Politica

Agcom: meno tv, più web. Crescono investimenti e servizi postali

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Luglio 2025
Di Ilaria Donatio

È tempo di un «nuovo patto digitale» per l’Italia. Lo ha affermato il presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella, presentando oggi al Senato, nella Sala Koch, la Relazione annuale 2024 dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Un documento che fotografa un Paese alle prese con trasformazioni profonde nel modo di informarsi, comunicare, investire e regolare i nuovi spazi digitali.

Tra i dati più significativi, quello che segna la fine di un’epoca: la televisione non è più il primo mezzo di informazione per gli italiani. Solo il 46,5% della popolazione adulta la utilizza oggi per informarsi, contro il 67,4% del 2019. La Rete ha preso il suo posto, con il 52,4% degli italiani che si affida a motori di ricerca, social media e siti di news online. Eppure, tv, radio e carta stampata restano le fonti ritenute più affidabili. Da qui l’invito dell’Agcom a difendere l’informazione professionale, in un contesto di crescente disinformazione.

Crescono le entrate del settore media, che nel 2024 hanno superato i 12 miliardi di euro (+3,2%), grazie soprattutto ai contenuti a pagamento, in particolare tv online (+4,3%), e alla pubblicità (+2,6%), con un contributo importante anche del canone Rai.

Segnali positivi anche sul fronte delle telecomunicazioni: gli investimenti infrastrutturali hanno raggiunto 7,05 miliardi di euro (+8,7%), trainati dalla rete fissa, mentre la copertura in fibra FTTH ha toccato il 70,7% delle famiglie italiane. La spesa complessiva degli utenti è cresciuta dell’1,9%.

Nel settore postale, continua il declino della corrispondenza tradizionale (-6,2%), mentre vola la logistica dei pacchi, con 1,17 miliardi di invii nel 2024 (+7,3%). I ricavi totali del comparto salgono a 8,59 miliardi di euro (+1,9%), e i prezzi aumentano del 4,3% su base annua, ma restano sotto l’inflazione degli ultimi cinque anni.

Infine, sul fronte della tutela dei consumatori, l’Autorità ha annunciato una stretta contro il telemarketing selvaggio, imponendo agli operatori il blocco delle chiamate estere che usano numeri italiani falsi (CLI spoofing). Per il 5G, arriva invece un nuovo sistema di bollini colorati per classificare le offerte e informare meglio gli utenti su velocità e limitazioni.

«Il digitale non può essere una giungla – ha concluso Lasorella -. Dobbiamo governare le trasformazioni tecnologiche nel rispetto del pluralismo, della dignità delle persone e della trasparenza dei mercati».