Innovazione / Politica

Ue, passi avanti verso il primo regolamento al mondo sull’Intelligenza Artificiale

15
Giugno 2023
Di Diana Adly

“Oggi tutti gli occhi sono puntati su di noi. L’Europa ha proposto una risposta concreta ai rischi che l’Intelligenza Artificiale sta iniziando a rappresentare. Vogliamo che il potenziale creativo e produttivo dell’IA venga sfruttato”. Così l’Eurodeputato del Gruppo dei Socialisti e Democratici, Brando Benifei, co-relatore per il Parlamento europeo sul Regolamento sull’Intelligenza artificiale (AI Act).

L’Eurocamera ha approvato nella sessione plenaria di ieri a Strasburgo la sua posizione negoziale sulla legge che mira a garantire che l’IA sviluppata e utilizzata in Europa sia conforme ai diritti e ai valori dell’Ue, ad esempio in materia di supervisione umana, sicurezza, privacy, trasparenza, non discriminazione e benessere sociale e ambientale. Come sottolineato dal Commissario Thierry Breton, con il voto di ieri, il Parlamento europeo diventa la prima Camera al mondo a votare su un regolamento complessivo sull’IA. I deputati hanno quindi aperto la strada a un dialogo a livello globale su come costruire un’IA responsabile.

Un approccio basato sul rischio

La posizione del Parlamento europeo rispecchia un approccio basato sul rischio e stabilisce obblighi per fornitori e operatori dei sistemi di IA a seconda del livello di rischio che può generare. Saranno quindi vietati quei sistemi che presentano un livello di rischio inaccettabile per la sicurezza delle persone. Tra questi, i sistemi che vengono utilizzati per il punteggio sociale e che classificano le persone in base al loro comportamento sociale o alle loro caratteristiche personali.

I deputati hanno inoltre ampliato l’elenco per includere divieti sugli usi intrusivi e discriminatori. Tra questi, l’uso di sistemi di identificazione biometrica remota “in tempo reale” in spazi accessibili al pubblico e l’uso di sistemi di identificazione biometrica remota “a posteriori” in spazi accessibili al pubblico. In particolare, sono stati bocciati gli emendamenti presentati dal Partito Popolare europeo volti ad autorizzare il riconoscimento facciale con l’Intelligenza artificiale in luoghi pubblici in diretta per le indagini autorizzate dalla magistratura. Ciò significa che il riconoscimento potrà avvenire solo su filmati registrati previa autorizzazione del giudice per reati già commessi.

La posizione del Parlamento europeo ha incluso nell’elenco anche i sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili (ad esempio genere, razza, etnia, cittadinanza, religione, orientamento politico), i sistemi di polizia predittiva (basati su profilazione, ubicazione o comportamenti criminali passati), l’estrazione non mirata di dati biometrici da Internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale (in violazione dei diritti umani e del diritto alla privacy), nonché i sistemi di riconoscimento delle emozioni utilizzati dalle forze dell’ordine, nella gestione delle frontiere, nel luogo di lavoro e negli istituti d’istruzione.

Abbiamo discusso seriamente della questione dell’utilizzo delle tecnologie ad IA per la gestione delle frontiere. La nostra decisione è stata che questo regolamento deve essere applicato anche in questo ambito e questo significa obblighi di trasparenza, e valutazione d’impatto sui diritti umani”, ha dichiarato in merito a questo ultimo punto Dragos Tudorache. Il co-relatore del gruppo Renew Europe ha spiegato che “Quando si tratta di migrazione riteniamo che anche li c’è un limite all’uso dell’IA, siamo in un ambito di grande rischio e la cosa va presa con grande serietà, dobbiamo rimanere vigili per garantire il rispetto dei diritti fondamentali“.

Gli emendamenti approvati dal Parlamento europeo chiedono poi che la classificazione delle applicazioni “ad alto rischio” includa anche i sistemi di IA che comportano danni significativi per la salute, la sicurezza, i diritti fondamentali delle persone o l’ambiente. In particolare, sono stati aggiunti alla lista “ad alto rischio” i sistemi di Intelligenza artificiale utilizzati per influenzare gli elettori e l’esito delle elezioni e i sistemi di raccomandazione utilizzati dalle piattaforme dei social media (quelli con oltre 45 milioni di utenti).

Intelligenza artificiale più sicura e trasparente

È evidente come due degli elementi cardine della posizione del Parlamento europeo siano la sicurezza e la trasparenza. L’idea è quella di creare un equilibrio e un approccio centrato sull’uomo, con protezioni e divieti, tuttavia senza limitare le applicazioni quando non necessario.

Seguendo questa razionale, gli Eurodeputati hanno chiesto ai sistemi di IA generativa che si basano su modelli come ChatGPT sia imposto il rispetto dei requisiti di trasparenza, dichiarando che il contenuto è stato generato dall’IA, quando è il caso, e rendendo possibile la distinzione delle cosiddette immagini “deep-fake” da quelle reali. E’ necessario inoltre rafforzare il diritto dei cittadini di presentare reclami sui sistemi di IA e di ricevere spiegazioni sulle decisioni basate su sistemi ad alto rischio con un impatto significativo sui loro diritti fondamentali.

Next steps

Il voto del Parlamento europeo, che ha visto un supporto di una larga maggioranza con 499 voti a favore, 28 contrari e 93 astensioni, ha dato il via ai negoziati con il Consiglio dell’Ue, volti a trovare un accordo sul testo definitivo. Il primo trilogo ha avuto luogo già nella serata di ieri e, come dichiarato dalla Vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager, “c’è un grande impegno per terminare i negoziati entro la fine dell’anno“.