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Usa 2024: – 255, vigilia primarie repubblicane South Carolina; siparietto Putin / Biden

23
Febbraio 2024
Di Giampiero Gramaglia

Vigilia frastagliata delle primarie repubblicane in South Carolina, che, stando ai sondaggi, stanno per infliggere un colpo forse decisivo alle speranze di Nikki Haley, ex governatrice dello Stato ed ex rappresentante degli Usa all’Onu, di contendere a Donald Trump la nomination repubblicana verso Usa 2024.

L’ex presidente ha infatti un vantaggio di oltre 30 punti sulla sua ex collaboratrice, che ha governato lo Stato per due mandati, e dovrebbe vincere per 2 a 1, doppiando l’antagonista. La Cnn spiega che gli elettori repubblicani della South Carolina apprezzano Haley, ma amano Trump.

Haley ripete di volere restare in corsa, almeno fino al Super Martedì del 5 marzo, quando si voterà in decine di Stati. Trump, che ha l’appoggio di molti dei maggiorenti del partito in South Carolina, e che mantiene il senatore nero repubblicano locale Tim Scott nella ‘short list’ dei suoi possibili vice, ha già fatto sapere che conquisterà la maggioranza assoluta dei delegati alla convention, necessaria per garantirsi la nomination, nella tornata elettorale del 19 marzo.

Dal canto suo, il governatore della Florida Ron DeSantis, ritiratosi dalla corsa alla nomination, esclude l’ipotesi di fare il vice di Trump, come recentemente ventilato: lo ha detto lui stesso parlando con suoi sostenitori e spiegando che sarebbe un “errore” per il magnate attuare la “politica dell’identità” nello scegliere il vice, che gli dovrebbe piuttosto essere complementare. DeSantis lascia la porta aperta ad una nuova corsa per la Casa Bianca nel 2028.

Usa 2024: la giustizia non dà finanziariamente tregua a Trump
Può darsi che Haley tenga viva la sua candidatura nell’ipotesi che Trump inciampi in uno dei suoi guai giudiziari, che, per ora, stanno prosciugando le sue risorse finanziarie. A gennaio, i suoi fondi elettorali hanno speso tre milioni di dollari in spese legali e, a fine mese, restavano da pagare debiti per 1,9 milioni.

E la giustizia non dà finanziariamente tregua al magnate. Il giudice di New York Arthur Engoron ha ieri respinto la richiesta di rinviare di 30 giorni l’entrata in vigore della sentenza del processo civile per gli averi della Trump Organization gonfiati fraudolentemente: l’ex presidente deve pagare quasi 355 milioni di dollari. Scatterà quindi probabilmente da oggi il termine di 30 giorni per presentare appello depositando l’intera somma, maggiorata degli interessi.

La procuratrice di New York Letitia James s’è già detta pronta a sequestrare i beni di Trump, se questi non fosse in grado di trovare i fondi per pagare.

Usa 2024: Biden alle prese con la vicenda Navalny e gli insulti a Putin
Il presidente Usa Joe Biden ha ieri incontrato in California, dov’è per impegni elettorali, la moglie e la figlia dell’oppositore russo Alexiei Navalny, Yulia e Dasha, e ha poi postato su X due foto, mentre abbraccia Yulia e mentre parla con entrambe.

La polemica innescata dalla frase offensiva utilizzata da Biden nei confronti di Vladimir Putin, definito un “pazzo” e un “figlio di puttana”, ha trovato eco a Mosca, dove il presidente russo è sarcastico: “Avevo detto che per noi Biden è preferibile come presidente (rispetto a Trump, ndr), e a giudicare da quello che adesso ha detto, ho assolutamente ragione … Certo non mi avrebbe potuto dire ‘Volodya, sei bravo, grazie, mi aiuti moltissimo’”.

Il portavoce di Putin Dmitry Peskov parla di “linguaggio da cowboy”, la portavoce del Ministero degli Esteri Maria ZaKharova chiama in causa il figlio di Biden Hunter, a giudizio per reati fiscali e per l’acquisto di un’arma senza averne i requisiti: “Pensi a suo figlio, invece che a Putin”.

A proposito di Hunter, c’è da registrare, ieri, il nuovo arresto della talpa che lo avrebbe incastrato, Alexander Smirnov, ex informatore dell’ex Fbi, incriminato per aver mentito all’Fbi e inventato accuse di corruzione contro l’attuale presidente e suo figlio. Lo ha deciso un giudice, che ha accolto la richiesta dell’accusa di riesaminare la libertà condizionata appena concessa al Smirnov. Secondo gli inquirenti, l’ex informatore potrebbe scappare all’estero grazie ai suoi contatti con varie agenzie di intelligence, tra cui la russa, che – come lui stesso ha ammesso – gli avrebbe passato informazioni per infangare i Biden.

Per la Casa Bianca, “le parole di Biden su Putin non arrivano soltanto da una prospettiva viscerale, ma sono il riflesso della sua preoccupazione per la nostra sicurezza nazionale… Quando si tratta della Russia, abbiamo grandi preoccupazioni per la nostra sicurezza nazionale… “.

In campo repubblicano, invece, la sortita di Biden alimenta la spinta al ricorso al 25° emendamento della Costituzione, che prevede la rimozione del presidente in caso di incapacità. Sul Daily Signal, un sito dell’Heritage Foundation, think tank conservatore, Fred Lucas cita il senatore repubblicano dello Utah Mike Lee: “L’America ha disperatamente bisogno d’una guida capace alla Casa Bianca … La sicurezza del nostro Paese è in ballo…”.

A sua volta, Biden, nel suo tour elettorale in California, accusa Trump di “incoraggiare la violenza politica”, come “nessun presidente ha fatto dai tempi della Guerra civile”. Biden cita le promesse del magnate agli assalitori del Campidoglio il 6 gennaio 2021: “Li chiama patrioti e dice che, se sarà eletto, li grazierà… Ma hanno ucciso poliziotti, hanno ucciso persone”.