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Usa 2024: – 233, il processo a Trump in Georgia va (forse) avanti, quello a NY slitta

16
Marzo 2024
Di Giampiero Gramaglia

Il processo è (forse) salvo, il legame fra i giudici è definitivamente spezzato (ma l’amore era già finito): tra carte e lenzuola, la giustizia cerca di farsi faticosamente strada nella vicenda di per sé limpida delle pressioni esercitate dall’allora presidente Donald Trump sui responsabili elettorali della Georgia perché alterassero a suo favore l’esito del voto del 2020.

L’iter legale era stato interrotto dalla denuncia di un co-imputato: il rapporto sentimental-sessuale tra la PM del procedimento, Fani Willis, la procuratrice della Contea di Fulton, quella di Atlanta, ed un suo collaboratore, assunto per collaborare all’inchiesta, Nathan Wade, creava intorno all’indagine un alone di conflitto d’interessi.

In realtà, non è chiaro in che modo il rapporto tra i due potesse inficiare le prove raccolte contro Trump e gli altri co-imputati. Ma il sospetto di comportamenti non etici e di conflitti d’interessi c’era: Wade sarebbe stato pagato bene, forse meglio di altri; e avrebbe usato parte dei suoi compensi per vacanze con Willis.

L’iter legale s’è bloccato, in attesa dell’esame della questione. Ieri, il giudice Scott McAfee, che se n’è occupato, ha sentenziato che Willis può restare al suo posto (e che quindi il processo può andare avanti, senza che un nuovo PM debba riprendere tutto in mano da capo), purché Wade sia silurato o lasci l’incarico.

Nel giro di poche ore, il procuratore-amante s’è dimesso. E Willis, nell’accettarne le dimissioni, l’ha ringraziato “per il “patriottismo, il coraggio e la dedizione alla giustizia”. Roba da film, se non fosse che anche a questo s’appiglia Trump per conservare le sue chances di diventare di nuovo presidente degli Stati Uniti.

In una sentenza di 23 pagine, il giudice McAfee ha scritto che il co-imputato di Trump Mike Roman “non è riuscito a dimostrare che il rapporto di Willis con Wade rappresentasse un conflitto d’interessi tale da giustificare la rimozione dal caso”. Tuttavia, il giudice ha rilevato “un’anomalia” nella gestione del procedimento e ha quindi stabilito che Willis, per restare al suo posto, doveva cacciare Wade; altrimenti, avrebbe dovuto mollare il caso.

Parentesi chiusa? Processo ai blocchi di partenza? È tutto da vedere perché Steve Sadow, un legale di Trump, mette le mani avanti: “Continueremo a usare tutte le vie legali disponibili per combattere e mettere fine a questo caso … Rispettiamo la decisione della corte, ma riteniamo che non dia l’appropriato significato alla cattiva condotta” di Willis e di Wade.

Tira aria di ricorsi e appelli. Il magnate non vuole essere processato e riconosciuto innocente: vuole non essere proprio processato, o almeno non prima delle elezioni. Infatti, in scia al suo legale, Trump commenta che la procuratrice Willis non può restare al suo posto e continuare “la sua caccia alle streghe contro di me. E’ corrotta e ha lavorato con la Casa Bianca di Joe Biden per orchestrare questa manovra contro di me … Queste sono interferenze sul voto. Biden ed i suoi corrotti alleati non si fermeranno di fronte a nulla per prevenire un nostro ritorno alla Casa Bianca”.

Sul fronte del processo di New York, per il pagamento in nero a una pornostar e a una ex coniglietta di somme tratte dai fondi elettorali per comprare il loro silenzio su loro relazioni con il magnate tempo addietro, il giudice Juan Manuel Merchan ha concordato con il PM Alvin Bragg di rinviarne l’inizio, fissato al 25 marzo, d’una trentina di giorni, per vagliare nuove prove e lasciare alla difesa tempo per studiare a fondo il materiale.

Il processo, dunque, dovrebbe ora cominciare nella seconda metà di aprile, ma una data precisa non è stata ancora fissata.

Usa 2024: Pence, “non appoggerò Trump”

L’ex vice-presidente Mike Pence non appoggerà Donald Trump per la presidenza. “Quest’anno non lo appoggerò, non è una sorpresa”, ha detto l’ex governatore dell’Indiana in un’intervista alla Fox. I rapporti fra Pence e Trump si sono incrinati e poi spezzati dopo l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. Pence è stato anche rivale di Trump nella corsa alla nomination 2024, ma s’è poi ritirato prima dell’inizio delle primarie.

“Trump – ha spiegato il suo ex vice – sta proponendo un’agenda che non riflette i valori conservatori su cui abbiamo governato. Quindi, in buona coscienza, non posso appoggiarlo”, pur restando “orgoglioso” di quanto fatto con l’Amministrazione Trump dal 2017 al 2021.