Walking in the Bubble

Cento anni di Aeronautica Militare e Squarzina, Santa Maria dell’Orto, Milano Design Week, Le Carré

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Marzo 2023
Di Gianfranco Ferroni

A Roma, in piazza del Popolo, fino al 29 marzo è visibile il villaggio aeronautico “Air Force Experience” per conoscere meglio l’Aeronautica Militare. Velivoli in mostra statica, percorsi esperienziali, incontri informativi e d’intrattenimento, stand promozionali, simulatori ludici, proiezioni, esibizioni musicali e sportive per vivere insieme il compleanno numero 100 dell’Arma Azzurra.

In occasione del centenario della nascita di Luigi Squarzina, oggi pomeriggio nella sala Squarzina del Teatro Argentina di Roma si terrà un omaggio pubblico all’opera e all’attività del “grande maestro della scena” dal titolo “Il teatro e la storia. I 100 anni di Luigi Squarzina”. All’incontro, coordinato da Elio Testoni, parteciperanno Annamaria Andreoli presidente dell’Istituto di Studi pirandelliani e sul teatro contemporaneo, Edo Bellingeri storico del teatro e Francesco Giasi direttore della Fondazione Gramsci. L’evento è l’occasione per presentare un volume monografico, curato da Testoni e  Marina Marcellini, che Ariel, la rivista dell’Istituto di studi pirandelliani e sul teatro contemporaneo, ha dedicato a Squarzina. Grazie al contributo di numerosi studiosi (Barsotti, Bellingeri, Biggi, Chichiriccò, Nicolosi), alle testimonianze di attori e collaboratori (Pagni, Solenghi, Zanetti) e di Maccarinelli che ne ha recentemente proposto “L’Esposizione Universale”, il volume evidenzia le fasi fondamentali del percorso artistico ed esistenziale di Squarzina, in ogni campo dello spettacolo teatrale. Completa la pubblicazione, il carteggio giovanile, custodito presso la Fondazione Gramsci e in gran parte inedito, fra Squarzina e Vittorio Gassman e fra Squarzina e Luciano Salce. La corrispondenza attraversa gli ultimi anni del regime, quelli della guerra e i primi anni della ricostruzione e, fra entusiasmi, progetti e speranze, costituisce un vero e proprio “Bildungsroman” di un’intera generazione dello spettacolo italiano della seconda metà del secolo trascorso. Durante l’incontro Emanuele Salce e Paolo Vezzoso daranno lettura di alcuni brani dei carteggi di Squarzina con Gassman e Salce.

Nella serata di domenica 26 marzo a Roma andrà in scena, presso Santa Maria dell’Orto, “Dammi il dono del fuoco”, un’azione scenica su musiche e testi di Hildegard von Bingen, per danzatrice, attrice, soprano, baritono e strumenti medievali. Il progetto artistico è di Stefano Sabene, i testi a cura di Chiara Bellaveglia, mentre azione coreutica e costumi a cura di Sabina Domanico.  L’azione scenica si basa su musiche e testi di von Bingen (1098-1179), mistica, teologa, musicista. Le melodie originano dalle visioni che la santa riceve interiormente, in uno stato psico-fisico perfettamente vigile. La mistica ascolta, e poi riporta in notazione musicale quanto udito. Le musiche di Hildegard, autrice anche dei testi, sono concepite per la vita liturgica nei monasteri di cui era badessa, e hanno una natura originalissima, per non dire straordinaria, relativamente ai canoni dell’epoca, quanto a estensione vocale e dilatazione dei melismi, spinti talvolta ai limiti dell’eseguibilità. La selezione dei brani, effettuata su un corpus assai cospicuo di composizioni, è stata condotta in chiave narrativa espressamente per quest’azione scenica, presentata in prima esecuzione assoluta in occasione del festival Spiritualia. I testi sono stati curati dalla medievalista Bellaveglia, che riveste anche il ruolo di voce recitante. La coreutica, curata da Sabina Domanico, rappresenta lo sviluppo dinamico della visione, originando un flusso espressivo che insieme alla musica converge sui testi selezionati, esaltando la ricchezza e la potenza delle immagini evocate e sposandone la portata spirituale. L’Ensemble Opera Omnia, in assetto vocale e strumentale, realizza l’apparato sonoro sul quale l’azione si dipana, in una veste filologica quanto al parco strumenti utilizzato e alla prassi esecutiva su basi storiche.

Si chiama Mirage ed è la nuova tendenza del colore nel design presentata da Noroo Group. Che è un’industria coreana leader in Asia nel settore della produzione di colori. Tutto andrà in scena alla Milano Design Week dal 17 al 23 aprile, nello spazio Torneria in zona Tortona. Mirage vuol essere presentato come uno spazio dai confini e dalla luce labile, un luogo insolito lontano dalle aree abitate dalla coscienza e tangente le aree frequentate dal sogno. Perché il luogo del miraggio è un luogo di solitudine, di protezione, di riflessione e di stupore, di guarigione in cui la visione si riflette e si smaterializza perdendo l’orizzonte, per poi ritrovarlo nei riflessi e nelle rifrazioni della luce. Noroo ha una sede anche a Milano, dove ogni anno con il suo color trend book Cover All anticipa le tendenze del colore nel design, nell’arte, nell’architettura e da quest’anno anche nel settore della mobilità. Sulla scia del successo del Fuorisalone milanese del 2019, in cui aveva lanciato il colore delle maree con l’installazione Tides, un colore fluido che variava con i ritmi della natura, quest’anno Noroo Milan Design Studio propone Mirage una installazione realizzata in collaborazione con UAUproject. “Si tratta di una installazione”, spiega la designer e architetto Jihye Choi, “basata sul concetto del miraggio come una momentanea tregua offerta dalla luce. Un miraggio potrebbe sembrare uno degli artifici offerti dalla natura, ma si può anche pensare ad esso come il modo della natura di mostrarci la speranza in tempi che sembrano essere particolarmente impegnativi. Da Flexibility (flessibilità), la parola chiave dell’edizione Cover All 07, abbiamo immaginato la foresta come ispirazione concettuale, che rappresenta l’armoniosa coesistenza, l’intelligenza della natura, e il suo simbolismo misterioso. Nella foresta dei Miraggi presenze insolite fuoriescono da prismi di luce iridescente, grandi crisalidi colorate protese verso l’alto, come totem nelle fiabe sono oggetti magici portatori di mistero occultati dentro la foresta, oggetti nascosti e lontani dalla città dove i mondi del tipico e dell’archetipico si scontrano collassando” conclude Choi. L’installazione accoglie i visitatori per sfuggire alla realtà e alla mondanità della vita quotidiana attraverso una tregua offerta dalla luce. I miraggi sono erroneamente quasi sempre associati ai deserti, tuttavia avvengono in molti luoghi, anche in climi estremamente freddi, nelle montagne, e persino nelle foreste.

Perché andare in Francia, dove le manifestazioni stanno bloccando l’intera nazione, quando a Roma si possono gustare i piatti della tradizione transalpina? Ecco le delizie da gustare e da ammirare, dome le immancabili “galline” e la proposta più contemporanea di un uovo con la forma di un dodecaedro allungato, tutti artigianali, ai tre colori e gusti, al cioccolato bianco, al latte e al cioccolato puro (80% Valrhona), e farciti con degli ovetti fatti in casa al cioccolato pralinato (prezzo al pezzo per ogni tipologia pari a 32 euro). Sono le creazioni del capo pasticcere Robin Sabassier de Le Carré Français per le festività pasquali, che si troveranno nell’ambasciata enogastronomica delle eccellenze d’oltralpe a Roma, a via Vittoria Colonna, a due passi da piazza Cavour, da sabato 25 marzo fino al 10 aprile, lunedì di Pasquetta, per riscoprire le tradizioni francesi attraverso una divertente “Chasse aux oeufs”, una caccia al tesoro con i bambini nei parchi della Capitale, con le uova di cioccolato che, in Francia, sono protagoniste del gioco tra indizi, enigmi e indovinelli, che allieta la domenica di Pasqua sia in famiglia che in diversi comuni del Paese, usanza legata a un’antica leggenda. Ma non solo: Le Carré Français pensa anche alla tavola, con dei piatti tipici pasquali come le uova in follia e l’agnello con i fagioli bianchi, creati ad hoc e proposti per le festività, insieme a dei romantici cestini da ritirare al locale o da ricevere direttamente a casa per un picnic. Un inedito di specialità dolci e salate per la scampagnata di Pasquetta e non solo, proposto per due persone, con sandwich, formaggio, cetriolini, salame, vino, biscotti e l’immancabile pane fatto in casa de Le Carré Français. “Le uova simboleggiano da sempre la vita, la rinascita, la creazione e la fecondità. Per questo, vengono offerte proprio durante questo periodo dell’anno, quando ricorre il Giorno della Resurrezione, con la Luce che prende il sopravvento sull’Ombra, ma anche l’arrivo della Primavera e delle sue bellissime fioriture”, racconta Morgane Mahé, figlia del fondatore de Le Carré Français, il bretone Jildaz che, con lui, gestisce il locale di Prati. “Si narra che dal Giovedì Santo fino alla mattina della Pasqua non avvenisse nessun rintocco delle campane, perché secondo la leggenda queste erano tutte volate verso Roma per sentire l’annuncio della Resurrezione direttamente dal Papa”, continua Morgane, “solo dopo avrebbero fatto ritorno in Francia per annunciare il lieto evento. Ed è durante il loro rientro che le campane lasciarono cadere a terra delle uova (che poi divennero di cioccolato) dando la possibilità ai più piccoli di cercarle e mangiarle”. Così in Francia, ancora oggi, durante la Quaresima si mettono da parte le Uova di cioccolato e solo a Pasqua, dopo averle fatte benedire e dipinte, diventano “i tesori” di una caccia che quest’anno viene proposta come idea “family friendly” negli spazi verdi di Roma. Per le festività pasquali, poi, le Carré Français propone anche dei piatti classici della tradizione, che esaltano la stagionalità e che sono realizzati dai due Manager di Cucina Azzurra Vestita e Yaroslav Zakalyk, per le giornate di sabato 8, domenica 9 e lunedì 10 aprile prossimi. Se l’antipasto, le uova in follia, sono quattro bocconi di uova sode ai sapori della primavera, con salmone, tartufo, gambero e asparagi, che ricordano le uova mimosa, la portata principale è l’immancabile agnello pasquale cotto per 19 ore, con una panatura fatta in casa e accompagnato da fagioli bianchi, come vuole la tradizione, da cipolle, asparagi e fave. Infine, il dessert Fraisier firmato dal pastry chef è un classico della tradizione francese di primavera, con le fragole, frutto dell’amore e dell’estate alle porte, le mandorle, simbolo di fertilità e di gioia, e il pan di Spagna, per un tocco di leggerezza al palato.

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