Trasporti

Rinvio dello stop ai diesel Euro 5: più tempo per Regioni e cittadini

08
Luglio 2025
Di Giuliana Mastri

Con l’approvazione di un emendamento al decreto Infrastrutture, il Governo introduce maggiore flessibilità sull’entrata in vigore delle limitazioni alla circolazione per i veicoli diesel Euro 5. Il provvedimento, accolto con entusiasmo dal vicepremier Matteo Salvini, posticipa di un anno – dal 1° ottobre 2025 al 1° ottobre 2026 – l’applicazione delle restrizioni per le regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

Una delle novità più rilevanti riguarda il criterio demografico: le limitazioni alla circolazione verranno applicate prioritariamente nei comuni con più di 100.000 abitanti, anziché nei centri sopra i 30.000, come precedentemente previsto. Questo riduce sensibilmente l’impatto immediato sulle città medie, concentrando gli interventi nei grandi centri urbani.

L’emendamento, tuttavia, non rappresenta una cancellazione definitiva delle misure anti-smog. Dopo il nuovo termine del 2026, le Regioni potranno evitare l’introduzione di blocchi permanenti per i diesel Euro 5 solo se adotteranno interventi alternativi in grado di raggiungere obiettivi equivalenti in termini di riduzione delle emissioni, in linea con i requisiti europei. Inoltre, rimane la facoltà per le amministrazioni locali di anticipare le restrizioni, qualora lo ritenessero necessario, aggiornando i piani regionali per la qualità dell’aria.

La decisione del Governo viene accolta positivamente dal Codacons, che sottolinea come il rinvio eviti l’immediata esclusione dalla circolazione di circa 1,3 milioni di veicoli. Senza questo slittamento, dal prossimo autunno molti automobilisti del Nord si sarebbero trovati costretti a sostituire le proprie auto, spesso senza adeguati incentivi statali o soluzioni accessibili.

Tuttavia, l’associazione dei consumatori ammonisce: la proroga non deve diventare un alibi per l’inazione. Le Regioni, ora, hanno un anno in più per mettere in campo politiche strutturali ed efficaci per ridurre l’inquinamento atmosferico, tutelando al contempo la salute dei cittadini e l’ambiente.

Il dibattito, insomma, resta aperto tra esigenze ambientali, sostenibilità economica e diritto alla mobilità. La sfida sarà quella di utilizzare il tempo guadagnato per realizzare soluzioni concrete, anziché rimandare ancora.