Politica

Pd, Vinicio Peluffo: contro la destra un’opposizione unita è possibile

14
Marzo 2024
Di Giampiero Cinelli

Per costruire un’alternativa al centrodestra le forze d’opposizione stanno cercando il loro equilibrio e in tal senso le elezioni regionali rappresentano un laboratorio. Un percorso dove oltre alle alleanze vanno messi in chiaro i temi e le prospettive. Si tratta di una riflessione ampia che abbiamo provato a svolgere anche con Vinicio Peluffo, deputato del Pd e capogruppo in Commissione Attività produttive della Camera.

Peluffo, cosa dicono le elezioni in Abruzzo appena concluse?
«Dicono che, nonostante il risultato negativo, il campo largo ha trovato di nuovo coesione ed è riuscito a lavorare in modo unitario, contraddicendo chi prevedeva un esito peggiore. Ci sono le possibilità per radicarci nel territorio».

Campo largo anche in Basilicata?
«Penso che questa dovrebbe essere la strada. Poi ogni elezione territoriale è una storia a sé, con presupposti e programmi diversi, ma l’unità delle forze progressiste non può che essere l’auspicio».

E poi c’è Bruxelles…
«In Europa si vota col sistema proporzionale e come da tradizione ogni partito si presenta all’interno della sua famiglia politica. Il Pd ha ospitato a Roma l’assemblea del Partito Socialista Europeo e sosterrà la candidatura di Schmit alla guida della Commissione Ue. In queste elezioni ogni partito cerca di ottenere il massimo possibile e di convogliare il consenso attorno alla propria piattaforma, ma ciò assolutamente non inficia il lavoro che si fa sui territori in coalizione».

Chiaro, però la linea in Europa è condivisa con i colleghi dell’opposizione?
«In Ue siamo nettamente alternativi al campo del centrodestra e portiamo avanti esplicitamente l’integrazione europea».

Paradossalmente più sintonia in Europa che sul piano nazionale?
«Alle scorse elezioni le formazioni si sono presentate divise, tra noi, Terzo Polo e M5S. Tuttavia presentarsi uniti alle prossime elezioni è possibile, certo ci vuole un percorso che non sarà breve, basandosi sul merito e sui temi, individuando le convergenze. Ad esempio quando abbiamo lavorato sul salario minimo e per aumentare la dotazione alla sanità. Questa la strada per opporsi a un governo che pur avendo tensioni interne riesce a costruire la sua azione. Sui contenuti abbiamo molte più condivisioni che divisioni e tante personalità sono in grado di collaborare, a vari livelli, inclusi i padri nobili. Del resto il Paese sta avvertendo sempre di più la discrepanza tra il racconto di Meloni e la realtà, fatta da inflazione, costo della vita alto e inefficacia nel generare crescita. Prima o poi la popolazione farà mancare il suo sostegno e noi saremo pronti a raccogliere le istanze».

In questi giorni la Camera ha approvato la mozione sull’automotive, raccogliendo anche un indirizzo dell’opposizione
«Sì è stata recepita anche la nostra mozione volta a salvaguardare in Italia la produzione, inclusa la linea di progettazione, di Stellantis. Tuttavia su questo ravvisiamo la troppa timidezza del governo e pochi sforzi relativamente alle auto green e ibride. L’ultima audizione del ministro Urso è stata un’occasione persa, lui che ha ereditato lo strumento di lavoro del tavolo sull’automotive e un fondo per la transizione del settore, che aveva a disposizione 8,7 miliardi di euro mentre adesso sono poco più di 6. Le scelte industriali, il sostegno alla ricerca e all’innovazione, alla formazione sono insufficienti dal lato pubblico e anche i privati devono fare di più, considerando che l’intera filiera dell’automotive dà lavoro a oltre 1.200 milioni di persone. Certo gli incentivi restano importanti per creare domanda e svecchiare il parco auto, concentrandoci però sull’offerta, ossia investimenti su tutti gli elementi necessari, dalle batterie alle colonnine».

Il futuro dell’auto dunque sarà green. E sotto l’aspetto occupazionale?
«Più si attende più i rischi aumentano. Ma ci sono studi indipendenti, come quello dell’Osservatorio Automotive promosso da Federmeccanica e sindacati, o quello dell’Osservatorio Tea promosso dal Cnr con l’Università Ca’ Foscari, che ci dicono che la sfida è aperta, con l’opportunità di governare i rischi e trasformarli in opportunità. Lo si fa soltanto con la determinazione, superando le titubanze, e con il giusto accompagnamento».

                                                                           

                                                                        

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