle risorse economiche e organizzative.

Mentre molti concordano sull’importanza di una maggiore allocazione di risorse, l’idea di ridurre il perimetro dei diritti garantiti suscita forti riserve. Infatti, comprimere i LEA non assicura automaticamente una distribuzione equa e omogenea su tutto il territorio nazionale, considerando le numerose variabili che incidono sull’effettiva esigibilità dei diritti sanitari.

Criticità di una gestione inefficiente

Il dibattito evidenzia che il problema non risiede unicamente nella quantità delle risorse stanziate, ma anche nel modo in cui queste vengono gestite. Scelte politiche, modalità di allocazione basate su evidenze, programmazione, controllo delle performance e l’efficienza del sistema fiscale giocano un ruolo cruciale. I dati, come quelli esposti nell’ultimo Rapporto Crea Sanità, mostrano una concentrazione del finanziamento del SSN su una minoranza della popolazione, mentre la maggior parte degli utenti beneficia di risorse inferiori rispetto al valore teorico dei servizi garantiti.

L’esperienza di realtà diverse, dove spesso si registrano avanzi di risorse in sanità, suggerisce che il problema possa essere affrontato migliorando la gestione e l’efficienza del sistema, piuttosto che ridimensionando i diritti formalmente riconosciuti.

Il richiamo della Corte costituzionale

In questo contesto, la recente sentenza n. 195/2024 della Corte costituzionale offre un importante contributo al dibattito. La giurisprudenza ribadisce il principio della «spesa costituzionalmente necessaria», sottolineando come il diritto alla salute debba essere garantito prioritariamente, anche in un contesto di risorse limitate e di vincoli di bilancio. La sentenza chiarisce che non si può sacrificare il diritto fondamentale alla salute riducendo il bilancio sanitario, ma è necessario invece intervenire su altre voci di spesa meno essenziali per assicurare l’erogazione dei servizi.

Verso un SSN rinnovato e sostenibile

La sfida che si pone oggi è quella di rinnovare il SSN per renderlo al passo con le esigenze di una società in continuo mutamento. Ciò richiede coraggio, responsabilità e competenza per mettere in discussione vecchi modelli organizzativi e di governance, senza mai dimenticare i principi di universalità, equità e solidarietà che costituiscono il cuore del sistema. Investire in risorse e migliorare la gestione interna rappresentano, dunque, le leve fondamentali per affrontare le sfide del presente e del futuro, senza dover ricorrere a soluzioni che rischino di comprimere i diritti sanciti.

La tutela della salute, come dichiarato dalla nostra Costituzione e dalla L.833/78, resta un impegno imprescindibile. La strada da seguire è quella di rafforzare e innovare il SSN, garantendo che ogni cittadino possa beneficiare realmente dei servizi essenziali, in un sistema che sappia evolversi in modo equo e sostenibile.