Politica

Nuove regole UE per smartphone e tablet: verso dispositivi più sostenibili

17
Giugno 2025
Di Giuliana Mastri

L’Unione europea torna a intervenire nel settore della tecnologia, questa volta imponendo nuove regole ai produttori – in gran parte statunitensi e asiatici – di smartphone e tablet. Dopo aver già introdotto l’obbligo di utilizzo del connettore USB-C per la ricarica e disincentivato la presenza di caricabatterie nelle confezioni, Bruxelles compie un ulteriore passo avanti sul fronte della sostenibilità. Dal 20 giugno 2025, infatti, entrerà in vigore il Regolamento Ecodesign, pensato per ridurre l’enorme quantità di rifiuti elettronici (Raee) generati ogni anno in Europa.

Cosa prevede il nuovo regolamento
All’interno della più ampia strategia del Green Deal, la Commissione europea ha adottato due distinti regolamenti che coinvolgono specificamente smartphone e tablet: uno dedicato alla trasparenza sull’etichettatura energetica e l’altro focalizzato sulla progettazione ecocompatibile dei dispositivi.
L’obiettivo è duplice: da un lato, fornire ai consumatori europei strumenti per fare scelte più consapevoli e sostenibili; dall’altro, mettere un freno alla tendenza di trattare questi prodotti come beni “usa e getta”, da sostituire al primo segnale di malfunzionamento.

Nel tempo, la possibilità di riparare i dispositivi si è drasticamente ridotta. Il motivo? Prezzi competitivi, design che impedisce l’apertura delle scocche e ricambi quasi introvabili. Una situazione ben diversa da quella di 30-40 anni fa, quando la riparazione di piccoli e grandi elettrodomestici era la norma. Oggi, invece, affidarsi a tecnici specializzati è diventato raro.

A chi si applicano le nuove norme
Le nuove disposizioni non riguardano tutti i dispositivi. Le regole si applicano a smartphone con display tra i 4 e i 7 pollici e a tablet con schermi da 7 a 17,4 pollici. Sono escluse alcune categorie specifiche, come i modelli pieghevoli o quelli che utilizzano sistemi operativi da desktop. Inoltre, i dispositivi venduti prima del 20 giugno 2025 non saranno soggetti alle nuove prescrizioni.

Materie prime e rifiuti elettronici: una sfida strategica
Oltre a tutelare il consumatore, la nuova normativa punta anche a contrastare lo spreco di risorse preziose. I dispositivi elettronici non sono solo potenzialmente inquinanti, ma contengono anche materiali e componenti che, se correttamente recuperati, possono essere riutilizzati. Questo aspetto è particolarmente importante per l’Europa, che dispone di scarse risorse naturali in termini di terre rare e metalli strategici, fondamentali per l’industria tecnologica.

Durata reale e percepita dei dispositivi
Secondo i dati raccolti dallo sportello dell’associazione Consumatori.it, gli utenti percepiscono che uno smartphone abbia una durata di circa 2-3 anni, anche se spesso la sua effettiva vita utile è più lunga. Tuttavia, l’obsolescenza programmata o indotta (ad esempio tramite aggiornamenti che rallentano il sistema o l’impossibilità di sostituire la batteria) costringe molti a cambiare device prima del necessario.

A proposito di batterie, quelle attuali hanno in media una durata compresa tra 300 e 500 cicli di carica – cioè, anch’essa attorno ai 2-3 anni di utilizzo normale. Un dato che l’Unione europea intende migliorare sensibilmente con l’applicazione del nuovo regolamento.