Cronache USA

Il Natale di Trump: missili sulla Nigeria, auguri settari e caso Epstein

26
Dicembre 2025
Di Giampiero Gramaglia

Nella notte tra Natale e Santo Stefano, gli Stati Uniti hanno condotto nella notte “un attacco potente e letale contro elementi dell’Isis nella Nigeria nord-occidentale”: lo ha annunciato il presidente Usa Donald Trump, definendo gli obiettivi dell’azione “feccia terroristica che ha preso di mira e ucciso brutalmente cristiani innocenti”. Trump ha aggiunto: “Avevo già avvertito questi terroristi che se non avessero fermato il massacro dei cristiani avrebbero pagato con l’inferno… Ora è successo… Il Dipartimento della Guerra ha fatto numerose azioni perfette…”. Fin da novembre, Trump aveva ordinato al Pentagono di preparare operazioni militari in Nigeria, per proteggere i cristiani dai movimenti integralisti islamici. E il presidente aveva ripetutamente denunciato i misfatti contro i cristiani nel Paese, le cui autorità sostengono, però, che quella in atto non è una guerra di religione, ma un attacco terroristico alle Istituzioni democratiche. Il governo nigeriano ha confermato gli “attacchi aerei mirati” americani contro obiettivi terroristici. Il Pentagono ha specificato che le operazioni si sono concentrate sullo Stato di Sokoto, su richiesta delle autorità nigeriane.

La vigilia di Natale, Trump aveva confermato l’atteggiamento particolarmente aggressivo e settario degli ultimi giorni, augurando “Buon Natale a tutti, anche a quella Feccia della Sinistra Radicale – con tanto di maiuscole nel testo, ndr – che fa tutto il possibile per distruggere il nostro Paese, ma che sta miseramente fallendo” grazie ai suoi successi. Il presidente ha anche attribuito al desiderio di minimizzare i risultati da lui ottenuti l’attenzione mediatica sui ‘files Epstein’, da cui sono uscite prove di rapporti tra lui e il magnate pedofilo più stretti di quanto s’era finora saputo, anche se tutti antecedenti l’emergere dei reati di Epstein. Nel gjorno di Natale, gesti e parole del presidente Usa contrastano con gli atti d’un altro americano, Papa Leone XIV, che, dopo avere celebrato la messa a San Pietro – non accadeva dal 1994 che la dicesse un papa – e prima di impartire la benedizione Urbi ed Orbi, ha lanciato un appello affinché “s’arresti il fragore delle armi e le parti coinvolte, con l’impegno della comunità internazionale, trovino il coraggio di dialogare”.

Ucraina: aperture di facciata, minacce e attacchi incrociati
In Ucraina, il presidente Volodymyr Zelensky, che ha un colloquio telefonico con i negoziatori Usa, si vuole ottimista e parla di progressi verso la pace: “Noi non saremo mai un ostacolo”, assicura, più per compiacere Trump che per convinzione. Ma, nel messaggio di Natale al Paese, Zelensky evoca, senza citarlo, la morte del presidente russo Vladimir Putin. Il Cremlino commenta formulando dubbi sulla volontà di Zelensky di risolvere il conflitto. Putin, dal canto suo, incontra i ministri siriani degli Esteri e della Difesa e discute una partnership con Damasco – il che desta interrogativi sul posizionamento internazionale della ‘nuova’ Siria –. Poi, fa dire che la Russia è pronta a firmare un patto di non aggressione reciproca con i Paesi Nato, purché si tratti “di un atto giuridico internazionale a tutti gli effetti”. Ma le notizie ricorrenti e salienti feririscono di ulteriori attacchi reciproci: Kiev denuncia raid russi missilistici e con droni su diverse città, con vittime civili e danneggiamenti alla rete elettrica; e Mosca dice di avere abbattuto decine di droni ucraini, mentre, nella capitale russa, la notte tra il 24 e il 25, un’autobomba esplode e ferisce due agenti della polizia stradale, poco lontano da dove lunedì era stato ucciso il generale Fanil Sarvarov.

Sotto l’albero, regali dall’economia e carbone dal “caso Epstein”
La vera notizia regalo sotto l’albero di Trump è che l’economia statunitense va meglio del previsto  a dispetto delle previsioni catastrofiche di economisti cassandre: il Pil è infatti cresciuto del 4,3% nel terzo trimestre, ben più del 3% preventivato, ed è trainato dalla domanda interna, nonostante l’umore dei consumatori non sia al top, l’inflazione resti relativamente alta e il mercato del lavoro dia segnali di debolezza. Per il resto, il magnate presidente è infastidito dagli sviluppi del caso Epstein e da una rara sentenza a lui contraria della Corte Suprema, che blocca lo spiegamento della Guardia Nazionale a Chicago, dove avrebbe dovuto affiancare e proteggere la polizia che scova e deporta gli immigrati illegali. La decisione, presa contro il parere di tre giudici conservatori, rischia di condizionare lo schieramento della Guardiua Nazionale in altre città. La diffusione dei ‘files Epstein’, i documenti relativi alle vicende giudiziarie del magnate pedofilo morto suicida in carcere a New York nel 2019, proseguirà almeno fino alla fine dell’anno, prevede Axios, un sito solitamente ben informato. L’ultima infornata di documenti resi pubblici lunedì sera conteneva 11 mila emails, messaggi, foto, con più riferimenti a Trump che nelle precedenti; e, secondo il New York Times, il Dipartimento della Giustizia deve ancora editare e diffondere oltre un milione di documenti; il che, per la Cnn, alimenta gli interrogativi sulla gestione dei files.

Da quanto finora pubblicato, emerge che, negli Anni Novanta, l’allora amico del magnate pedofilo fu ospite sul suo aereo più volte di quante s’era finora saputo, almeno otto, fra il 1993 e il 1996; e, in almeno quattro occasioni, con Trump c’era Ghislaine Maxwell, partner e procacciatrice di prede di Epstein, che sta attualmente scontando una condanna a vent’anni. Su un volo del 1993, Trump ed Epstein sono gli unici due passeggeri registrati; su un altro, ci sono Epstein, Trump e una ventenne. “Vogliono coprire i miei successi”, è la replica del presidente. E sembra che il Dipartimento di Giustizia avesse individuato “una decina di potenziali co-cospiratori” di Epstein, nessuno dei quali, a parte Maxwell, è stato finora formalmente accusato.