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USA 2024: – 37, Ucraina, prove di dialogo Trump-Zelensky; Harris, stretta su immigrazione

28
Settembre 2024
Di Giampiero Gramaglia

Mentre il Mondo tiene il fiato sospeso per quanto accade in Medio Oriente, la campagna elettorale negli Stati Uniti ruota intorno alla guerra in Ucraina. Ieri, prove di dialogo tra l’ex presidente Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che, il giorno prima, alla Casa Bianca, era stato ricevuto dal presidente Joe Biden e dalla sua vice Kamala Harris.

La candidata democratica è andata in Arizona ad annunciare un’ulteriore stretta sull’immigrazione nel tentativo di recuperare terreno sul suo rivale su uno dei suoi fronti deboli.

USA 2024: Ucraina, Trump e Zelensky d’accordo, la guerra deve finire
Nonostante le ripetute dichiarazioni molto critiche di Trump verso Zelensky nei giorni scorsi, l’incontro alla Trump Tower è stato “un grande incontro”: parole di Trump sul suo sociali Truth. Nell’accogliere Zelensky, Trump ha riconosciuto che il suo interlocutore “ne ha passate tante”. Dopo il colloquio, ha scritto:  “Se sarò eletto la guerra fra Russia e Ucraina finirà rapidamente. Se non lo sarò, la guerra non finirà mai ed entreremo gradualmente nella terza guerra mondiale. La compagna Harris non sarà mai capace di mettere fine alla guerra. Nulla cambierà se non che la morte e la distruzione peggioreranno”.

Più cauto, ma ugualmente positivo Zelensky, che ha invitato Trump a Kiev, Per lui, “Questa guerra non doveva iniziare… (Il presidente russo Vladimir) Putin ha ucciso molte persone e noi dobbiamo spingerlo a fermare questo conflitto… E’ sul nostro territorio: è la cosa più importante da capire… Abbiamo una visione comune che la guerra deve terminare…”.

Trump non ha escluso un ulteriore incontro con Zelensky – “Potrebbe accadere” –, ha poi ricordato il suo “buon rapporto” con Putin, ha espresso la necessità di “un accordo giusto” e ha ovviamente ripetuto che, se lui fosse stato presidente, la guerra non sarebbe mai scoppiata.

La settimana dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha offerto a Trump anche l’occasione d’incontrare per la prima volta il premier laburista britannico Keir Starmer: una cena di due ore, svoltasi alla Trump Tower, presente anche il ministro degli Esteri David Lammy. Dandone notizia, la Bbc ricorda che Lammy, in passato, aveva usato parole durissime contro Trump definendolo “razzista” e “simpatizzante neo-nazista”, prima di cambiare il suo approccio con toni più concilianti.

Dell’incontro, il moderato Starmer ha dichiarato che è stata una “buona” opportunità per conoscere il candidato presidenziale repubblicano e “stabilire un rapporto”. Trump ha definito il premier “persona molto gentile” e gli ha fatto i complimenti per il successo elettorale nel voto del 4 luglio. Alla Bbc, Starmer ha precisato che “ovviamente” voleva conoscere la vice-presidente Harris, candidata democratica, ma che non è stato possibile per problemi di agenda..

USA 2024: Harris in Arizona sul confine con il Messico, Trump in Michigan
Harris e Trump hanno proseguito le loro campagne negli Stati in bilico: la democratica in Arizona e il repubblicano in Michigan.

Parlando di immigrazione, la vice-presidente ha detto: “Il popolo americano merita un presidente che si preoccupi di più della sicurezza dei confini che di giochi politici”: una frase critica verso Trump, ma che non suona lusinghiera neppure per Biden.

Harris ha annunciato che non solo manterrà in vigore la stretta sull’asilo del presidente Biden, se andrà alla Casa Bianca, ma che la inasprirà. In primavera, Biden ha bloccato le richieste di asilo, quando gli attraversamenti della frontiera raggiungono una certa soglia – la misura pare funzionare; gli ingressi sono crollati -.

Harris, se sarà eletta, prenderà ulteriori provvedimenti per garantire che il confine resti sigillato, quando le richieste d’asilo sono bloccate, ed abbasserà sotto il livello attuale di 1500 al giorno la media degli attraversamenti della frontiera prima che la chiusura possa essere revocata.

USA 2024: tre hacker iraniani accusati per attacchi a campagna Trump
Il Dipartimento della Giustizia statunitense ha desecretato le accuse penali contro tre agenti iraniani sospettati di avere hackerato la campagna presidenziale di Donald Trump e di aver diffuso informazioni rubate a organizzazioni giornalistiche.

I tre hacker accusati, Masoud Jalili, Seyyed Ali Aghamiri e Yasar Balaghi, erano stati assoldati dalla Guardia Rivoluzionaria paramilitare iraniana: la loro attività ha preso di mira un’ampia gamma di obiettivi, tra cui funzionari governativi, membri dei media e organizzazioni non governative.

Trump su Truth se la prende con Google, che avrebbe “usato illegalmente un sistema di rilevazione e visualizzazione” che segnala “solo storie negative su di me e contemporaneamente evidenzia solo storie positive sulla compagna Kamala Harris” “Questa è un’attività illegale”, sostiene Trump, che, quando sarà presidente, se lo diventerà, chiederà che Google sia perseguita.

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