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USA 2024: – 194, primarie in Pennsylvania, vincono Biden e Trump; processo avanti

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Aprile 2024
Di Giampiero Gramaglia

Ce n’eravamo quasi dimenticati, ma le primarie per USA 2024 proseguono. Ieri, in Pennsylvania, uno degli Stati da cui dipende l’esito di Usa 2024, Joe Biden e Donald Trump, che corrono ormai senza avversari, hanno largamente vinto. Ma il presidente ha quasi fatto il pieno dei voti, mentre per l’ex presidente il risultato è meno positivo: circa un elettore repubblicano su cinque gli ha comunque preferito Nikki Haley, che non è più in corsa da un mese e mezzo. Segno che c’è uno zoccolo consistente dell’elettorato conservatore che non accetta la sua candidatura.

Su X, Biden fa dell’ironia anti-Trump: “Non iniettarti candeggina – scrive -. E non votare per il tipo che ti ha detto di iniettarti la candeggina”. Esattamente quattro anni fa, in piena campagna elettorale per Usa 2020 e in piena pandemia, l’allora presidente Trump, suggestionato da una sorta di santone, diede questo sconcertante consiglio agli americani in una conferenza stampa sulla pandemia, di cui Biden linka ora il video al suo post.

Ieri, è pure proseguito a New York il processo a Trump per il denaro in nero pagato nel 2016, durante la campagna elettorale, a una pornostar per comprarne il silenzio su una loro relazione vecchia di anni. Il magnate rischia una sanzione per oltraggio alla corte, per avere ripetutamente ignorato l’ordine di non attaccare e insultare giudice e giurati, inquirenti e testimoni.

USA 2024: processo a Trump, la deposizione di Pecker un punto per l’accusa
I pubblici ministeri hanno incassato una prima vittoria perché David Pecker, già a lungo l’editore del tabloid National Esquirer e un amico del magnate, ma ora teste chiave in cambio dell’immunità, ha corroborato il castello accusatorio sull’esistenza di una sorta di ‘cospirazione’ per insabbiare storie compromettenti sull’allora candidato, come quella di Stormy Daniels, e, quindi, per ‘falsare’ le elezioni.

Il re dei tabloid ha ammesso che in un incontro alla Trump Tower nell’agosto 2015 Trump e l’allora suo avvocato Michael Cohen, divenuto ora teste d’accusa, gli chiesero cosa potesse fare “per aiutare la campagna” del magnate. E lui si impegnò a essere “i loro occhi e le loro orecchie”, pubblicando storie positive su Trump e negative sui suoi rivali, come Hillary Clinton, Ted Cruz e Marco Rubio; e anche avvisando Cohen se fosse venuto a conoscenza di voci dannose (come capitò con il portiere della Trump Tower per una presunta paternità extramatrimoniale) e di donne che volevano vendere storie – reali o inventate – con il magnate  (come effettivamente accadde con Stormy Daniels e, prima, con la coniglietta di Playboy Karen McDougal).

In tal caso, Cohen avrebbe potuto “uccidere quelle storie”, con la prassi del ‘catch and kill’ – le compri e le tieni nel cassetto -. “Pensavo – ha aggiunto Pecker – che fosse di reciproco vantaggio. Avrebbe aiutato la sua campagna e anche la mia attività”. L’accordo non fu messo per iscritto perché “era solo un’intesa tra amici”. Trump gli presentò anche Steve Bannon, dicendogli che avrebbero potuto “lavorare molto bene insieme”.

Pecker ha descritto il magnate come una persona “molto prudente” e “molto frugale”, molto attenta ai dettagli. E ha raccontato di averlo visto firmare fatture e assegni portati dalla sua assistente: circostanza che serve a stabilire se Trump controllava effettivamente quello che firmava, compresi gli assegni con cui avrebbe rimborsato Cohen per avere comprato il silenzio di Stormy Daniels.

L’accusa ha usato Pecker per dipingere il mondo di Trump, dove – come ha scritto sull’ANSA Claudio Salvalaggio – “gli interessi politici si intrecciavano con quelli di tabloid prezzolati” e “dove a sbrigare gli affari sporchi del magnate ci pensava Cohen”.

L’ex avvocato, ormai radiato dall’albo, sarà uno dei prossimi testimoni, come la pornostar e come Hope Hicks, all’epoca portavoce della campagna di Trump.

Prima della prosecuzione del processo, il giudice Juan Merchan ha tenuto un’udienza molto tesa: si trattava di stabilire se Trump ha ripetutamente violato il ‘gag order’ che gli vieta di fare commenti sul giudice, i pm, i giurati, i testimoni e lo staff del tribunale. Una condotta che configura l’oltraggio alla corte e che potrebbe essere punita con un’ammenda o con la detenzione sino a 30 giorni, tanto che il Secret Service si è preparato anche a questa eventualità.

L’accusa si è limitata a chiedere una sanzione di 10.000 dollari (1.000 per violazione) e il giudice s’è riservato la decisione. Non senza prima ammonire l’avvocato di Trump, Todd Blanche, che “sta perdendo ogni credibilità”, per non aver risposto alle sue domande. Per nulla intimorito, il magnate, su Truth, ha di nuovo accusato Merchan di essere pieno di conflitti di interesse e di privarlo del suo diritto costituzionale alla libertà di parola, invitandolo a ricusarsi.