Salute

Prevenzione, digitale e personale: sulla sanità la manovra punta alla sostenibilità del sistema

28
Novembre 2025
Di Beatrice Telesio di Toritto

(Articolo pubblicato su L’Economista, inserto de Il Riformista)
Nella manovra, il capitolo sanità punta in modo deciso sulla prevenzione, sulla riduzione delle liste d’attesa e sull’innovazione digitale. È su questi assi che si concentrano gli interventi in arrivo, con misure che spaziano dai test genomici ai nuovi screening, dalla telemedicina al rafforzamento del personale sanitario. L’obiettivo dichiarato è duplice: migliorare l’efficacia delle cure e contenere i costi futuri del Servizio sanitario nazionale.

In questo quadro si inserisce il pacchetto da 1,5 miliardi di euro proposto dalla Lega, finanziato in larga parte attraverso i 5 miliardi attesi dalla tassazione sugli extraprofitti bancari e assicurativi. Il capitolo più consistente è quello della prevenzione, con l’utilizzo dei 283 milioni dell’articolo 64 per ampliare gli screening oncologici, introdurre test genetici e genomici avanzati e intervenire sull’oncofertilità. Diagnosticare prima significa ridurre ricoveri complessi, complicanze e giornate di degenza: uno dei fattori che più incidono sulla spesa sanitaria.

La prevenzione maschile viene potenziata con l’estensione degli screening per il tumore alla prostata, tema rilanciato nell’intergruppo parlamentare “Insieme per un impegno contro il cancro”. «Abbiamo chiesto un rafforzamento degli screening per la prostata», ha ricordato l’onorevole Vanessa Cattoi, nel corso della conferenza stampa alla Camera, sottolineando l’impatto economico degli interventi tardivi e delle assenze dal lavoro che la patologia genera.

Accanto ai filoni della prevenzione, una parte rilevante delle risorse – oltre 400 milioni – viene destinata alla telemedicina, alle piattaforme di teleconsulto e agli strumenti di intelligenza artificiale. L’obiettivo è migliorare la presa in carico dei pazienti cronici e degli anziani, ridurre l’afflusso improprio verso gli ospedali e alleggerire il carico dei medici di medicina generale. La digitalizzazione viene considerata una leva strutturale per intervenire sulle liste d’attesa, che generano oneri significativi in termini di prestazioni duplicate e ritardi terapeutici.

Tra le misure specifiche trova spazio anche un intervento sulla nutrizione clinica dei pazienti oncologici, con detraibilità fiscale e IVA ridotta per gli alimenti a fini medici speciali. «Ci sono pazienti malnutriti e persone che vivono senza stomaco: questi prodotti per loro sono fondamentali», ha ricordato la senatrice Elena Murelli, sottolineando come una nutrizione adeguata possa evitare ricoveri ripetuti e peggioramenti clinici, con impatto diretto sui conti del SSN.

Sul fronte del personale sanitario, vengono proposti interventi destinati a trattenere professionisti nel sistema pubblico e a incrementare la produttività: detassazione al 5% degli straordinari, maggiore flessibilità rispetto al vincolo di esclusività e una riduzione degli adempimenti burocratici che pesano sull’attività clinica quotidiana. Obiettivo: ridurre il ricorso a prestazioni acquistate all’esterno, tra le principali voci di spesa delle regioni.

Nel meccanismo parlamentare che permetteva ai gruppi di segnalare 57 emendamenti complessivi, la Lega ha quindi scelto di concentrarsi su tre aree chiave: prevenzione, patologie reumatologiche e fibromialgia — che interessano circa 5 milioni di italiani — e celiachia, che riguarda quasi 800mila persone. «Abbiamo puntato sui temi di maggiore impatto per i cittadini», ha spiegato il responsabile del Dipartimento Sanità Emanuele Monti, sottolineando la necessità di indirizzare le risorse verso settori ad alta domanda assistenziale e forte pressione economica.

Nel complesso, l’impianto sanitario proposto punta a una sanità più preventiva, più digitale e più sostenibile nel medio periodo. «Dove mettiamo risorse, vogliamo risultati concreti», ha sintetizzato Monti. Meno ritardi diagnostici, meno ricoveri evitabili, più produttività: una sanità che diventa a pieno titolo politica economica.