Politica

Csm, manca ancora un nome. Cosa cambia dopo la riforma Cartabia

18
Gennaio 2023
Di Giampiero Cinelli

Bagarre ieri nell’aula di Montecitorio per l’elezione dei membri laici del Csm, il Consiglio superiore della magistratura. Le cui cariche si rinnovano ogni quattro anni, ma che adesso tengono conto della riforma Cartabia e del nuovo assetto di governo.

Le Camere riunite sono riuscite a eleggere 9 dei 10 membri di competenza, tre su indicazione dell’opposizione, uno voluto da Forza Italia, che infatti ha lamentato una mancanza di pari considerazione. La fumata nera sul decimo membro, che sarebbe dovuto essere Paolo Valentino – giurista e presidente della Fondazione Alleanza Nazionale – sostenuto da Fratelli D’Italia e probabilmente “espressione della maggioranza” nel Consiglio, è stata motivata dal fatto che Valentino risulta indagato in un maxi-processo anti-mafia sulle ‘ndrine reggine, denominato “Gotha”. Al posto di Valentino non l’ha spuntata neppure l’altro nome proposto dalla maggioranza, quello di Felice Giuffrè (ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico a Catania), al quale è mancato il quorum. Si voterà di nuovo martedì per chiudere le elezioni. Intanto, i membri eletti sono Isabella Bertolini (ex parlamentare di Forza Italia, avvocato penalista), Daniela Bianchini (docente universitaria), Rosanna Natoli (avvocato siciliano). Questi in quota FdI. Poi Fabio Pinelli (avvocato del foro padovano), Claudia Eccher (avvocato, ex legale di Salvini), Enrico Aimi (ex parlamentare, avvocato penalista) in quota Forza Italia, Roberto Romboli (professore universitario), Michele Papa (docente universitario) in quota M5s e Ernesto Carbone (ex parlamentare del Pd e avvocato) in quota Terzo polo.

L’elezione dei nuovi membri deve rispettare le quote rosa, con il 40% di presenza femminile. Lo indica la riforma della giustizia di Marta Cartabia, che porta il Csm a 33 membri complessivi. Oltre al Presidente della Repubblica (il quale presiede il Consiglio), al primo presidente della Corte di Cassazione, al procuratore generale presso la Cassazione, che che ne fanno parte di diritto, venti sono i membri togati eletti da tutti i magistrati (2 in rappresentanza della Cassazione, 5 delle procure, 13 per la magistratura giudicante) e dieci i laici votati dal Parlamento. I venti membri togati sono già al loro posto da settembre e aspettano di conoscere i colleghi, che ritardano visto anche il cambio di governo. Come accennato le divisioni nella maggioranza pure stavolta non sono mancate, ma si è voluto superarle in fretta, contando di chiudere martedì, anche perché si vuole mettere tutto quanto a punto, per consentire al nuovo ministro della giustizia, Carlo Nordio, di portare avanti le sue iniziative. Su Nordio il Csm vigilerà, oltre a collaborare, con l’obiettivo fondante di salvaguardare l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. Valori che, ricordiamolo, in passato sono stati scalfiti perfino dai casi di corruzione rilevati all’interno del Csm stesso. Ma oggi è un altro giorno.

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