Economia

Brutto affare quello delle cartelle fiscali…

14
Dicembre 2021
Di Daniele Capezzone

Inutile girarci intorno. Se fossero confermate le indiscrezioni secondo cui il governo potrebbe fare poco o nulla in manovra sulla questione delle cartelle fiscali, si tratterebbe di un colpo durissimo per l’economia reale, e pure per la credibilità della politica, tutta affaccendata sul tema dell’elezione del nuovo Capo dello Stato.

Ricapitoliamo. Dal 1° settembre scorso le temute cartelle dell’Agenzia delle Entrate sono ripartite. Ed è già un fenomeno curioso e surreale: ci si dice che siamo in emergenza sanitaria, e tuttavia il fisco ha ripreso a sparare.

Tuttavia – queste le comunicazioni dei mesi scorsi – sarebbero state fatte partire (da settembre a fine anno) solo una parte delle cartelle teoricamente pronte (da quanto si capisce, 4 milioni su 25).

Adesso, però, dal primo gennaio, si tratta di capire cosa accadrà con tutte le altre cartelle. Rebus sic stantibus, ripartiranno alla grande, recapitando una temutissima busta dell’Agenzia delle Entrate quasi in una famiglia su tre. Giova ricordare che qui non si tratta di evasione, ma di somme regolarmente dichiarate, e che però i contribuenti non sono riusciti a saldare, oppure non hanno potuto farlo in tempo o interamente.

Che si fa? Si ammazza la ripresa (di cui alcuni ministri parlano pomposamente) prosciugando la liquidità di moltissime famiglie italiane? Si mette in ginocchio chi ha vissuto prima i lockdown totali, poi quelli striscianti, e adesso sta subendo comunque (si pensi ai negozi, alla ristorazione, agli hotel) le conseguenze di un clima di paura e restrizioni?

Mi pare una scelta insensata e suicida, sia economicamente sia politicamente. E c’è da augurarsi che non se ne esca fuori con i soliti compromessi (esempio: rinvio “selettivo”), immaginando astrusi e scombiccherati criteri per far ripartire comunque un numero elevatissimo di cartelle. Si svegli la politica: c’è un mondo reale in autentico affanno. Già è grave non accorgersene: sarebbe ancora più grave farsene beffe.

Photo Credits: IlGiornale