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Stefania Craxi (FI): «Il conflitto sta virando verso una guerra fredda»

20
Settembre 2022
Di Massimo Gentile

Forse il conflitto armato sta finendo? Così sostengono in molti, a cominciare dal presidente turco Erdogan. Ma le ostilità non sono finite. Così sostiene Stefania Craxi, presidente della commissione Esteri del Senato, e candidata di Forza Italia, sempre al Senato, nel collegio uninominale di Gela: «Sta iniziando una guerra fredda, che vedrà l’Europa impegnata in prima fila», ha spiegato oggi nell’intervista con The Watcher Post.

Una guerra fredda tra Europa e sistemi autocratici
«Forse è finito il conflitto armato, ma ne sta iniziando uno nuovo, una guerra fredda tra l’Occidente e sistemi autocratici come la Cina», ha detto Stefania Craxi. «In questo contesto l’Europa deve agire come soggetto politico, cercando di dotarsi di un assetto più democratico, di una posiziona univoca a livello internazionale e di una forza armata comune», ha concluso.

La Sicilia, un hub energetico strategico per l’Italia
Stefania Craxi è candidata in Sicilia, in continuità con una sua lunga tradizione familiare (il nonno era siciliano, ndr). «La Sicilia è al centro del Mediterraneo e la sua posizione ne fa un hub energetico strategico per l’Italia. Le due grandi interconnessioni che arrivano dal Mediterraneo, una dalla Tunisia a Mazzara Del Vallo e l’altra dal mar di Libia fino a Gela, fanno della Sicilia un hub energetico. Questa terra ha l’opportunità di diventare il centro degli scambi commerciali, politici ed economici del bacino del Mediterraneo».

Terzo polo? «Renzi farà un “cartoccio” di Calenda
«Forza Italia meno voti del Terzo polo? Non è questa la differenza. Forza Italia è un partito con una sua forte identità e un ruolo politico importante per rendere più stabile e omogeneo il centrodestra. Il Terzo polo, invece, è un cartello elettorale, che avrà vita molto breve. Voglio vedere quanto ci metterà Renzi a fare un “cartoccio” di Calenda”», ha spiegato Stefania Craxi.

Prezzo del gas, superare il sistema di Amsterdam
«Trovare l’accordo sul prezzo del gas è più difficile perché ogni paese europeo ha interessi diversi. Per arginare le conseguenze di questa crisi serve studiare un recovery fund energetico e soprattutto sconfiggere la speculazione: il prezzo del gas si forma alla borsa di Amsterdam, ma è una borsa troppo piccola e con pochi scambi, troppo esposta alle speculazioni. Dobbiamo cambiare modo di determinare il prezzo del gas», ha spiegato Stefania Craxi. (Segui il nostro Speciale elezioni).