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USA 2024: – 152, Biden, stretta sui migranti; primarie, ultimi verdetti

05
Giugno 2024
Di Giampiero Gramaglia

Il presidente in pectore Joe Biden – nonché candidato a USA 2024 – dà una stretta alle regole sull’immigrazione, pubblicando un decreto che – come anticipato – consente di respingere i migranti, senza dare loro modo di presentare domanda d’asilo, quando il numero eccede i 2500 al giorno in media su scala settimanale (il che, attualmente, avviene, per cui il decreto è già operativo).

La giornata di martedì ha anche visto concludersi, molto in sordina, il rito delle primarie ed entrare nel vivo il processo nel Delaware a Hunter Biden, per avere acquisito e posseduto una pistola nonostante la dipendenza da droga e alcol. Un indice del clima in cui si svolge la corsa a Usa 2024 lo dà il titolo del Daily Signal, un sito conservatore: “Gli Stati Uniti, che stanno per compiere i loro 250 anni, sono sotto sotto attacco, in guerra: non con la Russia o con la Cina, ma al loro interno, è una guerra intestina ».

USA 2024: migranti, Biden e Trump polemizzano a vicenda
Presentando il provvedimento, il più restrittivo in materia di migranti mai preso nella storia dell’Unione da un presidente democratico, Biden ha insistito che l’immigrazione è un bene vitale: “Non dirò mai che i migranti avvelenano il sangue americano”, ha detto citando il suo rivale, Donald Trump, che ha più volte utilizzato l’espressione.

Trump, dal canto suo, ha criticato il provvedimento di Biden, che “non fermerà l’invasione”, anzi “la renderà ancora peggiore”: “è debole e patetico”. Trump ripete che Biden è “il peggior presidente della storia Usa”, che “dopo quasi quattro anni di leadership fallimentare, … pretende di affrontare finalmente la questione” del confine con il Messico.

Per il magnate, “mettere il confine in sicurezza è facile: basta chiuderlo. Quando sarò stato eletto, l’immigrazione sarà la mia priorità: il primo giorno chiuderò il confine e fermerò l’invasione e manderò a casa loro gli immigrati illegali di Joe Biden”.

USA 2024: primarie, occhio al Senato
Molto in sordina, visto che Joe Biden e Donald Trump sono rimasti senza rivali da almeno tre mesi, le primarie si sono ieri concluse con voti in Montana, New Jersey, New Mexico, South Dakota ed a Washington. In tutto, l’Ap conta, in 146 giorni, 90 primarie e 17 caucuses, praticamente in tutti gli Stati, nel Distretto di Columbia e in 17 territori.

Per Biden e Trump, gli elementi di interesse, ancora da verificare, erano, rispettivamente, la conta degli ‘uncommitted’ – coloro che contestano la linea del presidente nel conflitto tra Israele e Hamas – e l’impatto, se percepibile, della recente condanna del magnate nel processo per avere impedito, con metodi illeciti, agli elettori di venire a conoscenza di informazioni per lui pregiudizievoli durante la campagna per Usa 2016.

L’attenzione era piuttosto rivolta ad alcune primarie per il Senato, dove basterà che i repubblicani conquistino un seggio a novembre per compromettere l’attuale risicata maggioranza democratica.

Nel Montana, dove il seggio del democratico Jon Tester è a rischio, essendo lo Stato solidamente conservatore, i repubblicani hanno scelto come candidato Tim Sheehy Nel New Jersey, Stato invece solidamente democratico, il senatore uscente Bob Menendez, invischiato in accuse di corruzione, intende correre come indipendente, mentre i democratici hanno scelto Andy Kim, favoritissimo.

USA 2024: processo a Hunter e altri sviluppi giudiziari
Nel processo a Hunter Biden, a Wilmington, nel Delaware, le dichiarazioni d’apertura dell’accusa e della difesa non sono state particolarmente emozionanti: “nessuno è al di sopra della legge”, dice l’accusa; e “la pistola non è mai stata carica”, puntualizza la difesa. Il Ministero della Giustizia, chiamato in causa per ingerenze dai repubblicani, nega intrusioni nella vicenda.

A New York, i legali di Trump chiedono al giudice del processo Juan M. Merchan, che deve pronunciare la sua sentenza l’11 luglio, di rimuovere i limiti ai commenti che l’ex presidente può fare su magistrati e inquirenti, testimoni e giurati.

Nel Wisconsin, la procura generale mette sotto accusa ex legali ed ex collaboratori di Trump che cercarono di falsare i risultati delle elezioni nel 2020: fra gli altri, vanno a giudizio gli avvocati Kenneth Chesebro e Jim Troupis e un collaboratore della campagna, Mike Roman. Procedimenti analoghi sono già stati avviati in Arizona, Michigan e Nevada, oltre che in Georgia, dove Trump è fra i rinviati a giudizio.