Politica

Caso Santanché, si rinnova il gioco delle parti. La ministra tira dritto. Opposizioni divise

05
Luglio 2023
Di Alessandro Caruso

Tutto come da copione, da una parte la ministra Santanché che si difende punto su punto in Senato dichiarandosi incolpevole di tutti i misfatti a lei addebitati nel servizio di Report andato in onda una decina di giorni fa, con la maggioranza di governo che fa quadrato attorno a lei; dall’altra le opposizioni, che ne chiedono le dimissioni perché le motivazioni da lei addotte non sarebbero state convincenti. E sullo sfondo il giallo dell’iscrizione nel registro degli indagati: secondo il Domani avvenuto presso la Procura di Milano, anche se la notizia è stata categoricamente smentita dalla ministra.

Conseguenze politiche per il momento non ci saranno, ma una considerazione politica invece è emersa con chiarezza: la divisione tra le opposizioni. Ancora una volta la linea Pd-M5S si discosta da quella di Azione-Iv. Il M5S ha depositato, infatti, una mozione di sfiducia, che il Pd sarebbe anche pronto a votare, stando alle dichiarazioni in aula, soprattutto quelle di Misiani. Mentre la Gelmini ha esternato la via della cautela: non ci sono le condizioni per le dimissioni, meglio aspettare l’eventuale pronunciamento della giustizia. Ancora più criptico Calenda, secondo il quale le spiegazioni della Santanché non sono state esaurienti, tuttavia la mozione di sfiducia non serve a niente, ma se la ministra valutasse di dimettersi, sentita la Meloni, loro non si opporrebbero.

Dalle fila del Pd il più duro è stato Misiani: «Quello che è emerso è una galleria di ombre e brutterie non chiarite dalla ministra, in modo irrispettoso nei confronti degli imprenditori che si fanno il mazzo per pagare dipendenti e fornitori anche quando sono in difficoltà. La giustizia farà il suo corso, la ministra si difenderà se coinvolta, qui il tema è l’opportunità politica: può una ministra avere una società in debito con lo Stato italiano? Può una ministra di un governo che ha approvato un decreto lavoro il 1 maggio guidare un’azienda che non ha pagato i suoi dipendenti? Può una ministra che ha giurato di compiere la sua funzione pubblica con disciplina e onore rimanere al suo posto dopo questa sequenza di fatti? La risposta è no».

E sullo sfondo resta la stampa. Il direttore del Domani Emiliano Fittipaldi la sua replica l’ha consegnata a Twitter: “La ministra Daniela Santanchè ha attaccato violentemente il Domani. Che ha una colpa. Aver scritto una notizia vera: la ministra è indagata a Milano. Solo nelle democrazie malate il governo offende la stampa che fa il suo lavoro. Solo per questo Santanchè si dovrebbe dimettere all’istante”.

La polemica continuerà nei prossimi giorni, soprattutto in attesa di capire se la Santanché sia realmente indagata o meno. Nelle ultime ore la versione data dalla ministra del resto è stata smentita. L’Ansa ha dato ragione al Domani: nei suoi confronti è aperta un’indagine per bancarotta e falso in bilancio su Visibilia, il gruppo da lei fondato e nel quale è rimasta fino al 2022. Lo si apprende da fonti della Procura. La normativa, infatti, prevede che il segreto sulle iscrizioni si possa mantenere soltanto per un periodo non superiore a tre mesi e non è rinnovabile.