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Musk-Trump, un nuovo esercizio di equilibrio per Giorgia

08
Giugno 2025
Di Redazione

Non ti puoi lanciare a parlare bene di un “titano”, che tutto crolla dopo pochi giorni. Elon di qua, Elon di là. Un saluto in buoni rapporti con Trump per tornare alle sue amate aziende, punta di lancia della geopolitica economica degli Stati Uniti. I giornali liberal invidiosi che si erano concentrati solo sui marginali aspetti delle dipendenze chimiche invece che sulla bigger picture della volontà di Elon di travalicare i confini delle umane possibilità. 

Ora possiamo dirlo: abbiamo esagerato. Lo spettacolo della rottura tra i 2 titani Elon e Donald, per giunta ognuno dalla tolda di comando del suo social privato, X contro Truth, ci offre lo spettacolo desolante di cosa voglia dire iniziare, crescere, prosperare in un rapporto sotto gli occhi del mondo, per poi litigare, rompere e affondare nel dileggio e nel fango reciproco, sempre tutto a disposizione dell’attenzione di tutti. 

Elon ha messo a disposizione di Donald il suo social, lo ha aiutato a vincere con i soldi e con la penetrazione nelle menti degli utenti di X; Donald ha aperto a Elon le porte della Casa Bianca dandogli accesso financo ai conti pubblici, al fine di tagliare e ottimizzare con mano dittatoriale le eccessive spese accumulatesi negli anni. 

Per tanti sembrava un “patto d’acciaio” finalizzato a vincere in eterno le elezioni USA e, chissà, quelle future su Marte; per altri, non era altro che un matrimonio d’interesse pronto a esplodere alla prima scintilla tra 2 ego troppo grandi per abitare lo stesso pianeta, figurarsi lo stesso palazzo, sebbene confortevole come la Casa Bianca. 

Non sapremo mai per davvero cosa abbia provocato la frattura, fatto sta che dalle strette di mano e gli abbracci siamo passati alle minacce di fallimento e alle insinuazioni riguardanti uno dei più gravi scandali di abusi e traffico internazionali di minori. 

Il danno che i 2 titani si possono fare è incalcolabile, sia in termini di capitale politico che economico. Troppe le cose viste, sentite e vissute insieme negli ultimi mesi per non immaginare un gigantesco “vaso di Pandora” che porterebbe ad un danno reputazionale enorme per gli stessi Stati Uniti. 

Non resta che affidarsi alla solida burocrazia imperiale dell’Amministrazione USA per auspicare che i 2 si fermino in tempo e tornino a fare quello che dovrebbero saper fare meglio, ovvero governare alcune delle più grandi aziende del pianeta e la nazione che guida il mondo dalla fine della II Guerra Mondiale. 

Facendo un rapido zoom sull’Italia, non vorremmo essere nei panni della Premier Meloni di fronte all’ennesimo, difficile, esercizio di equilibrio che potrebbe palesarsi nel momento in cui arrivasse una telefonata dalla Casa Bianca volta a chiudere le porte al business satellitare di Elon. 

Meno male che ci sarà il nuovo amico Emmanuel a consolare Giorgia, pronto a mettere a disposizione dell’Europa, con spirito puramente caritatevole, la sua piccola costellazione di satelliti Made in France. 

Impossibile, dite? Razionalmente incomprensibile vista l’importanza geopolitica di Starlink che prescinde i rapporti contingenti tra il suo proprietario e il Presidente in carica? Ma perché, di esempi di poca razionalità ne stiamo vedendo pochi in questi primi mesi di Trump II? 

Avevamo iniziato con le migliori intenzioni di osservare con ottimistico distacco quanto sarebbe avvenuto dall’altra parte dell’Atlantico, ma l’accumularsi di momenti rollercoaster iniziano a mettere in difficoltà anche noi che siamo cresciuti con l’ottimismo del “sole in tasca”. 

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