Politica

Il centrodestra si riorganizzi (anche leggendo un libro…)

05
Ottobre 2021
Di Daniele Capezzone

L’esito del voto ha una sua chiarezza perfino accecante. La sinistra, pur minoritaria nel paese, ha pienamente fatto il suo mestiere: candidando figure da usato sicuro, e potendo contare (nei grandi centri urbani in generale, e nei quartieri centrali in particolare) su un elettorato consolidato. Certo, le contraddizioni non mancano: nei ballottaggi di Roma e Torino, sarà decisivo il voto grillino, dopo che il Pd e i suoi intellettuali di riferimento ci avevano raccontato per mesi il tentativo di distinguersi, di darsi un profilo riformista. E invece ora le stesse voci vorrebbero farci passare come naturale fisiologico, perfino auspicabile, quel tipo di convergenza. 

La destra invece non ha fatto il suo dovere: dovendo puntare sulle periferie, avrebbe dovuto scegliere candidati in grado di garantire una mobilitazione, di dare un senso anche nazionale e generale alla campagna. Insomma, gli ingredienti classici per politicizzare il voto e portarlo su un terreno naturaliter più favorevole. Ma questo non è avvenuto: tra candidature fiacche, l’assenza di un messaggio unificante, qualche asprezza tra i partiti della coalizione, fino all’ultima settimana di attacchi selvaggi e colpi bassi subiti da Lega e Fdi.

Come se ne esce? Con equilibrio. Da un lato, evitando una logica autodistruttiva, e sottraendosi a quella disarticolazione della destra che è il sogno neppure tanto nascosto della sinistra. Dall’altro, aprendo in modo profondo e sincero un dibattito su ciò che il centrodestra vuole davvero essere. 

Proprio ieri, è uscito per le edizioni Piemme il mio saggio “Per una nuova destra”. Un libro di idee, un saggio programmatico, che non risparmia critiche su ciò che manca, ma sempre in modo costruttivo. La corsa da qui al voto politico va organizzata così: puntando sui contenuti e sulla costruzione di una classe dirigente credibile. Ci sono le condizioni per tentare: altrimenti, il rischio è di perdere l’ennesima occasione, e di porre le basi per un perpetuarsi della situazione esistente, con un centrodestra (in teoria) elettoralmente più forte dei suoi avversari sul piano nazionale, ma soggettivamente incapace di (o oggettivamente impossibilitato a) concludere con successo la corsa verso Palazzo Chigi. Sbagliare è umano, perseverare…