Economia

Confcommercio: «Consumi fragili, crescita modesta». E l’estate dell’economia resta incerta

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Luglio 2025
Di Ilaria Donatio

Un’estate ancora incerta, con segnali deboli dai consumi e una crescita che si conferma modesta. È questo il quadro delineato dalla nota mensile di luglio dell’Ufficio Studi Confcommercio, che registra per l’Italia una situazione di sostanziale stagnazione, in un contesto globale segnato da instabilità geopolitica, tensioni commerciali e rallentamento del commercio internazionale.

Il PIL italiano continua a crescere, ma con il freno a mano tirato: secondo le stime di Confcommercio, a luglio si dovrebbe registrare un +0,2% rispetto a giugno e un +1% su base annua. Numeri che confermano una traiettoria positiva ma senza slancio, in linea con i dati del secondo trimestre, chiuso con un aumento congiunturale dello 0,3% e tendenziale dello 0,8%. La previsione di crescita per l’intero 2025 si attesta così intorno allo 0,8% annuo, sotto il livello potenziale dell’economia.

A pesare sul quadro generale, spiega Confcommercio, è in particolare la debolezza della domanda interna. I consumi delle famiglie restano fragili e condizionati da un clima di incertezza diffusa: il miglioramento dell’occupazione e l’inflazione in rallentamento non sembrano bastare a riattivare la spesa. La fiducia dei consumatori resta bassa, così come quella delle imprese, in particolare nel settore manifatturiero, che continua a registrare segnali di difficoltà.

In parallelo, l’associazione segnala la persistenza di fattori esogeni di rischio, in primis il contesto geopolitico e il tema dei dazi. Le tensioni commerciali internazionali – a partire dalle relazioni tra Stati Uniti, Cina ed Europa – si riflettono sulle aspettative di imprese e famiglie, contribuendo a un clima di cautela e rallentamento. L’economia globale, afferma Confcommercio, «sta scontando la perdita di dinamismo del commercio mondiale e l’aumento delle barriere agli scambi», fattori che penalizzano soprattutto un Paese a forte vocazione esportatrice come l’Italia.

Sul fronte dei settori, la nota evidenzia un rallentamento della produzione industriale, mentre i servizi continuano a trainare – seppure con minore forza rispetto ai mesi scorsi. In particolare, si segnala una leggera crescita nei comparti legati al turismo e alla mobilità, ma si tratta di dinamiche stagionali più che strutturali.

Il messaggio di fondo è chiaro: l’Italia si muove, ma troppo lentamente. «L’andamento dei principali indicatori congiunturali – si legge nel documento – suggerisce che l’economia italiana prosegue lungo un sentiero di crescita moderata, priva però di una reale accelerazione». Senza un recupero deciso della domanda interna e senza misure capaci di rafforzare la produttività e gli investimenti, l’economia rischia di rimanere ancorata a una bassa crescita strutturale.