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Usa 2024: – 78, gli Stati in bilico sono di nuovo in bilico; Trump, io più bello di Kamala

18
Agosto 2024
Di Giampiero Gramaglia

Gli Stati in bilico di Usa 2024, che un mese fa sembravano tutti inclinare verso Donald Trump, sono di nuovo tutti in bilico. L’ultimo sondaggio New York Times / Siena College avalla l’analisi fatta dal guru delle previsioni elettorali Nate Silver, secondo cui Kamala Harris può vincere, oltre che nella Rust Belt, dove sono incerti Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, anche nel Sud – Georgia e North Carolina – e nel Sud-Ovest – Arizona e Nevada.

I nuovi dati galvanizzano i delegati democratici che, da domani, saranno protagonisti, a Chicago, della convention democratica.

Facendo ieri un comizio indoor a Wilkes-Barr, in Pennsylvania, Donald Trump ha definito Harris «una comunista radicale» e ha ripetuto che la sostituzione di Biden con lei è «un colpo di stato», ma ha anche asserito che Harris è più facile da battere di Biden. Ironizzando sulla copertina di Time dedicata alla sua rivale, Trump ha detto: “L’hanno fatta sembrare Sofia Loren, ma io sono più bello di lei”. Anche nei giorni scorsi Trump s’era lamentato del trattamento riservato dai media a Harris, sostenendo che “sembra l’attrice più bella mai esistita” e paragonandola a Melania, sua moglie.

Usa 2024: i dati del recupero di Harris negli Stati in bilico, fra i giovani e le minoranze
Harris consolida il recupero su Trump negli Stati in bilico grazie a giovani, afro-americani e ispanici. Secondo il rilevamento New York Times – Siena College, la candidata democratica è davanti in Arizona (50% a 45%) ed è testa a testa in North Carolina (49% a 47%) e in Nevada (47% a 48%), mentre il candidato repubblicano è avanti in Georgia (50% a 46%).

L’analista del NYT Nate Cohn ritiene l’insieme un testa a testa e “un enorme cambiamento rispetto all’inizio del ciclo elettorale, quando la relativa forza di Trump su Biden tra i giovani elettori neri e ispanici lo aveva spinto a un sorprendente vantaggio in quegli Stati relativamente giovani e diversi”.

Nel round di maggio di sondaggi NYT / Siena College, il magnate aveva un vantaggio medio di 10 punti sul presidente tra i probabili elettori in Georgia, Arizona e Nevada, tutti Stati vinti di misura da Biden nel 2020. La situazione lasciava al presidente un percorso verso la vittoria stretto, che passava necessariamente dalla conquista degli Stati chiave della Rust Belt

Oggi, secondo Cohn, i numeri paiono di nuovo “normali”: i risultati principali del rilevamento assomigliano a quelli delle ultime elezioni e molti degli insoliti modelli demografici del confronto Biden/Trump sono svaniti.

Kamala, ad esempio, ha un vantaggio di 84 a 11 tra gli elettori neri in Georgia e North Carolina, dove gli afro-americani rappresentano la quota maggiore dell’elettorato: un netto miglioramento rispetto al vantaggio di 74 a 17 di Biden a maggio in Georgia e a quello di 74 a 18 negli ultimi cinque sondaggi nazionali condotti dal NYT.

Harris ha preso un chiaro vantaggio anche tra gli elettori giovani e ispanici. I latinos sono con lei 54 a 40 in Arizona e Nevada, i due Stati indecisi in cui gli elettori ispanici sono la quota maggiore dell’elettorato, in aumento rispetto allo stretto vantaggio di 47 a 43 di Biden a maggio. La situazione è simile tra i giovani elettori (dai 18 ai 29 anni), che danno a Kamala un vantaggio di 55 a 39 in tutti e quattro gli Stati

Usa 2024: le gaffes di Trump e l’handicap del vice
Non giovano a Trump le gaffes di cui costella le sue sortite, come quella di di dire che chi riceve  un’onorificenza civile ha più meriti di chi riceve un’onorificenza militare, che «sono tutti morti o gravemente feriti». La sortita ha suscitato l’indignazione di associazione dei reduci, che sono, tendenzialmente, un bacino elettorale repubblicano. C’è chi ricorda che un suo ex capo dello staff alla Casa Bianca, il generale John Kelly, riferì che Trump in privato considerava i combattenti Usa caduti in Normandia nella Seconda Guerra Mondiale degli sfigati e dei perdenti.

Non lo aiuta neppure, almeno finora, la scelta del vice. Il senatore dell’Ohio JD Vance è il candidato vice-presidente più impopolare della storia moderna americana, superando di gran lunga l’ex governatrice dell’Alaska Sarah Palin durante la campagna del 2008.

Lo indica un sondaggio di FiveThirtyEight, secondo cui l’apprezzamento per Vance è addirittura peggiorato – e in modo netto -, dopo la sua designazione a vice. La simpatia per Vance è inferiore, oltre che a quella per la Palin, pure a quella per l’ex compagno di corsa di Hillary Clinton nel 2016, il senatore Tim Kaine.

Invece, per un sondaggio Washington Post – Abc News – Ipsos, il 39% ha un’impressione positiva del governatore del Minnesota Tim Walz, il ‘numero due’ di Kamala Harris, e il 30% sfavorevole, mentre il 32% ha un’impressione favorevole di Vance e il 42% sfavorevole. Però, più di un quarto degli americani non ha un’opinione su nessuno dei due. I due vice hanno concordato di affrontarsi, in un dibattito televisivo, l’1 ottobre.

Usa 2024: campagna Harris, 370 milioni in spot dal 2 settembre al voto
La campagna di Kamala Harris ha annunciato che spenderà 370 milioni di dollari in spot dal Labor Day (2 settembre) all’Election Day del 5 novembre, di cui 200 milioni in annunci digitali: sarebbe il più grande investimento del genere della politica americana.

Alle televisioni, sono stati riservati solo 170 milioni, perché il pubblico televisivo tradizionale continua a frammentarsi e ridursi. “Non siamo rimasti bloccati ai vecchi tempi, quando l’80% del budget doveva andare alla televisione”, ha spiegato al New York Times Quentin Fulks, vice campaign manager.

La campagna di Harris non ha detto quanto spenderà in ogni Stato. Ma ha affermato che i suoi acquisti di pubblicità televisiva ammontano al doppio di quanto la campagna del presidente Biden del 2020 aveva speso in Pennsylvania e Wisconsin, a quattro volte quanto aveva speso in Georgia e a sei volte quanto aveva investito in Nevada, il meno popoloso degli Stati in bilico.

La campagna di Harris sta facendo ora pubblicità nei sette Stati in bilico, un blitz pubblicitario estivo da 150 milioni di dollari.