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Usa 2024: -190 verso ildibattito Biden – Trump, gli sviluppi del processo

27
Aprile 2024
Di Giampiero Gramaglia

Il presidente Joe Biden e l’ex presidente Donald Trump potrebbero sfidarsi in un dibattito televisivo senza attendere i canonici tre dibattiti tra settembre e ottobre: un’apertura in tal senso è ora venuta da Biden, dopo che le maggiori reti televisive statunitensi e la Ap avevano scritto ai due candidati ‘in pectore’ dei due maggiori partiti, il democratico e il repubblicano, sollecitandoli a un dibattito.
Intervenendo allo show televisivo di Howard Stern, Biden ha detto: “Farò un dibattito con Trump, non so quando, ma arò contento di averlo”. Fin qui, il presidente non s’era impegnato in tal senso.
Trump ha reagito all’uscita dall’ottava udienza del processo a suo carico in corso a New York: “Tutti sanno che non è così – che Biden voglia fare un dibattito con lui, ndr -, ma nel caso fosse vero, per me possiamo farlo ovunque e in ogni momento”. Biden “mi deve solo dire” quando e dove vuole farlo, “anche la prossima settimana per me va bene” e “se vuole farlo alla Casa Bianca per me va bene, mi ci trovo a mio agio”.
Secondo alcuni commentatori, l’apertura di Biden al dibattito con Trump è un segno della ritrovata e consolidata fiducia del presidente, che, dopo il discorso sullo stato dell’Unione del 7 marzo, pare avere ‘cambiato marcia’ nella sua campagna ed ha fatto incontri e comizi in tutti gli Stati in bilico, mentre, da due settimane, Trump è bloccato in tribunale a New York (e il processo, alle cui udienze deve assistere, andrà avanti prevedibilmente fino a giugno).
Nell’udienza di ieri, i legali del magnate hanno contro-interrogato l’editore del National Enquirer, David Pecker, cercando di mettere in evidenza alcune contraddizioni della sua deposizione, senza però riuscire a scalfirne la sostanza. Pecker ha soprattutto confermato che Trump voleva bloccare dichiarazioni per lui imbarazzanti non per tutelare la sua famiglia, ma per non compromettere la sua campagna elettorale.
L’accusa ha poi chiamato a testimoniare Rhonna Graff, per 34 anni l’assistente dell’ex presidente alla Trump Organization. Graff racconta di avere visto la pornostar Stormy Daniels, all’anagrafe Stephanie Clifford, nella sala d’attesa al 26o piano della Trump Tower a New York, dove il magnate aveva il suo ufficio, prima delle elezioni del 2016; e dice di avere pensato che fosse lì per chiedere di partecipare allo show ‘The Apprentice’. Graff ammette che i legali che l’assistono sono pagati dalla Trump Organization.
A udienza conclusa, Trump, oltre a commentare l’ipotesi di dibattito con Biden, torna a contestare processo e giustizia: “Questo è l’ottavo giorno” di un processo che è “una caccia alle streghe”, “è solo il tentativo di Biden di vincere le elezioni”. L’ex presidente se la prende anche con le forze dell’ordine: “La sicurezza in questo tribunale è come quella di Fort Knox”, i suoi sostenitori “non possono avere accesso all’area”.
In realtà, è vero che intorno al tribunale ci sono misure di sicurezza, compresa la chiusura di strade e la presenza di blocchi della polizia, ma le persone possono arrivare con l’auto fin davanti all’entrata e, se si presentano molto presto, come fanno i rappresentanti dei media, possono entrare in aula oppure seguire il processo in video.
Ne è riprova il fatto che, giovedì, prima di entrare in tribunale, Trump aveva fatto un bagno di folla per ribadire la pretesa d’immunità in discussione alla Corte Suprema: “Se non hai l’immunità, non farai niente, non prenderai alcun rischio, diventerai un presidente cerimoniale”.
Usa 2024: Kristi Noem uccise suo cane, aspirante vice-Trump mette a repentaglio candidatura
Kristi Noem, governatrice del South Dakota e nella folta rosa dei possibili ‘vice’ di Donald Trump, mette a repentaglio la sua candidatura raccontando in un suo libro appena pubblicato d’avere ucciso un suo cane e anche una capretta. Noem vuole così mostrare di essere pronta a fare “le cose difficili, confuse e brutte”, se vanno fatte: in politica come nella vita.
Il libro s’intitola ‘No Going Back: The Truth on What’s Wrong with Politics and How We Move America Forward’. Noem scende nei dettagli dell’uccisione di Cricket, il suo cane: un cucciolo, ma, ad avviso della governatrice, non addestrabile per la caccia. “Odiavo quel cane. Non era addestrabile ed era pericoloso per chiunque vi entrava in contato, valeva meno di niente come cane da caccia. In quel momento, ho realizzato che avrei dovuto” sopprimerlo, si legge nel libro di cui alcuni media hanno diffuso anticipazioni.

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