Politica

Italia protagonista del corridoio Indo-Mediterraneo

17
Giugno 2025
Di Ilaria Donatio

C’è una nuova rotta geopolitica a cui l’Italia guarda con crescente attenzione. È quella del Corridoio economico India‑Medio Oriente‑Europa (IMEC), progetto lanciato ufficialmente al G20 di Nuova Delhi nel 2023, e destinato a cambiare le dinamiche strategiche globali nei rapporti tra Asia, Medio Oriente ed Europa. In un momento segnato da crisi regionali e da un’ormai evidente trasformazione degli equilibri internazionali, il corridoio Indo‑Mediterraneo si configura come un’alternativa credibile alla Via della Seta cinese, capace di coniugare cooperazione, sicurezza, sviluppo infrastrutturale e interesse nazionale.

A rilanciare con forza questo tema è stata la conferenza organizzata dal Dipartimento Esteri di Forza Italia, ospitata oggi nella Sala della Regina di Montecitorio, su iniziativa della Vicesegretaria e responsabile del Dipartimento Esteri e dei rapporti con la stampa internazionale del partito, Deborah Bergamini. Il titolo del convegno – “Il progetto IMEC: l’Italia protagonista di rotte indo-mediterranee che decidono il futuro” – riflette bene l’ambizione di un’iniziativa che non vuole fermarsi al dibattito, ma intende porre le basi per una strategia geopolitica concreta.

Bergamini: “Una speranza in un mondo che cambia”
Nel suo intervento di apertura, Deborah Bergamini ha chiarito il senso profondo dell’iniziativa: «Il corridoio Indo‑Mediterraneo non è solo un’infrastruttura strategica che tocca profondamente gli interessi nazionali. È qualcosa di più: è uno strumento per interpretare un mondo che si lascia alle spalle una globalizzazione fallita». Di fronte a un Medio Oriente in piena crisi e a uno scenario internazionale sempre più instabile, ha aggiunto, «il compito di chi fa buona politica è garantire una prospettiva di sicurezza e stabilità ai cittadini che rappresentiamo».

La deputata di Forza Italia ha poi voluto sottolineare il significato profondo della partecipazione così ampia e trasversale alla conferenza: «La presenza oggi di relatori importantissimi – attori politici, istituzionali, diplomatici, personalità della grande impresa – è prima di tutto una testimonianza. Proprio perché stiamo vivendo un momento particolarmente buio dobbiamo costruire tutti insieme il nostro futuro, dialogando, non rifuggendo mai dal confronto anche quando qualche volta diventa un contrasto».

Infine, ha rivolto un ringraziamento politico preciso: «Ringrazio il segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, che ha consentito al Dipartimento Esteri che ho l’onore di guidare di affrontare questo tema con serietà e relatori di prestigio».

Una visione condivisa: diplomazia, sicurezza, economia
La forza dell’evento non è stata solo nella cornice istituzionale, ma anche nella varietà e nella qualità delle voci intervenute. Dagli interventi politici è emersa una visione chiara e condivisa. Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, ha ricordato come il progetto IMEC si inserisca in una strategia di lungo periodo, rafforzata dagli accordi bilaterali siglati nel 2023 con il presidente indiano Modi. «L’India – ha detto – è ormai il Paese più popoloso al mondo, con una straordinaria vivacità industriale. L’Italia è già il suo quarto partner commerciale europeo, e vanta relazioni consolidate in settori chiave: abbigliamento, farmaceutica, automotive, elettronica, ingegneria». Una situazione – ha sottolineato – molto diversa rispetto alla “Via della Seta” cinese, «che aveva messo l’Italia in una posizione di subalternità».

Ma la sfida del corridoio indo‑mediterraneo non è solo economica. È anche, e forse soprattutto, geopolitica e securitaria. Lo ha evidenziato con chiarezza il sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago, ricordando che il 90% delle merci e l’89% dei dati digitali viaggiano via mare o nei cavi sottomarini: «Tutelare queste rotte non è un’opzione: è un dovere strategico». E ha richiamato l’impegno italiano nello stretto di Bab el‑Mandeb, dove opera la missione Aspides in un’area colpita da attacchi agli asset commerciali.

L’interconnessione tra dimensione economica e politica è stata al centro anche dell’intervento di Marco Minniti, presidente della Fondazione Med-Or: «Viviamo in un mondo interconnesso in cui neanche i Paesi più grandi possono fare da soli. Le guerre in corso segnano la fine di un ordine mondiale che è finito per sempre. Il corridoio IMEC è un’occasione per costruire un nuovo assetto multilaterale». Minniti ha anche auspicato che il Piano Mattei possa trasformarsi in un grande piano europeo, capace di proiettare l’azione dell’Italia su scala globale.

Il valore strategico dell’iniziativa è stato ribadito anche da Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia, che ha parlato del corridoio come di «un’opera strategica, che coinvolgerà i nostri porti e valorizzerà i nostri prodotti, a beneficio dell’intera economia nazionale». Mentre Alessandro Cattaneo, responsabile dei Dipartimenti di Forza Italia, ha evidenziato la capacità del partito di coniugare elaborazione politica e azione di governo, ricordando l’eredità liberale lasciata da Berlusconi: «Essere liberali significa aprirsi al dialogo, anche con i privati, considerandoli risorsa per il Paese».

Tajani: “Trieste sarà il porto d’ingresso dell’Europa connessa con l’India”
A concludere la conferenza è stato il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha tracciato la traiettoria futura dell’Italia nel progetto IMEC: «Crediamo fortemente nel futuro di questo corridoio infrastrutturale, commerciale e politico che collegherà l’India fino a Trieste. Trieste è da sempre il porto dei Paesi mitteleuropei e dei Balcani, che hanno già manifestato l’interesse a collegarsi direttamente tramite ferrovia». Tajani ha parlato anche della cosiddetta “Via del cotone”, definendola «un’opportunità straordinaria per le imprese italiane, in particolare nei settori dei cavi sottomarini e delle ferrovie». Infine, ha annunciato un grande evento a Trieste, entro la fine dell’anno, con la partecipazione di ospiti stranieri e partner internazionali.