Politica
Ucraina, Tajani: “La pace deve essere giusta. L’Europa parli con una voce sola”
Di Ilaria Donatio
“La decisione della Russia di colpire ancora una volta l’Ucraina non va nella giusta direzione. La pace non può essere la sconfitta di Kiev, ma deve essere una pace giusta”. Con queste parole il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenuto a Verona durante un incontro preparatorio alla Conferenza internazionale per la ricostruzione dell’Ucraina prevista a Roma a luglio, ha ribadito la posizione del governo italiano in merito alla guerra in corso.
Un messaggio chiaro di condanna all’aggressione russa e di sostegno convinto all’integrità territoriale ucraina da parte del titolare della Farnesina che – nel corso della mattinata – ha partecipato a Londra alla riunione ministeriale in formato “Weimar+” (Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna, Regno Unito e UE) per fare il punto sugli sforzi diplomatici in atto per raggiungere un cessate il fuoco tra Russia e Kyiv.
Tajani ha insistito sul ruolo dell’Europa: “Se la Russia non intende procedere verso la pace, l’Unione europea dovrà infliggere nuove sanzioni. Io non amo le linee dure, ma quando il diritto internazionale è violato sistematicamente, non si può restare fermi”. Secondo il ministro, l’Ue deve comunque essere parte attiva nei negoziati: “Chi impone le sanzioni deve poi essere presente al tavolo in cui si decide se e quando rimuoverle”.
“Serve un cessate il fuoco, ma decidono gli ucraini”
Il ministro ha definito “fondamentale” arrivare a un cessate il fuoco per aprire una trattativa concreta, ribadendo però che ogni passo dovrà essere deciso da Kiev: “Saranno gli ucraini a scegliere il formato e le condizioni del negoziato con Mosca. L’Europa può aiutare, ma non può sostituirsi ai diretti interessati”.
In questa prospettiva, il capo della Farnesina ha sottolineato come vi sia stata “una convergenza totale” tra cinque grandi Paesi europei, riunitisi a Londra, nel sostegno all’Ucraina. “Lavoriamo tutti per la pace, come ha ricordato anche papa Leone XIV, ma non a qualunque costo. La pace non può essere sinonimo di resa”.
Undicesimo pacchetto di aiuti militari e difesa del diritto alla libertà
Sul fronte militare, il vicepremier ha annunciato l’arrivo imminente dell’undicesimo pacchetto di aiuti italiani all’Ucraina: “Abbiamo firmato pochi giorni fa la lettera con i ministri Crosetto e Giorgetti. Fino a quando non ci sarà la pace, l’Ucraina dovrà essere sostenuta”. E ha aggiunto: “Non può cedere solo perché la Russia è più grande e più armata. Noi difendiamo un principio: che un Paese, solo perché è più forte, non può invaderne un altro”.
L’Europa deve parlare con una sola voce
Per Tajani, uno dei principali problemi politici resta la frammentazione europea. “Sull’Ucraina e sulla Russia, l’Europa deve parlare con una sola voce”, ha detto, aprendo alla possibilità di un vertice a Istanbul, ma chiarendo che qualsiasi accordo dovrà partire necessariamente da un cessate il fuoco. “Noi siamo favorevoli a ogni iniziativa che faciliti la fine del conflitto, ma senza una posizione europea unitaria il margine d’azione resta limitato”.
Ricostruzione: imprese e territori protagonisti
Guardando al futuro, il ministro Tajani ha posto l’accento sulla ricostruzione post-bellica, che sarà anche “un grande messaggio politico”. La conferenza internazionale di luglio, ha spiegato, “coinvolgerà non solo le grandi imprese, ma anche quelle piccole e gli enti locali, che devono essere protagonisti della rinascita dell’Ucraina”. Secondo Tajani, “ricostruire significa credere in un’Ucraina parte integrante dell’Unione Europea. Significa garantire un futuro di prosperità e benessere a un Paese libero da minacce”.
Verona, città simbolo della manifattura italiana, è stata scelta come tappa significativa per preparare l’evento: “È una città industriale, ricca di aziende che possono contribuire. Vogliamo coinvolgere tutto il tessuto produttivo, perché questa sarà anche un’occasione per rafforzare il legame economico tra l’Italia e l’Ucraina”, ha concluso il ministro.





