Economia / Lavoro
Le professioni come corpo intermedio. De Gasperi, la visione che parla al presente
Di Ilaria Donatio
Settant’anni dopo la sua scomparsa, il pensiero di Alcide De Gasperi mostra una sorprendente attualità. A ricordarlo è stato il convegno organizzato dalla Fondazione De Gasperi, con il sostegno della Fondazione Inarcassa, nella Sala degli Atti Parlamentari del Senato. Titolo dell’evento: “Le professioni in Italia: da De Gasperi alle sfide del nostro tempo”. Un’occasione per rileggere, attraverso una ricerca storica e sociologica, il ruolo che le libere professioni – in particolare quelle tecniche – hanno avuto nella costruzione della Repubblica e nel plasmare una forma di democrazia pluralista e moderna.
Martina Bacigalupi, direttrice della Fondazione De Gasperi, ha aperto i lavori sottolineando il valore simbolico dell’appuntamento: “Siamo a 70 anni dalla morte di De Gasperi e ciò che emerge dalla ricerca è la modernità di un pensiero che non ha perso forza. La sua visione delle libere professioni si radica nella dottrina sociale della Chiesa, e le concepisce come espressione di una comunità responsabile, non come corporazioni chiuse”. La Bacigalupi ha poi illustrato i contenuti principali del report, che ricostruisce l’evoluzione delle professioni tecniche dal dopoguerra a oggi, collegandole alla visione degasperiana del rapporto tra Stato, mercato e corpi intermedi.
Un pensiero politico, quello dello statista trentino, che ha trovato eco nelle parole dell’on. Andrea de Bertoldi (Lega), componente della Commissione Finanze: “De Gasperi non è stato un riformista ideologico, ma un vero riformatore. Ha saputo inserire il concetto di comunità – figlio della dottrina sociale della Chiesa – nella riforma delle libere professioni. Ha segnato la ripresa del nostro Paese. L’insegnamento più attuale? Era un pragmatico: puntava a soluzioni concrete e sostenibili”.
Il cuore del dibattito ha riguardato l’attualità delle professioni tecniche, a partire dai dati della ricerca. Tra il 2009 e il 2019, in Europa il lavoro autonomo tradizionale si è contratto, ma le libere professioni sono cresciute del +24,9%. In Italia, però, tra il 2019 e il 2022 si è registrata una flessione del -4,5%, con oltre 54mila professionisti in meno. Solo nel 2023 si è assistito a una timida ripresa. L’invecchiamento della categoria è un altro nodo: un professionista su due ha più di 48 anni, uno su quattro oltre 57. E i pensionati attivi – chi continua a esercitare pur avendo maturato la pensione – sono quasi triplicati in vent’anni.
Sul versante economico, i segnali sono più incoraggianti. Come ha ricordato Andrea De Maio, presidente della Fondazione Inarcassa, “tra il 2020 e il 2023 il monte redditi del comparto tecnico è cresciuto dell’86,9%: +85,1% per gli ingegneri, +89,7% per gli architetti. Rispetto al 2014, il punto più basso, la crescita è superiore al 100%. È un dato che testimonia la resilienza e la capacità di adattamento del settore”. De Maio ha anche sottolineato la trasformazione in corso nelle forme organizzative: crescono le società di ingegneria e le Stp, mentre calano le società formate solo da iscritti agli albi. “La multidisciplinarietà e l’aggregazione stanno diventando una necessità, non solo un’opzione”.
Ampio spazio è stato dedicato ai temi della digitalizzazione, della sostenibilità e del ricambio generazionale. I professionisti guardano con interesse all’adozione del BIM e dell’intelligenza artificiale, ma segnalano anche i rischi etici e il bisogno di garantire la centralità del fattore umano. Sul fronte ambientale, rigenerazione urbana, prevenzione sismica e gestione del rischio idrogeologico impongono nuove competenze e una governance pubblica più efficace.
La chiusura dell’incontro ha riportato l’attenzione sulla prospettiva storica: nel pensiero di De Gasperi, le professioni non sono solo una categoria produttiva, ma una forma viva di democrazia. Oggi, di fronte alle sfide della transizione ecologica e digitale, quel modello resta un riferimento: capace di tenere insieme competenza, responsabilità e comunità.
Riprese e montaggio a cura di Simone Zivillica





