Politica

USA 2020: è bagarre! I commenti degli analisti

04
Novembre 2020
Di Redazione

Come tutte le serie che si rispettino anche questa non è finita con la puntata finale. Trump e Biden annunciano entrambi la vittoria e ci vorranno giorni per conoscere l'esito definitivo e ufficiale delle Elections 2020. Nel frattempo The Watcher Post vi risparmia il lavoro di rimanere aggiornati e qui sotto trovate dei commenti interessanti espressi nella mattina del 4 Novembre durante l'evento "Wake Up America 2020" organizzato da UTOPIA che abbiamo seguito.

Mario De Pizzo (TG1): "Ci troviamo davanti a una situazione surreale ma attesa. Abbiamo assistito a due discorsi della vittoria. Il voto anticipato e postale, complice la pandemia Covid19 è stato decisivo. La resilienza di Trump è stata incredibile. Il voto popolare dei forgotten man poco istruiti sarà decisivo per la vittoria di Biden." 

Stefano Graziosi (La Verità): "Da un lato decisivi gli Ispanici per Trump in Florida, che si sono allontanati dal Partito Democratico. Dinamica rafforzata rispetto al 2016. Bisogna ragionare oltre la Florida, Trump non è un Presidente fissato col voto bianco. Ha capito che col voto bianco non sarebbe arrivato da nessuna parte. Altro protagonista i colletti bianchi della Rust Belt. I sonadggi in Wiscounsin davano Trump in difficoltà, ma il Presidente si conferma competitivo nella Rust Belt e presso la working class."

Simone Crolla (AmCham): "Elezioni molto incerte. Il mercato di Borsa ha già scontato questa incertezza e conta sulla stabilità e quindi sulla continuità di Trump. Nei due programmi ci sono diverse impostazioni sulle tasse sulle plusvalenze sul trading. Sono elezioni Covid driven, ma non è solo in gioco l'emergenza sanitaria ma la ripresa economica."

Mario Mauro (ex Ministro della Difesa): "Hanno ancora possibilità di vincere entrambi. Trump è l'alfiere di un approccio antitetico al multilateralismo. In questa situazione con ogni probabilità l'intero sistema elettorale americano tornerà ad affidarsi ai giudici, ma stavolta in modo assai più clamoroso che in passato." 

Giampiero Zurlo (UTOPIA): "Non c'è un vincitore, ma molti sconfitti: i media main stream, i sondaggisti e tutti coloro che credevano in un risultato scontato. Queste elezioni si tengono in uno scenario globale dominato dal Covid che ha impattato in modo decisivo. Non c'è stata l'onda blu, ma l'onda rossa di Trump che ha recuperato lo svantaggio dovuto al voto postale. Trump ha strumentalizzato il Covid ammalandosi e utilizzando anche questa occasione per giocare elettoralmente con la sua fisicità. Ha detto i suoi elettori che una cura c'è e la riceverete gratuitamente con gli stessi farmaci che ho assunto io. In questo c'è tutta la contrapposizione con lo sleepy Biden."

Guglielmo Picchi (Lega): "Il voto USA non è il massimo per organizzazione. Ogni Contea ha modalità di voto a sé e anche gli orari di voto variano di County in County. La Nord Carolina può essere assegnata a Trump perché non arriveranno abbastanza nuovi voti. In Georgia invece sarà un testa a testa fino alla fine. Mettendo assieme tutto questo (Wiscounsin compreso) si arriva a 272 voti per Trump e questo sovvertirebbe qualsiasi tipo di sondaggio. Non vedo scenari di battaglie legali preoccupanti. Di poco ma Trump vincerà."

Leonardo Panetta (Mediaset): "I sondaggisti non sbagliano solo negli USA. Pensate a quello che accaduto al referendum su Brexit. Trump preferisce un'Europa delle Nazioni e non riconosce in qualche modo l'Unione europea. Difficile tracciare questa elezione perché c'è il Covid e quella che da noi viene vista come una gestione discutibile, anche negli USA è molto discussa. Secondo Trump la gestione UE della pandemia sta deprimendo l'economia. Gli USA ragionano in base all'economia. Qui in Europa ragioniamo in modo troppo politico. Trump ha dimostrato di tenere ancora il ring con uno sfidante non della stessa categoria."

Francesco Bechis (Formiche): "Banco di prova fondamentale la Rust Belt che farà il tagliando alle politiche sul lavoro di Trump. Tanti benefici creati da Trump sono stati spazzati via dalla pandemia ma negli USA c'è già una ripresa economica, nonostante tutto. I mercati finora hanno reagito col crollo dello yuan in Cina preoccupata per la vittoria possibile di Trump."

Giampiero Zurlo (UTOPIA): "Economia cavallo di battaglia di Trump, già nella sua prima elezione con "Hire american, buy american". A febbraio 2020 la disoccupazione USA era al minimo storico da 50 anni, col 3,6%. Un fatto economico importante. Economia centrale e farà la differenza sull'esito finale del voto."

Alessandro Alfieri (PD): "Tornando indietro di soli 9 mesi le Primarie democratiche erano focalizzate su chi far perdere contro Trump, in ottima salute politica grazie all'economia. Poi la pandemia ha scombinato i piani e abbiamo visto un altro film. Trump è sembrato andare in difficoltà con la pandemia ma evidentemente ne è uscito rafforzato nell'ultimo mese dopo essere guarito. I sondaggisti USA hanno sbagliato di grosso, così le analisi sul sentiment dei Social Network. Impressiona come si polarizzi ancora di più la distanza tra grandi città e realtà rurali statunitensi".

Carlo Fidanza (Eurodeputato FdI): "Auspicio è chiarezza al più presto sui dati definitvi per evitare tensioni. Quella che doveva essere l'onda blu non c'è stata, fatta salva l'Arizona. Le cassandre mainstream hanno perso (social network compresi)".

Francesco Giubilei (Nazione Futura): "Hanno fallito i sondaggisti e i media mainstream. Sono andati in tilt. Il tifo da stadio anti Trump ha portato il conto. C'è una netta divisione tra il voto nelle grandi città e nelle aree rurali. In Florida ad esempio nelle grandi città ha trionfato Biden, ma non è bastato assoultamente a vincere. Emerge un'America mai tanto divisa, a prescindere da chi vincerà. Il Covid ha cambiato alcune carte in tavola, ma i dati economici hanno fatto ben più la differenza."

Antonio Zennaro (Copasir): "In Italia e in Europa sono state elezioni con tfoserie da stadio. L'agenda degli USA è invece dettata dal cosiddetto 'deep State' influenzate sì dal Presidente ma fino ad un certo punto. Il Pentagono affronta temi come il reshoring, il 5G e altre saranno portate avanti al di là di chi vincerà. Su Trump l'Italia è molto indietro perché il nostro establishment è pro Biden. Si pone un tema di relazioni tra le classi dirigenti politiche e finanziarie rispetto all'Amministrazione USA che verrà."

Marta Grande (M5S): "I risultati che stanno arrivando sono la foto di un Paese molto spaccato. Attendiamo di capire i definitivi per capire cosa è successo in questi anni. Trump antisistema e outsider del 2016 non esiste più. Biden è da apparato, mentre Trump è l'outsider sulle questioni legate al deep State."

Alma Grandin (TG1): "La pandemia è stata al centro e di conseguenza l'assistenza sanitaria. Tema chiave la salute pubblica e per molti elettori elemento decisivo per la scelta. Il 67% di chi ha votato ha ritenuto fondamentale la pandemia e l'assistenza sanitaria. La maggioranza degli americani si fida più di Biden che di Trump per guidare l'assistenza sanitaria USA che verrà".

Brando Benifei (Eurodeputato PD): "Le due sponde dell'Atlantico sono unite oggi sul modello della libertà civile e della democrazia, che nonostante le bizzarrie del modello di voto USA sono molto più forti dei legami che l'Europa e l'Italia hanno con la Cina"."

Anna Cinzia Bonfrisco (Eurodeputato Lega): "Negli USA e in Europa la grande questione è il lavoro e guida le scelte di voto. Anche in Stati tradizionalmente vocati a un'alta attenzione vedo confermata la tendenza a preoccuparci in primis delle questione economiche. Europa e USA insieme possono fare grandi cose in questa congiuntura su questioni aperte come il multilateralismo. Nella ridefinizione del rapporto con la Cina c'è la nuova possibile alleanza tra Europa e USA, che costituiscono il più grande mercato del mondo."

Francesco Nicodemo (Disinformazia): "A livello di comunicazione il messaggio di Trump è stato più chiaro, mentre Biden si è concentrato a mettere insieme tutti i contrari a Trump, ma questo non è bastato per vincere per distacco. Siamo di fronte alla caduta delle elite che non sono state in grado di prevedere l'esito, al di là di come finirà la corsa."

Stefano Feltri (Domani): "Biden scelto per la sua electablity vs Trump. Qualcosa non ha funzionato: costruire la Obama coalition non è stato ripetibile. Anche se dovesse vincere è un candidato che sta chiudendo un ciclo. Trump è nato coi Tea Parties di cui non è rimasto nulla. La vera partita non è arrivare davanti a un giudice ma escludere interi blocchi di voti come nel 2000. In questo caso si aprirebbe una fase di grande tensione."

Tiziana Beghin (Eurodeputato M5S): "Trump ha sfruttato delle criticità dell'UE. Non so se una nuova leadership USA potrebbe cambiare la questione. Su commercio, ambiente e teconologia al di là dei diversi approcci l'interesse nazionale USA prevale e non cambierà molto a prescindere da chi vinca. L'UE ha disperato bisogno di normalizzare i rapporti con gli USA e a sedare un conflitto commerciale Cina-Usa che preoccupa."

Michelangelo Suigo: "Il Trumpismo è vivo e vegeto, a prescindere da come finirà. Anche il Senato USA vedrà plausibilmente un rafforzamento repubblicano. Impatto geopolitico sarà notevole qualora vincesse Biden. Sul climate change anzitutto, poi sull'accordo nucleare in Iran e infine interesse verso teatri di guerra ed Europa."

Alessandro Cattaneo (Forza Italia): "Il mainstream ha fallito. Trump non è stato umiliato come previsto. E' preoccupante perché c'è uno scollamento cittadini-Media che queste elezioni rafforzano."

Paola Mascaro (ValoreD): "Se le donne avessero abbandonato Trump il Presidente sarebbe stato spacciato. L'attenzione per l'economia ha fatto poi la differenza. Prevale la cultura d'appartenza rispetto ad una lettura di genere verso cui donne europee sono più portate."

 

 

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