Politica

Italia sotto pressione: Meloni, Palestina e le piazze in rivolta

27
Settembre 2025
Di Alessandro Caruso

È stata una settimana intensa per la politica italiana, una di quelle in cui gli eventi sembrano intrecciarsi su più livelli: esteri, interni, simbolici. Ci sono state parole forti, decisioni delicate, proteste nelle piazze e persino gesti di clemenza. E ognuno di questi fatti racconta qualcosa del momento che sta attraversando il nostro Paese. Partiamo da Giorgia Meloni e dalla questione più scottante: la guerra a Gaza e il possibile riconoscimento dello Stato di Palestina. La premier, parlando all’Assemblea Generale dell’ONU, ha aperto uno spiraglio, dicendo che l’Italia è pronta a riconoscere la Palestina, ma a due condizioni: che Hamas rilasci tutti gli ostaggi israeliani e che venga esclusa dal futuro governo palestinese. Una posizione che suona come una via di mezzo, una sorta di “sì, ma con riserva”. E infatti non sono mancate le critiche. L’opposizione ha parlato di mossa tardiva e poco coraggiosa. Elly Schlein, Giuseppe Conte e altri leader hanno chiesto un gesto chiaro, senza ambiguità. E intanto nelle piazze italiane sono scoppiate proteste: scioperi, cortei, blocchi ai trasporti. In molte città si è manifestato per chiedere la pace e la fine del sostegno a un conflitto che, agli occhi di tanti, sta diventando sempre più difficile da giustificare. Quello che colpisce è come il tema della Palestina sia riuscito a spostare il centro del dibattito pubblico. Non è più solo una questione estera: è diventata qualcosa che tocca le coscienze, divide l’opinione pubblica, mette in discussione la linea del governo. E la sensazione è che Meloni, con quella proposta “condizionata”, stia cercando un equilibrio tra il mantenere credibilità internazionale e il non perdere troppo terreno in patria. Ma non c’è stata solo la politica estera. Sul fronte dei sondaggi tutto sembra piuttosto stabile. Fratelli d’Italia resta al primo posto, con un consenso che si aggira attorno al 30%. Il PD è al secondo posto, sopra il 20%, mentre il Movimento 5 Stelle perde qualche punto. Nessuna scossa, ma nemmeno segnali di grande entusiasmo. È come se il Paese fosse in una fase di attesa, forse di stanchezza. È stata una settimana che ha messo in luce tutte le contraddizioni della politica italiana: da un lato la ricerca di equilibrio in uno scenario internazionale sempre più complesso, dall’altro la pressione crescente di una società civile che non vuole più restare a guardare. Tra diplomazia, protesta e atti simbolici, l’Italia di oggi sembra camminare su un filo sottile, cercando di capire da che parte stare.