Politica

Cdm, al via la mappatura delle concessioni pubbliche, si riapre il tema balneari

18
Luglio 2023
Di Giampiero Cinelli

Il centrodestra ha sempre fatto intuire che sulla vicenda avrebbe proceduto senza fretta e valutando tutti gli interessi in gioco, visto che sulle concessioni balneari ci si gioca un importante segmento della coesione economica e sociale. Durante il governo tecnico di Mario Draghi alla fine si decise di prorogare gli appalti per un altro anno al 31 dicembre 2023 (successivamente sarà esteso al 31 dicembre 2024 con il decreto Milleproroghe) senza rimettere tutto all’asta come indicato dall’Europa. Ieri, intanto, dal Cdm è arrivato l’ok alla mappatura e la trasparenza delle concessioni dei beni pubblici.

È in virtù del decreto legislativo, che attua la delega dalla Legge 5 agosto 2022, articolo 2, in riferimento alla legge sulla concorrenza 2021. Vi rientrano anche le concessioni relative alle spiagge: «Al fine di promuovere la massima pubblicità e trasparenza dei principali dati e delle informazioni relativi alle concessioni di beni pubblici, il decreto dispone la costituzione di un sistema informativo di rilevazione delle concessioni, denominato “Siconbep” e garantisce il coordinamento e l’interoperabilità con gli altri sistemi informativi esistenti in materia. La rilevazione comprende tutti i beni appartenenti al demanio e al patrimonio indisponibile di cui agli articoli 822 e seguenti del Codice Civile», ha comunicato Palazzo Chigi.

La posta in gioco

Il sistema Siconbep costerà due milioni l’anno, le amministrazioni pubbliche saranno tenute alla comunicazione dei dati per via telematica. Dati quali la natura del bene, l’ente proprietario e gestore, la modalità di assegnazione della concessione con la durata e i rinnovi, l’entità del canone e ogni altro dato «utile a verificare la proficuità dell’utilizzo del bene in una prospettiva di tutela e valorizzazione del bene stesso nell’interesse pubblico». Un decreto del Mef definirà le linee guida. Il passaggio ufficializzato in Cdm è importante perché permetterebbe di valutare meglio se un certo tipo di beni pubblici gestiti dai privati rispondano effettivamente al criterio della “scarsità della risorsa naturale“, motivo formale che giustificherebbe la messa a gara, contrariamente dalle scelte dei governi i quali, circa da vent’anni a questa parte, hanno sempre poi optato per le proroghe.

I tempi restano lunghi

L’ultima proroga può essere differita di un ulteriore anno qualora emergessero contenziosi o impedimenti da parte dei Comuni a procedere alle gare. Nel frattempo è iniziato il lavoro del tavolo tecnico a Palazzo Chigi formato da esponenti di ministeri, regioni e associazioni di categoria. Da quanto trapela, pare che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non sostenga l’elemento della scarsità delle spiagge.

Turismo

«Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del turismo, ha approvato il Piano strategico del turismo (Pst), inerente al periodo 2023-2027, che presenta un’analisi approfondita del turismo e dei suoi segmenti, delineando una politica basata su un rapporto sinergico tra Ministero, Regioni e portatori d’interesse, al fine di favorire l’incremento dell’occupazione e l’impatto sul Pil in termini strutturali». Il piano ruota attorno al ruolo del «Tourism Digital Hub, ossia la piattaforma web multicanale dedicata alla gestione integrata e unitaria di tutta l’offerta turistico-ricettiva nazionale, e della comunicazione, in un’ottica partecipativa e condivisa con i portatori d’interesse. Sarà anche attivato un sistema di ascolto dei territori per raccogliere le progettualità che provengono dalle realtà locali».

In esame preliminare

Inoltre, il Cdm ha approvato, in esame preliminare, un disegno di legge relativo all’abrogazione di norme prerepubblicane relative al periodo 1891-1920. Il testo elimina dall’ordinamento 9.924 regi decreti, al fine di migliorare la qualità della regolazione e garantire la certezza del diritto. Con tale provvedimento, «arrivano a quasi 19.000 gli atti in corso di abrogazione, che avevano esaurito i loro effetti ma che, a fronte del sovrapporsi di norme spesso non coordinate, continuavano a determinare incertezze giuridiche».

Primo sì dal Consiglio dei ministri, attraverso un decreto legislativo, anche alla legge che istituisce il Garante Nazionale dei diritti delle persone con disabilità. Si tratta di un organo collegiale indipendente con sede a Roma, atto a promuovere i diritti umani e a contrastare le discriminazioni. Nello specifico gli sarebbero attribuite le seguenti funzioni:

  • promuove e vigila sul rispetto dei diritti e delle norme dettate dalla Convenzione ONU, dagli accordi internazionali, dalla Costituzione, dalle leggi e dalle altre fonti subordinate in materia; 
  • contrasta i fenomeni di discriminazione diretta e indiretta o di molestie in ragione della condizione di disabilità;   
  • raccoglie segnalazioni provenienti dalle persone con disabilità, da chi le rappresenta, dai familiari e dalle associazioni;
  • richiede alle amministrazioni e ai concessionari di pubblici servizi di fornire informazioni o documenti necessari all’esercizio delle funzioni di competenza;
  • svolge verifiche, d’ufficio o a seguito di segnalazione, sull’esistenza di fenomeni discriminatori;
  • visita, tra le altre, le strutture che erogano servizi pubblici essenziali, con possibilità di svolgere nel corso delle visite stesse colloqui riservati con le persone con disabilità e con le persone che possano fornire informazioni rilevanti;
  • formula raccomandazioni e pareri alle amministrazioni e ai concessionari pubblici, sollecitando o proponendo interventi, misure o accomodamenti ragionevoli idonei a superare le criticità riscontrate;
  • agisce e resiste in giudizio a difesa delle proprie prerogative;
  • promuove campagne di sensibilizzazione e comunicazione, progetti e azioni positive, in particola nelle istituzioni scolastiche, in collaborazione con le amministrazioni competenti per materia.