Walking in the Bubble

Simest si allea al Polo del Gusto per Domori, le luci di Francesco Murano, Enea alla Curia Iulia

05
Gennaio 2023
Di Gianfranco Ferroni

Accordo tra Simest e il Polo del Gusto per il rafforzamento dei brand del cioccolato del gruppo nel mercato del Regno Unito e in Italia. L’operazione prevede il coinvolgimento diretto della società di Cassa Depositi e Prestiti per l’internazionalizzazione delle imprese italiane, che contribuirà, con un impiego di risorse complessivo pari a 3 milioni di euro, al piano di investimenti di Domori. Quest’ultima è la società del Polo del Gusto specializzata nella produzione e commercializzazione di cioccolato pregiato. All’operazione partecipa anche il Fondo di Venture Capital (Fvc), strumento agevolativo gestito in convenzione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. La sottoscrizione del contratto permetterà a Domori di finanziare lo sviluppo commerciale nel mercato Uk attraverso la controllata inglese Prestat Group Ltd con l’apertura di 7 nuovi punti vendita e di realizzare nuovi investimenti tesi a favorire l’efficientamento produttivo. Inoltre, servirà anche a rafforzare la presenza del brand in Italia, con la realizzazione del nuovo stabilimento ex Streglio, una vera “Cittadella del Cioccolato” con un’ampliata capacità produttiva. Domori è entrata nel mercato britannico nel 2019 attraverso l’acquisizione della società londinese Prestat, produttrice di cioccolato sul segmento luxury. Ad oggi, Prestat è uno dei principali player attivi nel mercato Uk nel settore del cioccolato premium e detentore del Royal Warrant, lo status di fornitore ufficiale della Casa Reale Inglese. Nel primo semestre 2022, Prestat ha acquisito lo storico marchio Rococo Chocolates. Per Riccardo Illy, presidente del Polo del Gusto, “l’operazione con Simest è perfettamente coerente con il piano di sviluppo previsto per Prestat, con una notevole accelerazione dei tempi. L’obiettivo a breve-medio termine è quello di posizionarsi in maniera significativa sul segmento B2C; Prestat, infatti, è tradizionalmente focalizzata sul segmento B2B, che porta circa il 60% del fatturato; Rococo Chocolates si posiziona da sempre nel settore B2C , che copre oltre il 70% (includendo le vendite tramite il canale online) e porta in dote due stores localizzati a Londra. Nel piano, inoltre, si prevede l’apertura di nuovi stores di proprietà, anche in un’ottica di rafforzamento dell’integrazione all’interno del Gruppo, dal momento che i negozi potranno accogliere anche le produzioni a marchio italiano, come Domori, che già fornisce Prestat della materia prima”. Da parte di Simest si sottolinea che “il gruppo Polo del Gusto è da sempre sinonimo di MadeinItaly in tutto il mondo. Con questa operazione Simest conferma il proprio impegno a supporto dell’eccellenza italiana, affiancando Domori in un’importante operazione di espansione sul mercato britannico”, afferma Regina Corradini D’Arienzo, amministratore delegato Simest, “ la qualità dei prodotti, il controllo rigoroso di tutta la filiera di approvvigionamento e l’impiego di tecnologie a basso impatto ambientale, fanno della società piemontese un partner ideale per Simest, oggi più che mai impegnata a investire in realtà innovative e sostenibili”. Domori, marchio di riferimento per il cioccolato super fine, si distingue per la stretta collaborazione con Ong, governi e cooperative, finalizzata alla sostenibilità delle coltivazioni e attenta a garantire una remunerazione equa degli addetti alle coltivazioni. Dal 2021, inoltre, Domori è coinvolta nel progetto “Cacao Sostenibile” che prevede l’utilizzo di solo cacao proveniente da filiera certificata per i prodotti a marchio.

Chi c’è dietro a una grande esposizione? Francesco Murano ha illuminato le mostre “Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo” a Palazzo Ducale di Genova, “Escher” al Museo degli Innocenti di Firenze e “Van Gogh. Capolavori dal Kröller Müller Museum” a Palazzo Bonaparte di Roma, tutte di grande successo. Tra le opere in mostra disegni e incisioni, materiali estremamente sensibili, hanno richiesto una quantità massima di luce che non superasse i 50 lux e Murano, tra i più richiesti progettisti italiani d’illuminazione al servizio dell’arte, ha enfatizzato lo spazio che accoglie i visitatori rispettando i canoni per mantenere colore e caratteristiche originali delle opere. «Lo scopo principale dell’illuminazione delle mostre è creare un’atmosfera, mentre la funzione  secondaria è illuminare; questo perché attraverso la pupilla l’occhio riesce a regolare il flusso di chiarore che viene analizzato dal cervello e quindi, dopo un periodo di adattamento all’ambiente, le opere sono sempre ben visibili indipendentemente dalla quantità di luce che  illumina l’ambiente; si racconta ad esempio di come Canova mostrasse di notte ai suoi ammiratori le sculture illuminate con una candela che teneva in mano, e che facesse ciò per cercare la luce migliore in grado di esaltare le sue opere», spiega Murano, «e partendo da questi presupposti, ovvero che ciò che conta è la qualità della luce non la quantità, usare meno di 50 lux, per via della sensibilità dei materiali, costituisce una situazione che si affronta normalmente durante l’allestimento luminoso di una mostra. Spesso poi sono proprio i prestatori a stabilire prescrizioni per motivi conservativi, come per la mostra di Van Gogh, per la quale il Kröller Müller richiedeva un’illuminazione a 75 lux per gli olii, e non oltre i 45 per i disegni: nell’insieme una quantità di luce bassissima per una mostra. Da qui poi la corrispondenza con l’approccio già deciso per il carattere dell’esposizione, ovvero un racconto intimistico per narrare il tormento che accompagnò l’artista fino al suicidio». Sempre per principi conservativi, perché quasi tutte su carta, e dato che solitamente vengono ammirate ed esaminate da molto vicino, anche l’illuminazione delle opere di Escher presenta notevoli difficoltà. «La mostra ha un enorme valore didattico perché la ricerca del genio visionario Maurits Cornelis Escher investe tanti campi, dalla tecnica alla geografia, dalla zoologia alla mineralogia, dall’arte islamica al simbolismo massonico», riferisce Murano . «Tutte le sue opere necessitano l’uso di proiettori a luce tenue per non danneggiarle e luci circoscritte per perimetrare il fascio luminoso sfumandolo poco oltre il margine dei quadri. La più problematica delle opere è ‘Metamorfosi II’, del 1939, una xilografia lunga quattro metri che, proprio come cita il titolo, è un percorso consequenziale che dalla tassellatura del Duomo di Trani diventa scacchiera per tornare ad essere i quadrati da cui tutto ha inizio: va colpita da più fasci luminosi in tutta la sua lunghezza», prosegue Murano, «che vanno ‘accavallati’ dopo un calcolo preciso  del posizionamento delle fonti, perché l’intensità luminosa deve apparire perfettamente uniforme, senza risultare troppo forte né creare punti in ombra sulla carta». Un altro esempio: la mostra “Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo”, promossa e prodotta da 24 Ore Cultura-Gruppo 24 Ore, a cura della Walt Disney Animation Research Library, con la collaborazione di Federico Fiecconi, storico e critico del fumetto e del cinema di animazione, ideata per narrare la storia di Walt Disney, pioniere nell’arte dell’animazione, e dei personaggi più cari ai bambini e agli adulti: presenta preziose opere originali provenienti dagli Archivi Disney di immortali lungometraggi e celebri film dei Walt Disney Animation Studios. «La varietà delle opere da illuminare in questa mostra», rileva Murano, «è costituita dal ‘dietro le quinte’ dei più grandi film d’animazione, entrando nel vivo dello studio e del processo artistico: non solo i personaggi ma anche le ambientazioni, il tutto eseguito con le più svariate tecniche, dal disegno a grafite alle matite colorate e pastelli, dai carboncini alle tempere e acquerelli, dagli acrilici ai collages e tutti necessitano di una luce delicata per non rovinare questi capolavori contemporanei. Ma allo stesso tempo occorre creare un ambiente espositivo ampio, con la possibilità di intervenire anche su tutto lo spazio in modo da conferire ariosità al progetto luminoso senza tralasciare l’illuminazione puntuale di ogni disegno». E un progetto di luce per le opere d’arte per Murano deve essere ecosostenibile e all’insegna del risparmio energetico: «Oggi è d’obbligo l’uso degli apparecchi led dimmerabili per quadri e sculture, all’interno di esposizioni e musei, che consumano dieci volte di meno rispetto ai normali dispositivi e che durano oltre 50mila ore. Grazie a queste innovazioni tecnologiche non si utilizzano più filtri meccanici per dosare il flusso luminoso e non occorre sostituire le sorgenti durante le mostre, il tutto con un notevole risparmio di costi e di energia».

A Roma, alla mostra “Il viaggio di Enea. Da Troia a Roma” allestita presso il Tempio di Romolo è legato un interessante programma di conferenze e visite guidate mirate all’approfondimento di temi specifici o dei luoghi del Parco archeologico del Colosseo legati al mito di Enea. Venerdì 20 gennaio, nel pomeriggio, la Curia Iulia ospita la conferenza “Le navi degli eroi” tenuta da Roberto Petriaggi, archeologo e subacqueo italiano, che proporrà un approfondimento sulle navi degli eroi omerici. Introdurrà l’incontro Alfonsina Russo, direttrice del Parco archeologico del Colosseo.