Politica

Spagna, rebus sinistra al governo

08
Maggio 2019
Di Redazione

 

Stop and go per le europee. E poi probabilmente un governo di sinistra con alleanza tra il Partito Socialista (PSOE) di Pedro Sanchez e Unidas Podemos di Pablo Iglesias. Probabilmente, appunto. Perché continua a campeggiare nel dibattito spagnolo un punto interrogativo importante: la maggioranza assoluta in Spagna è 176 seggi, e il PSOE (123) insieme a Podemos (42) possono contare su 165 seggi. Tecnicamente, dunque, quello frutto della logica in Spagna sarebbe un esecutivo di minoranza.

Per questo Sanchez secondo la stampa locale starebbe valutando un’ipotesi più acrobatica: un governo comunque di minoranza ma monocolore socialista con alcuni Ministri indipendenti. Una mossa azzardata che costringerebbe il leader socialista a trattare su ogni provvedimento significativo.  

A questo punto entrano in scena necessariamente forze politiche minori, come i nazionalisti Baschi o quelli delle Canarie. Ma giocheranno un ruolo più che significativo gli indipendentisti Catalani.

Sono invece usciti di scena al momento (un po' a sorpresa) gli eletti di  Ciudadanos (centrodestra) che hanno 57 deputati ma già fatto sapere di escludere un’alleanza con i Socialisti di Sanchez.

Le europee, come in Italia, saranno in Spagna amministrative pesanti, con 12 dei 17 Parlamenti regionali che saranno rinnovati. E il risultato di questa partita (come nel nostro Paese) influirà nettamente sulla nascente trattativa.

La Spagna è andata alle urne a caccia di un governo stabile tre volte negli ultimi tre anni.

Sanchez sta prendendo tempo. In piena campagna elettorale per le europee e amministrative ha messo in agenda incontri con Pablo Casado (Popolari), Albert Rivera (Ciudadanos) e Iglesias di Podemos. Escludendo l’estrema destra di Vox e gli indipendentisti, per verificare se fosse possibile creare alleanze “ad escludendum” forze indipendentiste locali.

Nelle dichiarazioni ha già incassato il “no” dei Popolari e di Ciudadanos per eventuale appoggio sul suo nome come Premier. Ma l’esito delle europee e delle amministrative potrebbe cambiare il sentiment di questi giorni.

 

Paolo Bozzacchi