Politica

Tajani in missione in Medio Oriente: avanti con la soluzione a due Stati

25
Gennaio 2024
Di Ilaria Donatio

Il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha iniziato giovedì – secondo giorno della sua missione in Medio Oriente – la visita in Israele con un incontro di circa mezz’ora con il presidente israeliano, Isaac Herzog. Qui, Tajani ha incontrato anche il Primo Ministro Netanyahu, il ministro degli Esteri Israel Katz e il membro del “gabinetto di guerra” Benny Gantz.

Mercoledì, a Beirut, il vicepremier ha visitato la sede della missione militare bilaterale italiana in Libano e dal Paese dei cedri, Tajani ha ribadito la necessità di risolvere anche il contenzioso tra il movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah e Israele, i cui effetti si stanno sviluppando negli ultimi tre mesi proprio nell’area dove è dislocato il contingente internazionale della missione di interposizione delle Nazioni Unite (Unifil), all’interno del quale l’Italia partecipa con 1.062 caschi blu. 

«Delle richieste ricevute dal governo Libanese», ha annunciato stamani Tajani, «parlerò oggi con la dirigenza israeliana a Gerusalemme. Il negoziato» – ha aggiunto – «deve procedere nonostante questa fase di guerra a Gaza, vogliamo dare un messaggio a tutte le parti coinvolte in questo scenario: non c’è alternativa ad un percorso di pace, da avviare immediatamente».

La missione – con le tappe di oggi a Tel Aviv, Gerusalemme e Ramallah – ha l’obiettivo di scongiurare il rischio di un allargamento del conflitto e favorire una de-escalation oltre che il ripristino – il prima possibile – di un orizzonte politico verso una soluzione a due Stati.

Nel corso dell’incontro di giovedì, Tajani ha espresso ancora una volta la sua condanna per l’attacco del movimento islamista palestinese Hamas del 7 ottobre scorso alla popolazione civile israeliana, ribadendo la richiesta del governo italiano di tutelare in ogni modo le vite dei civili palestinesi durante le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza. 

«Sosteniamo con forza le azioni del governo israeliano contro le organizzazioni terroristiche e parallelamente vogliamo affrontare con i nostri amici israeliani la preparazione per un ritorno al confronto politico e diplomatico», ha spiegato il titolare della Farnesina. «Dopo le operazioni militari a Gaza, bisognera’ individuare immediatamente un percorso politico per evitare che gli attuali scontri possano ripetersi e allargarsi ad altri conflitti nella regione. Ma bisognera’ anche avviare il percorso politico che inevitabilmente dovra’ portare a una formula indirizzata alla soluzione del due popoli, due Stati», ha poi sottolineato Tajani che ha evocato la necessità della tutela dei cristiani, sia dei pochi rimasti a Gaza sia dei cittadini arabi cristiani presenti in Cisgiordania.

Antonio Tajani ha poi incontrato il suo omologo israeliano, Israel Katz, con cui avrebbe «concordato di rafforzare iniziative umanitarie congiunte». Insieme al ministro degli esteri, a Gerusalemme, Tajani ha incontrato anche le famiglie di alcuni ostaggi israeliani.

Katz ha poi dichiarato in un comunicato che «il Ministro Tajani è un vero amico dello Stato di Israele: io e le famiglie dei rapiti gli abbiamo detto che non abbiamo altra scelta che quella di portare a termine la nostra missione a Gaza: riportare a casa tutti gli ostaggi ed eliminare Hamas. Gli ho chiesto di collaborare con il governo libanese per il ritiro di Hezbollah dal Libano meridionale, altrimenti lo Stato libanese subirà un colpo dal quale non si riprenderà». 

Katz ha ringraziato Tajani per gli sforzi e l’attività dell’Italia contro i finanziatori di Hamas in Europa e ha chiesto di proseguire l’attività contro i sostenitori dell’organizzazione terroristica in Europa e in Italia.

Il viaggio del vicepremier è poi proseguito a Ramallah, in Cisgiordania, dove Tajani – il primo tra i ministri degli Esteri dei paesi dell’Unione europea dopo il 7 ottobre scorso – ha incontrato Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità nazionale palestinese. Alla riunione era presente anche il ministro degli Esteri palestinese, Riad al Malki.

Con i due leader, il capo della diplomazia italiana ha poi fatto un breve intervento allo Yad Vaschem –  l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme – in occasione del giorno della memoria: «È per me un grande onore essere qui per portare la mia voce e quella del Governo italiano nel giorno del ricordo delle vittime dell’Olocausto. Per gridare no all’antisemitismo. La Shoah è la pagina più buia della civiltà europea. La memoria è un dovere». 

Dialogando poi su Instagram con i suoi follower, il vicepremier ha scritto: «L’Italia è in prima fila nell’assistenza alla popolazione palestinese: stiamo continuando con la nave ospedale a prenderci cura dei bimbi palestinesi feriti. Anche i pediatri italiani stanno lavorando negli Emirati e siamo già pronti a seguire 100 bambini palestinesi feriti, negli ospedali pediatrici italiani».

E in un video diffuso sui social, il titolare della Farnesina ha ribadito che per fermare la tensione in Medio Oriente, «crediamo nella soluzione due popoli, due Stati», uno israeliano e uno palestinese, su cui il capo dell’esecutivo israeliano ha espresso la propria contrarietà, dopo l’attacco del movimento islamista palestinese Hamas.

«Non è facile raggiungere l’obiettivo», ha affermato, «perché si sta combattendo nella Striscia di Gaza tra Israele e Hamas, e nessuna delle parti vuole trovare questa soluzione, ma è l’unica che può portare la pace: bisogna perseguire l’obiettivo se si crede in qualcosa», ha concluso il ministro Tajani.

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