Politica
Spazio, dall’orbita alla difesa: l’Italia accelera tra sicurezza e autonomia europea
Di Ilaria Donatio
Lo Spazio non è più soltanto il luogo della cooperazione scientifica e dell’esplorazione pacifica. È diventato un dominio strategico, segnato da competizione, interessi economici e nuove esigenze di sicurezza. È questo il filo rosso emerso dal convegno “La governance dello Spazio”, ospitato alla Camera dei deputati in occasione della Giornata nazionale dello Spazio 2025, con la partecipazione dei vertici istituzionali e industriali del settore.
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha parlato senza mezzi termini di un processo già in atto. Il deterioramento del contesto globale, ha spiegato, sta trasformando lo Spazio da ambiente cooperativo in teatro di competizione strategica e di potenziale confronto militare. La militarizzazione non è un’ipotesi futura ma una realtà che si sta consolidando, tra programmi nucleari della Russia in orbita, satelliti della Cina con capacità dual-use e sistemi di difesa missilistica degli Stati Uniti basati su grandi costellazioni satellitari. Uno scenario in cui anche la Francia si muove, annunciando satelliti di pattugliamento e contrasto alle minacce.
In questo quadro, il governo italiano ha approvato già nel gennaio 2025 indirizzi in materia spaziale e aerospaziale che tengono insieme sviluppo industriale e sicurezza. La protezione dell’intero ciclo di vita dei programmi, a partire dal know-how, diventa un elemento centrale di una strategia che guarda all’Europa come orizzonte naturale.
Sul fronte politico-istituzionale, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha sottolineato come lo Spazio si stia affermando come una nuova frontiera della competizione economica, tecnologica e soprattutto geopolitica. L’economia dello Spazio è tra i settori in più rapida espansione a livello globale, ma le opportunità di crescita si intrecciano sempre più con le esigenze di difesa e tutela degli interessi nazionali. Da qui la necessità, nei prossimi anni, di rafforzare l’impegno politico, giuridico e tecnologico del Paese.
Uno dei nodi centrali riguarda le comunicazioni strategiche. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, con delega allo Spazio, Adolfo Urso, ha ribadito la necessità di costruire il prima possibile una costellazione satellitare europea per le comunicazioni istituzionali e della difesa. L’Italia sta lavorando a una costellazione nazionale, da sviluppare insieme ad altri Paesi dell’Unione europea, con l’obiettivo di garantire autonomia strategica al continente. I contatti avviati con la Germania potrebbero estendersi ad altri partner europei, puntando su costellazioni interoperabili.
Il tema della sicurezza è stato rilanciato anche dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha definito imperdonabile sprecare lanci spaziali senza considerarne l’utilità per la difesa. Le infrastrutture spaziali, ha ricordato, sono ormai la spina dorsale di servizi essenziali come comunicazioni, dati e navigazione. La presenza di satelliti ostili impone un cambio di approccio, sia in termini di complessità sia di costi per l’accesso allo Spazio.
Accanto alla dimensione geopolitica e militare, resta centrale il ruolo dell’industria. Massimo Claudio Comparini, chief Space Business Officer di Leonardo, ha descritto il ritorno sulla Luna come una nuova fase, non più legata alla semplice esplorazione ma alla costruzione di una presenza continuativa e sostenibile. L’Italia, ha rivendicato, gioca un ruolo di primo piano: Leonardo sta realizzando oltre l’80 per cento del Gateway lunare e lavora, insieme all’Agenzia Spaziale Italiana, ai moduli di superficie e a un primo sistema di connettività e posizionamento cislunare, una sorta di Galileo attorno alla Luna.
Un insieme di progetti che collocano lo Spazio cislunare – l’area compresa tra la Terra e la Luna – come nuova area chiave nelle prossime decadi, destinata a pesare sempre di più negli equilibri tecnologici, industriali e geopolitici. Il messaggio che arriva da Montecitorio è netto: lo Spazio non è più un orizzonte lontano, ma un terreno concreto su cui si giocano sicurezza, autonomia strategica e competitività industriale dell’Italia e dell’Europa.





