Politica

E se l’Abruzzo fosse l’Ohio italiana?

11
Febbraio 2019
Di Redazione

 

Nessuna sorpresa, in Abruzzo vince il centro destra unito. Nella competizione regionale, dove hanno votato il 53,1% degli aventi diritto, Marco Marsilio, senatore romano di Fratelli d’Italia, si è imposto su i suoi rivali con il 48% dei voti. Il neo Presidente eletto, che aveva già dichiarato che in caso di vittoria avrebbe lasciato Palazzo Madama, ha risposto così alle domande dei cronisti subito dopo l’annuncio della vittoria: "La ricostruzione sarà la nostra priorità assoluta. È rimasta ferma in questi ultimi tempi, è una vergogna che dobbiamo cancellare assolutamente. Il centrodestra ha già dimostrato con la ricostruzione del 2009 e torneremo a replicare quel modello. La mia assoluta priorità è rimettere in pochi mesi le persone nelle condizioni di rientrare nelle loro case".

Sul secondo gradino del podio abruzzese si piazza Giovanni Legnini, ex Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura e candidato del centro sinistra, che raccoglie il 31,3% dei consensi. Queste le considerazioni di Legnini sul voto: "Tutti i sondaggi ci davano terzi, siamo ampiamente secondi, con uno spostamento a destra dell'elettorato. Penso che il centrosinistra in Italia debba riaprire un canale di partecipazione, debba tendere verso un modello di coalizione aperta e larga come abbiamo fatto qui conseguendo un risultato molto superiore a 11 mesi fa, non sufficiente per vincere ma ciò era abbastanza prevedibile".

A completare il podio c’è Sara Marcozzi, consigliera regionale uscente del M5S e candidata presidente del Movimento, che ferma l’asticella delle preferenze raccolte a quota 20,2%. L’esponente 5Stelle si è detta sorpresa che “gli abruzzesi abbiano ceduto a un candidato non abruzzese. Noi abbiamo lavorato sui temi e non sulla propaganda e confermiamo il risultato del 2014".

Come di consueto ogni partito tira l’acqua al suo mulino e confronta i dati con quelli con i quali fa più comodo. Se da una parte l’ultimo riferimento temporale sono le politiche dell’anno scorso, dall’altra ci sono le ultime regionali di cinque anni fa. In ordine cronologico, però, è innegabile ripensare a quel 39,8% raccolto dal Movimento solo il 4 Marzo scorso. Il centro destra, invece, che si presentava allora con la stessa coalizione di oggi si era fermata al 35% dei consensi raccolti. Il grande sconfitto di quel turno, il centro sinistra, raccolse l’anno scorso solo il 17,6% più il 2,6% messo insieme da LeU che in questa tornata regionale ha fatto parte della coalizione a sostegno di Legnini. Altra storia se si andassero a leggere i risultati delle ultime regionali. In quel caso la Marcozzi, già candidata presidente per i 5Stelle, raccolse il 21,38% dei voti, mentre il centro destra guidato allora da Giovanni Chiodi si fermò al 29,26%. Vinse, in quell’occasione, il centro sinistra guidato dal Luciano D’Alfonso che raccolse il 46,26% dei voti.

Che i risultati siano un grosso campanello d’allarme per la stabilità del governo è opinione comune e deve essere stato anche il primo pensiero del Premier Conte che ci ha tenuto a precisare che "sono elezioni regionali di una regione centrale. Aspettiamo di leggerle e di vedere le valutazioni che spettano agli esponenti delle forze politiche. Il dato mi sembra abbastanza chiaro, ma questo non cambia nulla per il governo centrale. Continuiamo a lavorare, non cambia nulla". Ad alimentare il mulino della serenità interviene proprio Matteo Salvini che ci tiene a chiarire: “Non chiediamo rimpasti, non chiediamo ministri. Le nostre priorità sono l'autonomia, l'acqua pubblica, la legittima difesa, che dovrebbe essere legge entro marzo". Sul fronte degli sconfitti di giornata gli umori sono chiaramente diversi. Se dal Movimento 5 Stelle trapela dell’inevitabile delusione, tra le file del Partito Democratico si tira un sospiro di sollievo per aver comunque tenuto sul fronte dei voti ottenuti seppur amareggiati della sconfitta in una regione governata negli ultimi cinque anni. Per il Movimento la reazione arriva dal Ministro Danilo Toninelli che ammette che "certamente c'è un pò di delusione perchè se avessimo vinto avremmo dato una enorme mano a quella popolazione". Sul fronte Dem, invece, le considerazioni le tira uno dei candidati alla segreteria, Nicola Zingaretti: “Dall’Abruzzo arriva una indicazione che la strada è ancora lunga, ovviamente, ma è giusta. Bisogna radicare socialmente e culturalmente e con una proposta di governo le nostre forze, allargare e costruire un nuovo centrosinistra che con maggiore empatia rispetto al Paese si riproponga come una alternativa".

Insomma, apparentemente su palazzo chigi sembra soffiare il vento della cordialità ma è inevitabile non pensare che la Lega non faccia pesare questo risultato all’interno della coalizione di governo. Il punto sta tutto nel capire come e quando. Forse è troppo presto per dire se l’Abruzzo sia o meno come l’Ohio negli States, cioè termometro per capire da che parta pende la bilancia della politica nazionale, ma sicuramente ha dato una indicazione precisa.

 

 

GP

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