Politica
Conclave, i cardinali sono entrati. Stasera l’esito del primo voto
Di Giuliana Mastri
Oggi pomeriggio si è aperto il Conclave nella Cappella Sistina. Dopo l’Extra Omnes 133 cardinali elettori si sono riuniti per eleggere il nuovo Papa. I votanti, lo ricordiamo, non possono avere più di 80 anni e devono ottenere per forza i 2/3 dei voti, quindi in questo caso 89. Il pronostico non è facile, perché le dinamiche e le ragioni che portano alla scelta del pontefice restano, oltre che vicine alla quasi completa segretezza, anche variegate.
I porporati possono convincersi che serva un Papa unificatore, esperto nel dialogo interreligioso, e allora si convergerebbe sul Patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, già dato tra i favoriti. Altra istanza è quella del risanamento economico della Chiesa. Il Vaticano accumula deficit di bilancio di decine di milioni nonostante le riforme di Francesco e per rimediare molta reputazione i media la attribuiscono a Timothy Dolan, cardinale di New York che piace a Trump. La vocazione pastorale è dagli esperti incarnata da Matteo Zuppi, l’arcivescovo di Bologna peraltro molto vicino alla linea del defunto Bergoglio. Una Chiesa più tradizionale sarebbe rappresentata da Peter Herdo, nominato da Papa Giovanni Paolo II, mentre una figura equilibrata ed esperta, su cui l’attenzione è già chiara, sarebbe quella di Pietro Parolin, probabilmente il più papabile tra gli italiani. L’energia e il peso della Chiesa ben lontana dai confini occidentali, lo può invece esprimere Luis Tagle, cardinale filippino molto stimato e anche lui in lizza, almeno a giudicare dalle analisi di questi giorni.
Chi infatti “entra Papa”, come si suol dire, quasi sempre “esce cardinale”. Pure questa assemblea così sacra non è esente dalla categoria della mediazione politica e i nomi più quotati potrebbero ritrovarsi in una posizione meno comoda dopo il primo scrutinio di oggi, la cui fumata, senza pressocché nessun dubbio che sia nera, volerà attorno alle 19. Domani quindi i cardinali avranno più chiaro quale sarà il contesto e da lì ci si muoverà secondo cordate anche diversi da quelle che noi immaginiamo prima di varcare la soglia della Sistina.
Le necessità di contare su un Papa espressione di luoghi adesso a più forte sentimento religioso può prevalere, eppure non è così facile. C’è da chiedersi se ad esempio le aree del mondo più povere o in via di sviluppo sarebbero pronte per un papato, vanno poi valutate eventuali necessità geopolitiche impellenti (essere più influenti sull’asse israelo-palestinese? Avere gran voce sull’area nord-americana?) senza trascurare la spinta di molti a convogliare sulla dottrina, riportando la Chiesa su binari precisi anzitutto da un punto di vista dei precetti fondamentali.
Roma non dormirà per qualche giorno. Tutto il mondo la guarderà.
