Esteri

Nuove sanzioni alla Russia. Vietate le merci tech per colpire l’esercito

29
Settembre 2022
Di Giuliana Mastri

Non si molla di un centimetro. Dopo i referendum farsa e il caso Nord Stream, la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha annunciato un ottavo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Del valore complessivo di 7,5 miliardi. Non c’è il tetto al prezzo del gas. Inserito, invece, quello sul petrolio acquistato da Stati terzi, insieme a una nuova lista di prodotti che non potranno essere importati e esportati da e verso Mosca. L’obiettivo di rendere il complesso militare del Cremlino quanto più sprovvisto di tecnologie chiave per la guerra. Previsto, poi, il divieto per i residenti europei di presiedere in consigli di amministrazione di aziende statali russe. L’Ue aggiornerà la black list delle aziende che eludono le sanzioni, acquistando merci in Europa, portandole in paesi terzi e poi in Russia. Si tratterebbe di circa 1.300 soggetti. Insomma l’interdipendenza dell’economia continentale e di quella della Federazione sarà sempre più assottigliata.

Il via libera al nuovo pacchetto potrebbe comunque avere un iter non spianato, siccome Paesi come l’Ungheria si mostrano titubanti, ipotizzando prima un referendum popolare. Il versante est dell’Unione Europea potrebbe infatti avere approcci non a senso unico, sebbene in sostanza i paesi dell’Ue facenti farti dell’ex Patto di Varsavia nutrono tutti uno spiccato sentimento anti-russo. Ieri appunto si è registrato un appello ai cittadini bulgari e polacchi presenti in Russia affinché lascino il Paese. Stesso appello hanno lanciato gli americani. Ci sarebbero esitazioni però anche da parte dei paesi interessati al trasporto marittimo del petrolio russo come Malta, Cipro e Grecia. Bruxelles è comunque intenzionata a seguire la strada della severità, concentrandosi sugli effetti economici da provocare al nemico. Paolo Gentiloni, commissario Ue, ha parlato di 3.000 società che hanno sospeso gli affari e 500 società straniere liquidate.

Ma la guerra economica è solo parte di un atteggiamento derivante dalla imminente annessione, ritenuta illegittima, dei territori dell’ucraina orientale da parte di Putin con il voto popolare. Ecco perché, la fermezza evidente nel non voler concedere alcuno spazio alle mire della Russia, fa ipotizzare un compattamento europeo. Per adesso le manovre sul petrolio appaiono molto più agevoli rispetto a quelle sul metano.